L’Egitto e le sporche coscienze
Alcuni individui sono duri di comprendonio. Non si spiega, altrimenti, il fatto che qualcuno continui a chiedermi se sto con ocontro Mubarak, manco fosse una partita di calcio. Lo voglio ribadire forte e chiaro: dividersi fra chi sta con e chi sta contro Mubarak in questo particolare momento storico e con la brutta piega che stanno prendendo gli eventi, è stare semplicemente contro il bene supremo del paese. Dividersi fra chi è e chi non è disposto ad aspettare le sue dimissioni fra soli 200 giorni, permettendogli di salvare l’onorabilità della carica di Comandante supremo delle Forze Armate (una qualifica direttamente collegata al prestigio dell’esercito, unico garante dell’unità nazionale, tra l’altro festosamente accolto dai manifestanti antigovernativi) e di militare che ha combattuto la guerra contro Israele e governato il paese per trent’anni con meriti e demeriti che non mi metto certo a quantificare, porterà soltanto al caos e alla distruzione delle infrastrutture e dell’economia del paese in modo irrimediabile (e dire che persino al nostro ultimo Re, totalmente screditato, travolto dalla corruzione e dalla dissolutezza della sua corte, è stato permesso di abbandonare l’Egitto firmando un proprio editto reale, vestito in alta uniforme di ammiraglio e salutato da 21 colpi di cannone e da truppe dell’esercito).
Chiunque erediterà l’Egitto in gestione, di qualunque colore politico o ispirazione ideologica sarà, non dovrà risanare e rilanciare un paese ma ricostruire delle macerie. Vogliamo davvero che la svolta che si auspica per l’Egitto venga subito inaugurata con il ritornello “Si stava meglio quando si stava peggio”? Nel corso dei recenti avvenimenti sono stati distrutti non solo musei ma anche – solo per fare un esempio – l’ospedale per i tumori infantili, costato milioni: soldi del popolo che sarà difficilissimo recuperare avendo perso decine di miliardi in pochi giorni. Dove andranno a curasi questi bambini? Li accoglieranno in massa gli ospedali occidentali? Anche ciò che questo governo ha fatto di buono andrà distrutto. Aziende straniere come la Nestlè, che da sola dava lavoro a tremila dipendenti, hanno chiuso a tempo indeterminato. Quella gente fra un po’ non saprà come campare. Ricordiamoci che fame e rovina non portano democrazia e diritti. Quelli che hanno aspettato trent’anni per scendere in piazza contro Mubarak senza avere un leader da proporre in alternativa davvero non riescono ad aspettare 200 giorni per evitare al paese di sprofondare in un abisso da cui nessuno, ma proprio nessuno, riuscirà a tirarlo fuori?
Non entro nel merito di chi siano i manifestanti che a migliaia hanno partecipato alla marcia pro-Mubarak che è poi degenerata in scontri sanguinosi, non mi interessa. Che l’abbiano fatto per soldi o perché hanno ricevuto un sms del governo – come sostengono gli oppositori – o perché convinti che bisognava farlo perché esasperati dal danno economico – come sostengono i diretti interessati, fra cui i cammellieri che lavoravano con i turisti vicino alle piramidi – è irrilevante visto il disastroso esito finale: un assaggio di guerra civile. Anche se trovo francamente ridicolo che qualcuno creda davvero che bastino tre euro e mezzo, cioè 25 pound – una cifra che da anni non basta a comprare due bottiglie di olio al Cairo – per convincere chiunque a rischiare la pelle a pagamento per un presidente ormai uscente. Non basterebbero neanche mille di pound, oggi. E i rimanenti 23 milioni di abitanti del Cairo quanto sono stati pagati per non scendere a fianco dei 2 milioni che erano in piazza?
La verità è che le cose sono molto più complesse di ciò che i media occidentali sono abituati a propagandare. Non esiste solo il bianco e il nero, il moderato alla zio tom e il terrorista, la democrazia e la dittattura. Esistono anche vie di mezzo, come nel caso dell’Egitto, la singolare forma ossimoro di democrazia autoritaria che ha garantito una stabilità geostrategica a livello internazionale, quindi anche pace e stabilità per il paese, anche se è fallita nel garantire un’equa suddivisione della ricchezza internamente. E’ la stessa che ha permesso a scrittori come Alaa Al Aswani ed altri intellettuali di scrivere editoriali di fuoco e ispirare film e romanzi durissimi contro il presidente, suo figlio e il governo, formando e via via galvanizzando l’opinione pubblica che poi si è ritrovata a piazza Tahrir. Certo, c’è anche la tortura e la repressione. Ma chi si scandalizza farebbe prima a ricordarsi che persino in molti paesi democratici – dove l’opinione della maggioranza della popolazione non spesso condiziona l’azione dell’esecutivo eletto – capita che manifestanti pacifici vengano manganellati e torturati o che giovani fermati escano cadaveri dalle stazioni di polizia in cui sono entrati vivi e vegeti, senza che i colpevoli siano adeguatamente puniti.
Come egiziani – musulmani e copti, religiosi e laici – come cittadini arabi e come cittadini del mondo abbiamo una sola ed unica responsabilità: proteggere l’Egitto, il baricentro del mondo arabo, la culla della civiltà, dal caos che può giovare solo ai suoi nemici. E pazienza se ciò non piace ad alcuni rivoluzionari col culo al caldo residenti in Occidente. A loro non interessa affatto ciò che succederà, dopo: semplicemente cambieranno meta di vacanze o di lavoro. A loro basta cavalcare l’onda del momento rinvagando l’ambiente che li ha resi celebri sul web, regalarsi l’illusione di aver contribuito ad un “evento storico” o più semplicemente vendere più copie dei loro libri sul Medio Oriente e sugli Arabi, area e popoli che hanno sfruttato con ipocrisia e irresponsabilità. Sfruttatori, si. E non solo a parole. Questo vale anche per coloro che dicono che sono andati li per “lavorare” mentre erano li per fare una vita da “gauche sardine” che nei loro paesi non si sarebbero mai potuti permettere. Perché anche se fosse vero che non erano pagati profumatamente, hanno sempre potuto contare su qualche entrata extra in euro – su cui non hanno mai pagato le tasse in Egitto – e sulla svalutazione della lira egiziana per fare una vita che nessuno dei poveri che oggi dicono di difendere a spada tratta poteva o potrà mai permettersi.
Ma, cosa ancora più importante, hanno potuto approffittarsi dell’innata disponibilità, gentilezza, ospitalità ed oserei dire persino della singolare servilità masochista dei miei bravi ed onesti concittadini, che si sciolgono appena vedono il “khawaga”, lo straniero, magari biondo o semplicemente con un passaporto rosso. E che per questo si ingegnano in mille modi per aiutarlo, risparmiargli la fila, cedergli il posto, rendergli la vita più facile. Non sanno, poveretti, che quando sono loro a finire nei paesi dei Khawaga, non hanno diritto a nessuna corsia preferenziale per via della loro pelle scura e del loro passaporto verde, semmai le cose diventano molto più difficili. Eh no, cari rivoluzionari da tastiera: io scrivo e dico quello che voglio sul paese dove sono nato,cresciuto e di cui porto la cittadinanza pur vivendo e lavorando in una seconda patria, delle cui politiche interne – eccettuate quelle sull’immigrazione – non mi sono mai occupato. Voi invece se volete scatenare il caos là dove avete avete vissuto solo da turisti, da ospiti – voi si che lo eravate – serviti e riveriti, lavatevi prima la sporca coscienza.
Pubblicato il 4/272011 su Salamelik
In Egitto ci sono disordini, la guerra civile nelle capitali e nei paesi occidentali a trovare una posizione comune. Alcuni, come il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon chiede libere elezioni subito, mentre il primo ministro italiano Silvio Berlusconi Mubarak rinforza la schiena. Forse è una buona cosa, perché alla fine deve decidere il popolo egiziano, come procedere lì. Ai miei occhi questo Mohamed ElBaradei solo uno che ora vuole saltare sul treno in movimento alla polvere, a volte velocemente presidente. Lui è nei miei occhi non è la legittimità democratica.
Una lettera aperta di speranza all’Egitto
http://coriintempesta.altervista.org/blog/caro-egitto/
Lo dico da occidentale “col culo al caldo”, ma questo El Sebaie mi convince poco. E il suo curriculum occidentale, con inviti anche da parte del Dipartimento di Stato Usa, me lo conferma. Troppi “né – né”. Nessuna parola di “approfondimento” sui cosiddetti squadroni della morte, sul ruolo europeo e Usa nell’affaire e anche, perché no?, del Mossad. Ma io ho “il culo al caldo”, benché un vento gelido spiri da tempo anche qui da noi, che mediterranei, in primis, lo siamo a buon diritto.
il pezzo è una delle cose peggiori (berlusconiani a parte) che abbia letto in rete in questo periodo, e per di più pieno di inutili polemiche personali che poteva anche risparmiarci in un momento così delicato e complicato per il suo paese.
geo
Si è una articolo molto brutto. Una lingua di legno. Dal Manifesto al Dipartimento di Stato. Comunque è una bella carriera. Ci sono comunque cose piú interessanti da leggere sull’Egitto: Zizek su El Pais e Alain Badiou per esempio. Il povero Sherif meglio lasciarlo li a contorcersi nel viluppo aviluppato delle sue frasi rossiniane. Sembra un po’ Mustafá dell’Italiana in Algeri. Anche sul blog Georgiamada sono segnalate moltissime cosa piú interessanti. Anche Goytisolo`ha punti di vista interessanti soprattutto sulla Tunisia
genseki (Murcia)
La bella “carriera” di cui parlate tanto sarà oggetto di un post sul mio blog a breve. Detto questo, ci tengo a precisare che non mi vergogno dell’invito del Dipartimento di Stato: sono stati invitati anche membri dell’opposizione e della società civile egiziana e – come rivelato da wikileaks – anche dei bloggers dell’opposizione, uno dei quali già nel 2008 disse loro che nel 2011 ci sarebbe stata la rivoluzione.
Questo solo per sottolineare come il diparimento di stato invita molta gente e intreccia rapporti con più parti: nel mio caso l’invito era un’occasione di formazione sul multiculturalismo negli Stati Uniti e un riconoscimento per il mio attivisimo civile in Italia, l’unico ricevuto dopo un anni di sbattimento a favore degli immigrati e dei loro diritti in questo paese.
Ho un curriculum occidentale uguale a quello di molti altri bloggers all’origine della protesta: hanno studiato anche loro nelle scuole occidentali del Cairo, all’Università americana del Cairo e viaggiato o vissuto in Occidente. So cosa pensano – condivido il loro amore per l’Egitto e le ragioni della loro protesta – ma penso anche al futuro, al dopo Mubarak a cui loro ancora non hanno purtroppo pensato. Almeno mi sembra.
E beh in Egitto ci voleva qualcuno che pensasse no? In tante migliaia non ci hanno mica pensato a pensare! Ma niente paura che il pensiero il dipartimenro di stato lo manda direttamente dall’Italia. Anche in Egitto presto si penserá. Per essere un antirazzista il Sherif el Sebaie vola dove neppur Borghezio osa: sti poveri egiziani non pensanti, in effetti ci fanno pensare, come si puó andare in piazza senza nemmeno pensare a comprare il croissant, e a lesciar scritto a mezzodí getta la pasta. Fortunatamente quacluno che pensa al loro futuro c’è. Che sollievo!
genseki che nemmeno lui pensa molto al domani a causa dell’etá
Eccoti, i tuoi “croissant”: http://salamelik.blogspot.com/2011/02/legitto-e-i-tempi-che-furono.html
i blogger per lo più sono solo narcisisti e desiderano solo essere letti, non gli interessa molto capire e denunciare veramente (spesso sono anche affetti da fastidiosissima sindrome della mega-vittima).
O almeno questa era la caratteristica dei blogger fino a poco tempo fa, ultimamente le cose sono cambiate, noto che molti (nei limiti delle singole possibilità) hanno preso coscienza del loro compito, ma, come in tutte le società, c’è chi è più reazionario (e rimane indietro ad osservarsi l’ombelico e a dire io io io io …) e chi lo è meno e cerca davvero di capire insieme agli altri e di diffondere. Io naturalmente preferisco i secondi gli altri li considero solo una fastidiosa perdita di tempo, ma se dio vuole noto che sono in via di estinzione, sono pochi quelli che ancora resitono, con il ciglio umido, a piangere su se stessi ;-)
“Presidente, le chiedo scusa ma.. anche lei avrà delle questioni interne ogni tanto, e verrò a scuola da lei per sapere come riesce a superarle, visto i suoi quasi trent’anni di permanenza alla guida del suo paese.”
Il premier italiano rivolto al dittatore egiziano, 4 giugno 2008
http://www.youtube.com/watch?v=RMsAuL-04xA
Gentile Sherifel Sebaie,
ma perché viene a discutere qui se sarebbe stato tanto comodo discutere da lei nel Salamlik se non fosse che lei filtra i commenti?
Questo suo atteggiamento è proprio curioso sa! Lei accetta il contradditorio solo in campo neutro?
O forse è perche NI stavolta non filtra i commenti che è obbligato ad argometare?
genseki dal ciglio asciutto
perchè mai è stato cancellato il commento di genseki?
cosa aveva detto di terribile?
… pensare che stavo per rispondere dicendo che NI per quanto ne so io NON filtra mai i commenti … arrivo e non trovo più il suo commento … allora aveva ragione.
Jan dimmi che è un errore tecnico e che il commento è sparito per sbaglio, oppure … cancella pure questo.
geo
Prendo atto che il pezzo non è piaciuto a georgia robugliani e genseki. E’ uno scritto nel genere dell’invettiva, alquanto emotivo ed accorato, di cui possiamo discutere dei meriti e dei difetti.
L’ho pubblicato convinto della bontà di un punto di vista piuttosto controcorrente di questi giorni, espresso da una persona competente ed autorevole, non fosse altro che per le capacità linguistiche di Sherif che gli permettono un accesso alle fonti che tanti non hanno.
Ho assistito al crollo del muro di Berlino ed alle proteste di Tiannanmen in Cina e sono sensibile alla protesta popolare che si mette in gioco totalmente in piazza. La ammiro e la rispetto, ma trovo che di fronte a ciò che sta avvenendo in queste settimane si offra uno schema interpretativo semplificatorio e fuorviante:
protesta popolare = bene
dittatore = male
cacciare il dittatore = felicità e prosperità
(come nelle flash-card di GWBush in non so quale parodia)
Non credo che la situazione dell’Egitto sia semplice, il fatto che nelle proteste popolari di questi giorni la parola di Hillary Clinton sia considerata più autorevole dai media europei di quella degli egiziani stessi mi induce a pensare che il paese viva un’indipendenza in prestito. La posizione di Sherif El Sebaie in questo articolo mi pare meritevole di riflessione: forse è utile comprendere i limiti di azione della situazione attuale, dove l’uscita di scena di mubarak non risolverà problemi economici profondi, servitù internazionale decisa nelle cancellerie all’estero, crisi agricola e degrado ambientale. Forse Sherif prende invece un granchio, cosa che non dovrebbe essere difficile argomentare serenamente.
Non trovo invece costruttivi argomenti ad hominem nella discussione. Il fatto che le idee di Sherif siamo (legittimamente) per qualcuno poco convincenti, non implica giudizi sulla persona (men che meno quando si cerca poi di utilizzare tali giudizi circolarmente per confutare le idee espresse). Per questo motivo e per togliere dall’imbarazzo coloro che le hanno scritte, ho rimosso le stronzate più palesi da questa colonna di commenti.
“Non trovo invece costruttivi ed ammissibili argomenti ad hominem nella discussione.”
già, perchè il post di Sherif che per due terzi è un’invettiva contro le sporche coscienze di chi ha il culo al caldo non contiene argomenti ad hominem, vero?
le idee di sherif sono sue e legittime, io del resto apprezzo opinioni diverse, un po’ meno legittimo usare questo post (e i fatti di questi giorni) per sue polemiche personali e per levarsi sassolini dalle scarpe ;-). genseki non aveva detto nessuna stronzata, non più di altri comunque … se davvero volevi levare le stronzate dovevi allora anche eliminare alcune cose dal post ;-). Poi non capisco perchè i blog che parlano dell’egitto sono tutti aperti e senza censure meno il blog dell’autore di questo post (che filtra i commenti), e soprattutto i commenti in questo post di nazione indiana che di solito NON filtra mai i commenti … boh i misteri della rete.
Sinceramente io il commento di genseki lo avevo letto e proprio non mi sembrava che avesse detto cose da provocare censura, aveva fatto solo una battuta sul fatto che lui ha il ciglio asciutto, ma …insomma non mi sembrava offensiva ;-) del resto sherif non sembra proprio voler essere tolto da nessun imbarazzo se a volte si scrive i commenti da solo e addirittura è andato a segnalare il suo pezzo a destra e a manca (del tutto incurante di possibili polemiche, anzi sembra proprio voglioso di crearne ), legittimo anche questo per carità ma allora uno però lascia totale libertà di commento … (IMO naturalmente)
ad ogni modo non preoccuparti la chiudo qui, anzi mi dispiace persino aver iniziato a commentare in questo post che proprio non mi piace, e non certo perchè ha un punto di vista diverso dal mio, ma forse proprio perchè NON ha veri punti di vista, sembra che aspetti solo di vedere che aria tira per capire chi dovrà appoggiare, altro che avere o meno il culo al caldo, del resto è legittimo pure quello, anche sallusti cercherà di annusare l’aria prima o poi.
geo
Cara Georgia,
Sai benissimo che non sono io che mi sono “tolto sassolini dalle scarpe”. Lia aveva già un contenzioso personale con me (che sinceramente non riesco ancora a spiegarmi) dall’epoca della famosa mail pubblicata sul Corriere e si è “tolta i sassolini dalle scarpe” dipingendomi come un codardo implicato con il regime nel momento peggiore da un punto di vista umano per un egiziano che vive all’estero questi momenti di angoscia.
Detto questo, il riferimento alle “sporche coscienze” non è solo a Lia ma ai tanti, inclusi i cosiddetti esperti, che ora si credono autorizzati a pontificare solo perché hanno vissuto i difetti e le miserie dell’Egitto da ricercatori o da turisti missionari e quindi comunque in maniera folcloristica. Rispetto la loro opinione, ma credo che rispondere a ogni mia riflessione dipingendomi come agente di Mubarak non sia veramente un modo civile di confronto.
Il mio blog è molto più democratico di quanto pensi e lo sanno tutti: infatti non mancano prese di posizione contrarie al mio pensiero ed anche insulti. Ma quando i commenti cominciano ad arrivare da uno stesso IP con tremila nick diversi per dare l’impressione che il pianeta web sia tutto contro di me, o gli insulti oltrepassano un certo limite, io cancello. Mi spiace, ma è anche per mantenere un certo livello intellettuale.
Mi sarebbe piaciuto che il rapporto con Lia fosse più sereno e costruttivo. Ma lei è emotiva e la vicenda Allam – lo capisco – ha rappresentato per lei un trauma insuperabile. Come le ho scritto nel mio commento, mi spiace umanamente non aver potuto esserle d’aiuto. Ma la vicenda aveva assunto contorni patetici e meschini che mi hanno convinto che non era il caso sguazzare nella melma.
Direi che della posizione di Sebaie andrebbe semplicemente preso atto, come di una delle voci che attualmente cercano di dirci cosa accade in Egitto.
scusa ma perchè devi stare a sindacare e pontificare su chi sta facendo circolare informazioni interessanti? (non sono vere? bene, attivati per controbatterle) e su chi ha o no il culo al caldo o altre bischerate come l’episodio che vi ha visti tutti abbastanza patetici e meschini, nessuno escluso, a parte il (o la) criminale vero e proprio che ci ha lucrato sopra.
Tu non parli forse giustamente dell’italia e non dai giudizi? che ti dovrei dire che non devi farlo perchè non ci sei nato? ma scherziamo?
Non può essere che lia abbia capito lati dell’egitto che a te erano sfuggiti? La cosa ti scoccerebbe?
Poi lia sa usare la rete con abilità e leggerezza e annoda e-fili tra l’italia e l’egitto. Non vedo sinceramente cosa ci sia da eccepire. Solo tu puoi parlarne? Bene! penso tu ne abbia gli strumenti, però allora fallo, invece di affliggerci con i tuoi problemi esistenziali e le tue lamentele sugli altri blogger. per ora mi sembra che hai solo difeso la corporazione dei cammellieri che siccome perdono una giornata di turisti (e deduco che non abbiano il culo al caldo) si possono permettere di andare (dietro compenso che sembra neppure fosse molto lauto) a menare sciabolate con coltellacci e spade fra la folla che manifesta. Hai mai studiato la storia italiana? Beh le squadracce fasciste non è che si comportassero molto divesamente quando andavano a menare con manganello e coltellaccio antifascisti e operai nelle fabbriche occupate.
E poi che squallida frase infelice la tua … che voleva essere ironica:
“E i rimanenti 23 milioni di abitanti del Cairo quanto sono stati pagati per non scendere a fianco dei 2 milioni che erano in piazza?“.
Ricordo la disse berlusconi quando ci fu la manifestazione di 3 milioni contro i tagli alle pensioni :-1 sarei venuto a dialogare con te li. Ma non puoi aspettarti che io dialoghi dopo che mi ha accusato nientemeno che di collaborazionismo.
Ti devo ricordare cosa ha scritto Angela Lano – una che l’attivista lo fa sul serio – di te, dopo che ti ha conosciuto anche lei? Ci tieni che lo faccia sapere ai tuoi lettori?
Che eleganza, che stile, che competenza, che analisi ponderata, che amore, prima di ogni cosa, per il proprio paese!
Spero che lia non ti risponda e ti lasci ai tuoi pettegolezzi velenosi.
Ti rispondo, anche se in parecchi mi dicono di far finta di niente
CHE SQUALLORE!!
ecco che si finisce, com’era prevedibile, in bellezza! (ti hanno mandato degli sms?)
Nel caso tu non l’abbia capito, Georgia, ti considero come una dei squadristi a cui accennavo poco sopra.
Guardi Signor Sherif el Sebaie che per me lei è libero di cambiare opinione come crede. A me pare che se ha tolto dal curricolo in riferimemto al Manifesto e ci ha messo il Dipartimento di Stato una ragione l’avrá avuta e io ho pensato che dovesse essere politica. Che il dipartimento di stato USA non abbia connotazioni politiche, dai, non lo scriva, non é degno della sua acribia. Crede davvero che una potenza come gli USA non sia in grado di definire assi strategici di dominio politico ideologico su scenari di mezzo secolo o anche di piú, naturalmente con le correzioni congiunturali necessarie o aleatorie del caso? Non intendo mettermi a discutere con lei sulla censura nel suo blog, lei saprá se alcuni commenti miei sono scomparsi o no e per quali ragioni, comunque io penso che se lei scrive che i suoi compatrioti che vogliono cacciare Mubarak non pensano al futuro o appoggia il regime del suo paese che è secondino di Gaza e torturatoio segreto degli USA poi la sua credibilitá nel difendere i diritti degli immigranti in Italia ne esce per forza di cose gravemente compromessa perché il leghista o il razzista italiano penserá: “eh giá qui difendono i diritti umani ma nemmeno loro ci credono davvero perché poi nel loro paese difendono chi li viola”. Cosí lei fa un danno a quanti in Italia si battono per i diritti degli imiigranti. E questa è un’opinione che non trovo né pesante né leggera ma mi pare che possa essere accettata serenamente e discussa senza tanti contorcimenti verbali. Io poi non sono nemmeno un fanatico dei diritti umani considerati in astratto. E le ripeto non discuto il suo diritto ad argomentare in favore di Mubarak e dell’imperialismo USA, lo fa anche Colombani per esempio oggi su El País. Peró Colombani lo fa con chiarezza. Non discuto nemmeno il suo diritto a cambiare opinione tutte le volte che le pare. Dico solo che le sue attuali opinioni non le condivido, che la sua meniera attuale di sostenerle, delegittimando moralmente e intellettualmente chi non le condivide non la considero corretta e che infine le opimioni che Lei esprime ora a favore del regime di Mubarak rendono inefficaci le sue prese di posizione sui diritti umani in Italia. Che infine per evitare qualsiasi disussione sulla censura o no mi asterró di intervenire sul suo blog nel futuro.
Mi scuso con Jean Reister per infliggere al suo post un ultimo mio commento vista la sua tendenza a scatologizzare le mie opinioni. Ma si sa la mia è doxa la sua logos.
genseki
Lia di haramlik fa un bellissimo servizio all’Egitto e alla rete sul suo blog, complimenti!
genseki
Risposte veloci (nel limite del possibile):
1 – Sto dalla parte del paese e non del regime, mi sembra sia chiaro anche dal post sotto cui commentiamo. Ma tanto a voi non interessa: basta mistificare per avere ragione.
2 – Mai cambiato opinione su nessun argomento, ma cambio – questo si – opinione sulle persone. Quindi confermo di aver cambiato opinione sulla signora De Feo dal 2007.
3 – “deligittimare moralmente e intellettualmente” è quello che ha fatto la signora De Feo nei miei confronti dipingendomi come “agente del regime”. Ho semplicemente risposto ad accuse infamanti e dovrebbe essere grata che questo era l’unico modo in cui ho risposto.
4 – collegare le mie opinioni sul futuro dell’Egitto (senza difendere il regime come volete far credere) alla battaglia per i diritti degli immigrati è, come scrissi, un’operazione meschina. So che a tanti piacerebbe che io stessi zitto affinché possiate godere la vostra democrazia in santa pace ma non lo farò.
5 – La prego di osservare la sua promessa e finirla qui, non perché non voglia il dibattito ma perché i suoi insulti sul blog della signora De Feo nei miei confronti rendono chiarissimo che fa parte dei suoi squadristi e io a dialogare coi squadristi non ci sto più.
PAROLE SANTE: ” Ce la faremo da soli: dittattura, democrazia, teocrazia non importa. Non vogliamo né le vostre bombe, né tanto meno le vostre ipocrite parole. Se siete cosi bravi fatela prima a casa vostra, la rivoluzione “.
accidenti mi sento ringiovanire: era dai tempi dei katanga che non mi davano dello squadrista!!!
Guardi che io la Signora Lia la conosco solo via blog, a volte sono d’accordo con lei a volte no e ci sono state volte in cu lei (la signora Lia) me le ha suonate (metaforicamente) di santa ragione. Comunque io non lo ho insultato io ho detto che quel suo testo lo trovavo ripugnante, che non è un insulto è un giudizio. Cosí come quando Lei usa la parola meschino.
Io non la prendo come un insulto ma come un giudizio. Comunque io a Lei non ho promesso niente, semmai mi sono scusato con il Signor Reister che avrá pazienza ancora una volta. Io non voglio avere nessuna ragione la ragione non mi interessa. Io stimo molto le persone che cambiano opinione chi non cambia opinione è pericoloso. Sulle persone tendo ad avere sempre opinioni buone sono convinto sempre della buona fede anche quando è impossibile crederci davvero, io opino solo sulle argomentazioni e le tesi. Le persone si immagini un po’ qui in internet sono ombre di impulsi elettromagnetici. Le persone sono costrutti variabili dalla consistenza di una scintillina, si figuri io non sono genseki non sono solo genseki sono genseki solo nella frazione di tempo tra un lavoro e l’altro in cui mi dedico a digitare quasi alla cieca questi poveri commenti in casa d’altri. Ho goduto di tante cose nella mia vita ma della democrazia mai! Del buon vino e del tabacco si! Ringrazio ancora il padrone di casa per ospitarmi stavolta spero per l’ultima volta nella stiva del suo post che contribuisco a rendere maleodorante (sia detto con tutto il rispetto).
Lia Lia alalá!
genseki
[…] Da quando ho scritto il post in cui esprimevo disgusto per il modo di rappresentare la rivolta in Egitto di un signore che ho nel mio feedreader, costui – Sherif El Sebaie – ha scritto almeno cinque post in cui mi accusa di orrendi crimini contro l’Egitto, di cui uno divulgato anche fuori dal suo blog. […]
Ahem: non è che io mi “ritiri in ordine”, Sherif.
Semplicemente, ti ho risposto sul mio blog: http://www.ilcircolo.net/lia/3082.php
E io ti ho risposto proprio li oltre che nei vari articoli già pubblicati sul mio blog. Vediamo quando finirà tutta questa storia, se mai vorrai che finisca. Guarda che ho una pazienza in-fi-ni-ta. E molti più strumenti per difendermi di non quanto tu possa immaginare. E, sinceramente, non sono molto sicuro su chi avrà più da perdere in questa vicenda.
Mi sembra che oltre che sui rispettivi siti, le parti in causa abbiano avuto modo di esporre il proprio punto di vista qui in questa pagina, e di replicare a ciò che hanno ritenuto opportuno. Se non lo avessero ancora fatto esaurientemente, questi spazio è a disposizione.
Detto questo, non si tratta di un incontro di pugilato in cui vince chi rimane in piedi o chi ha l’ultima parola.
Ho già scritto più sopra perchè ho ritenuto interessante il punto di vista di Sherif El Sebaie; la discussione sugli aspetti personali che è seguita nei commenti qui è però troppo aspra e carica emotivamente perché si riesca a separare con chiarezza proiezioni personali e valutazioni obiettive, almeno per ora.
E questo riguarda tutte le parti: la forma retorica dell’invettiva scelta da Sherif nel suo articolo non aiuta a fare questa distinzione, per cui mi auguro semplicemente che tutti abbiano avuto la possibilità di esprimersi in modo pertinente.
vergognoso, semplicemente vergognoso. L’alter ego di magdi Allam, l’altra faccia della stessa medesima medaglia falsa….collaborazionista…. e pagato dall’Ambasciata ovviamente. Oppure i viaggetti negli Usa glieli offrono perché sono generosi e ospitali verso egiziani abitanti in Italia? No other words…
Scusate ma frasi come -” Vediamo quando finirà tutta questa storia, se mai vorrai che finisca. Guarda che ho una pazienza in-fi-ni-ta. E molti più strumenti per difendermi di non quanto tu possa immaginare. E, sinceramente, non sono molto sicuro su chi avrà più da perdere in questa vicenda”- proferite dal sig. Sebaie mi sembrano più adatte a messaggi mafiosi sussurrati, che ad argomenti, pur polemici e anche “velenosi”..ma non fino alle minacce personali che se l’italiano ha un significato mi paiono evidenti trasparire da questo…avvertimento…
Genseki sei un grande…..
Il blog suppongo sia il mio, invisiblearabs. Il mio ‘culo al caldo’ è a Gerusalemme, città dalla quale mi muovo per andare in giro (a bordo piscina?) tra Israele, Cisgiordania, Gaza, mondo arabo. Ci sto da dieci anni esatti, invece di fare la giornalista ‘di lusso’ in Italia. Parlo e scrivo di quello che so, che conosco e che ho visto con i miei occhi, testimoniati in due libri (“Arabi invisibili” e “Hamas”, entrambi da Feltrinelli) che non sono poi andati malissimo… Sono a Gerusalemme e non al Cairo perché sto scrivendo il mio terzo libro e, purtroppo, mi sto perdendo la rivoluzione dei ragazzi di Tahrir. Che poi il signor Sherif el Sebaie non sia contento del mio blog, libero di esserlo. Per fortuna, l’Italia è una democrazia. I blogger, al Cairo, venivano e vengono arrestati. L’unica cosa, si astenga dai giudizi sulla qualità del lavoro altrui, quando non ha altre armi intellettuali per combattere opinioni diverse dalle sue. E’ la prima regola di un atteggiamento serio dal punto di vista intellettuale e professionale.
Ah, racconto un aneddoto della Fiera del Libro di Torino. Alaa al Aswany, Egitto ospite d’onore, partecipò ma non nella delegazione ufficiale, per dimostrare la sua distanza e la sua critica nei confronti del regime. Ecco, questo è il tipo di egiziano, e di intellettuale, che mi piace. Uno che rischia per la sua dignità, e per la sua democrazia. Che al signor Sebaie piacciano altri tipi di persone, è un suo problema. Non certo il mio.
Gentile Signora Caridi,
Sono sicuro che anche il suo prossimo libro non andrà malissimo. Non la invidio: deve essere un libro proprio impegnativo per costringerla a non attraversare un confine e perdersi purtroppo la rivoluzione dei ragazzi del Cairo di cui pur scrive abbondantemente, e con grande ardore, in questi giorni. Dicono però che Gerusalemme sia molto bella e tranquilla in questa stagione. Pensi come sarebbe stato finire un libro a Gaza o al Cairo con l’aria che tira da quelle parti!
PS: riguardo alle mie argomentazioni nonché alle altre accuse e insinuazioni che ne sono conseguite, credo di aver già ampiamente risposto sul mio blog.
“…Sono sicuro che anche il suo prossimo libro non andrà malissimo. Non la invidio: deve essere un libro proprio impegnativo per costringerla a non attraversare un confine e perdersi purtroppo la rivoluzione dei ragazzi del Cairo di cui pur scrive abbondantemente…”
ciusca si sente il rumore dei dentoni nel truciolato: rosik rosik rosik :-D
MUBARAK SI è DIMESSO (o meglio è stato dimesso) le mie più vive condoglianze a sherif ;-) ma … sono sicura che da oggi diventerà oppurtanemente anti-mubarak;-)
potete ascoltare la diretta su RaiNews24.
geo
Evviva.
Mi spiace dirlo, ma la retorica di Sherif – sia nel pezzo che nei commenti – non mi è piaciuta per nulla: una retorica nazionalista terzomondista del tutto anacronistica, a mio parere.
Gli unici che non sono stati col culo al caldo, in tutta questa vicenda, sono quelli di piazza Tahrir – che volevano ciò che è stato ottenuto, alla faccia degli analisti politici – egiziani o italiani che siano – dietro al computer.
Caro Marco,
Se finirà, in qualunque modo, sarò il primo a festeggiare.
Sì, Sherif: lo sappiamo, che festeggerai se finirà “in qualunque modo”.
Un modo pacifico, ovviamente. Ma non riesci proprio a non strumentalizzare nulla neanche nei momenti più drammatici per un popolo?
Sherif: si tratta di capire se tutto ciò porterà a una transizione democratica o un semplice passaggio di poteri nell’esercito. Con quello che ne consegue. Quindi, il tuo “in qualunque modo” è ripugnante.
Stasera, mentre aspettiamo le dimissioni di Mubarak, lo è ancora di più.
Te lo spiego perché non ti considero intelligente. Non perché credo che tu non lo sappia. Perché credi, davvero, di avere a che fare con degli imbecilli. E questo è un tuo grosso limite, tra gli altri.
Tutto quello che dico io per te è “ripugnante”, figurati. Evidentemente tu vuoi solo che il paese vada a rotoli, nessuna soluzione transitoria per te è accettabile. Non vuoi che la gente torni a lavorare e mangiare, vuoi che un’ economia in via di sviluppo sia ridotta ai livelli dell’ultimo paese dell’africa subsahariana. E che i poveri che oggi vivono con due dollari al giorno domani debbano sopravvivere con 50 centesimi o meno. E poi dove andrai? Allo Sheraton di Napoli? O punti su una maggiore inflazione per sopravvivere al Cairo, invece con 500 euro con almeno 5? Il tuo comportamento mi ricorda il detto egiziano: “Vuole trasformare tutto in rovina e sedersi sulla collina di ruderi”. A volte le soluzioni transitorie ci vogliono, specie se il paese è un paese dell’importanza dell’Egitto. Ripeto: come mai questo vostro ardore rivoluzionario non si vede su questioni che vi riguardano direttamente?
A parte che Mubarak, come il nostrano berlusca, non se n’è andato e sta temporeggiando alla grande: pare che resterà fino a settembre…
Secondo me c’è un errore di prospettiva: dall’Italia, per l’Egitto, possiamo fare poco. Quel che si puo’ fare è far circolare delle informazioni quanto piu’ possibile di prima mano, cioè espresse da persone che stanno la, o da cui sono appena tornate…perchè hanno il polso della situazione…io non so nulla dell’Egitto, ma se un’ex alunna che ha vissuto prima al cairo, poi ad alessandria, accanto ai giovani egiziani, nell’università sono autorizzata a pensare che se lei scrive e dice che non è vero che vi sono due fazioni, ma ce n’è una sola ed un regime che “sta facendo il suo sporco lavoro”, incrociando questo dato con i messaggi di twitter da tahir e le notizie che arrivano da al jaazira, qualche attendibilità possa pure averla per farsi un’idea….e, di solito, di fronte a questa tipologia di ragazze, anche se sono piu’ giovani e non hanno una laurea e due abilitazioni che mi hanno qualificato “insegnante” senza alcun dipartimento di stato USA dove andare a fare corsi di “leadership”, mi metto dalla parte di chi solo impara. Ma posso io trovarmi un piccolo presuntuoso studente universitario fuori corso, egiziano, che si diletta di sparare a zero sulla nazione per cui mio Padre ha combattuto ed è stato torturato , che dice che persone come Lia (o milioni di altre persone) debbono “ritirarsi in silenzio” perchè “osano” contrastarlo sulle sue opinioni dell’Egitto che coincidono con quello che dicono le TV egiziane di stato? E un’altra riflessione mi sorge spontanea (avendo sentito una certa telefonata in registrazione) ma è possibile che la lotta al razzismo -che in Itaiia è gravissimo- sia interpretata anche (e per fortuna non solo) da uno che ha una coerenza morale e un coraggio come quello che emerge dal contrasto tra le sua parole scritte e orali? Da uno che vorrebbe fare una petizione a Repubblica per essere meno “antimubarakiana”? da uno che mentre sterminavano i palestinesi a frotte difendeva il disgustoso ruolo del governo egiziano, direi complice di questa carneficina? Che autorevolezza ha uno così per parlare dei razzisti leghisti senza che l’ultimo degli stronzi parli di come lui, egiziano, mostra questa indifferenza per la vita di migliaia di cittadini di Gaza? Ma che, gli “extracomunitari degli altri” sono piu’ meritevoli degli “extracomunitari a casa propria” che possono schiattare come topi perchè Mubarak ha deciso di chiudere tutti i tunnel?
mi sarebbe piaciuto non leggere nessun commento a questo post di sherif, così l’unico culo al caldo dietro a una tastiera sarebbe rimasto solo il suo
Ma si, Cloro,
l’avevo già capito che sei talmente democratica che non ti sono mai piaciute “le mie sparate a zero” sul razzismo nel tuo paese, un paese che evidentemente non hai intenzione di cambiare con lo stesso ardore che riversi sugli egiziani e i palestinesi perché tanto la buonanima di tuo padre ha già fatto abbastanza. Ho anche capito che dei rapporti Egitto-Israele non sai proprio niente, cosi come dubito che mai riuscirete a capire come funziona davvero il sistema egiziano, specie se continuerete ad attingere informazioni da una parte sola, quella che soddisfa il vostro ardore senza aiutarvi a capire alcunché.
PS: ho ben inteso anche che il “corso di leadership” – che praticamente ricorre in ogni tuo commento – ti fa rosicà (per usare una tua espressione: ciusca si sente il rumore dei dentoni nel truciolato: rosik rosik rosik :-D”)
Sherif: io sono piu’ nazionalista di te. La mia famiglia ha una storia militare che te te la sogni…pero’ se Maroni fa ammazzare 200 persone con la politica dei respingimenti, non ho problemi a scrivere che è un assassino. Non vedo per quale motivo devo vedere un giovanotto presuntuoso, un “pidiellino” d’egitto, che con la scusa del razzismo sputa continuamente sul mio paese, mentre quando si tratta di parlare di mubarak (e ti ripeto che io leggevo il tuo blog fino a quel tuo escrementizio post sui tunnel di gaza) debbo venire bollata come “una che non sa niente” dell’egitto e che quindi non avrei diritto di parlare…vedo che come “progressista” fai parecchio acqua. La telefonata che poi ha pubblicato Lia dice di te qual è la spiegazione di tutto cio’.
già poi NON si è dimesso, anzi ha fatto un discorso raggelante e sherif deve stare attento a cambiare idea troppo velocemente ;-)
Quanto alla mia invidia sul tuo master del dipartimento USA, davvero la prendo come una battuta di un goliarda attempato e parecchio “nerd”
sicuramente rosiko per la tua piu’ fulgida credenziale: la mezzaluna d’oro :-D
Se vuoi, lascio la mezzaluna a te nel testamento. E’ un premio storico, che ha occupato la stampa di ogni colore per settimane e che ha trascinato nelle polemiche persino il sindaco di Firenze che l’ha accettato. Secondo me un qualche valore ce l’avrà :)
Passo e chiudo.
Credo che il misterioso intellettuale che si congratula con Sherif per sms sia Suleiman in persona. E’ evidente che legge il blog di Sherif: il suo discorso di stasera era uguale al post che tutti stiamo commentando: “Andate a casa, non guardate AlJazeera”.
Gli mancava il link a Salamelik.
Vabbe’, basta: quest’individuo ha appena scritto questo:
“[…] oppure l’esercito – la stessa istituzione che ha rovesciato il Re nel 1952, e che ha dato all’Egitto Nasser, Sadat, Mubarak – assume il controllo e applica la legge marziale per proteggere le conquiste e le ambizioni del popolo egiziano e il bene supremo del paese. Va detto che la legge marziale non è – ripeto, non è – la legge di emergenza tanto invisa ai manifestanti e applicata dal 1981. La legge marziale normalmente implica il congelamento della costituzione, lo scioglimento delle camere, il blocco di quasi tutti i mezzi di informazione e la formazione di tribunali militari con sentenze immediatamente esecutive.”
Complimenti a Nazione Indiana, a proposito.
(è su Google Reader. Sul blog non appare ancora.)
http://pdlmestrinopd.files.wordpress.com/2010/11/sciacalliavvoltoi.jpg
un “pidiellino” d’egitto, che con la scusa del razzismo sputa continuamente sul mio paese. cloro
maria
ovvia, vedo che siamo già passati ai nostri rispettivi paesi e sempre in nome del presunto razzismo o antirazzismo dell’altro e dell’altra! Bravi!
x maria: semplicemente penso come regola generale che chi impegna se stesso in una battaglia debba avere una posizione coerentemente cristalina.
secondo me, come regola generale, chi impegna se stesso in una battaglia dovrebbe evitare di fare polemiche così unicamente personalistiche.
Il motivo principale per cui ho trovato orrido il post di sherif è che era lampante che più che l’egitto gli interessava esportare la sua polemica del tutto personale con lia e mi sembra che lo stesso valga per te clero (meno male che l’altra componente del vostro vecchio branco sembra sparita;-)
Almeno lia è più abile e soprattutto appare veramente appassionata, e la sua polemica (sempre che ci sia) trabocca di notizie interessanti e ragionamenti su quanto accade in egitto.
x Georgia: inquadrando il problema piu’ nei particolari (io non ho nulla di personale contro sherif, la mia è solo una dissidenza sulle idee) mi sembra assurdo che uno scriva sul suo blog cose condivisibili sul razzismo in Italia. Ma se pero’ quando si tratta di prendere posizione sul suo paese spande fango su chi diverge dall’opinione del governo (sulla rivolta attuale o sui muri di Gaza) il soggetto “antirazzista” diventa poco credibile, attaccabile (specialmente nel nostro inferno mediatico) e in definitiva nocivo alle persone che in Italia le battaglie le fanno davvero. Questo volevo dire, senza dar giudizi di valore (lo so che Lia è piu’ in gamba di me :-D)
Per me la coerenza è un valore e l’incoerenza (e l’ambiguità) è sempre un disvalore. E’ un’equazione semplice…che mi piacerebbe condividere coi miei connazionali (e non solo)
va beh lasciamo perdere coerenza e incoerenza, che è sempre più facile pretenderla dagli altri … non volevo dire che lia sia più in gamba di te o di altri, non faccio classifiche …dicevo solo che visto che l’argomento le interessa davvero riesce a concentrarsi su quello che conta anche quando la polemica la riguarda (e parecchio) e senza depistare il tutto sulla persona di sherif che sinceramente non interessa a nessuno. Che non sia credibile mi sembra lo dimostri da solo senza dover infierire:-)
Ad ogni modo la definizione di “pidiellino” d’egitto la condivido :-), mentre se uno ha solo una dissidenza sulle idee dell’altro di solito non accusa l’altro di rosikare … non è certo per le idee che si rosika ;-)
a Lia per questo commento
Non so da dove tu abbia preso quel pezzo indegno che sembra un avvertimento-minaccia a chi continua a protestare (anche in italia), ma non credo che “non sia ancora apparso” (ieri sera in google, una parte era visibile) bensi che fosse già stato giustamente, e saggiamente, eliminato ;-), per sostituirlo con un ennesimo post polemico contro una sola persona (che non so chi sia) … A sherif dell’Egitto importa un tubo (anche perchè non saprebbe bene dove informarsi davvero), a lui importa solo del suo blog (delle classifiche, dei link a lui) e, in positivo o in negativo, dei personaggi che frequentano il suo blog (contro cui si scaglia sempre ad personam), è una ossessione quasi berlusconiana, altro che “amore per il bene supremo del suo paese” :-).
Ad ogni modo da uno che nel 2007 durante il referendum (in egitto) diceva che la garanzia del voto sarebbe finalmente passata dai giudici a una commissione indipendente nominata dal governo, che cosa mai ci si potrebbe aspettare?.
Una commissione indipendente nominata dal governo (e che governo!) ???????? :-))))) Beh, la madre di tutti gli ossimori;-).
Tra l’altro è da tener presente, nel caso mubarak davvero rimanesse fino al voto, che la commissione di controllo del voto sarebbe nominata proprio dal governo :-2)))
x maria e georgia: DISTORSIONE PERSONALISTICA UN GRAN PAIO DI PALLE! Sul web si conoscono le persone non per la loro faccia o per altro, ma per quello che scrivono. Ora: Sherif s’è fatto conoscere per le sue invettive contro il razzismo degli italiani, sui pregiudizi circa il mondo islamico che imperano dall’epoca in cui s’è affermata in italia la moda razzista della lega nord.
Si dà il caso, pero’ che il razzismo della lega (e di quelli che si fanno condizionare da quest’accozzaglia di convinzioni farlocche) non sia il centro del mondo. Che questo modo di vedere le cose sia una parte di un complesso mondo categoriale imposto dal sistema di potere che si chiama NWO, new world order, le cui tappe storiche ho esaminato su parecchi post nel mio misero blog senza pretese, perchè è un macrofenomeno che conosco. A quel punto: se il dott. (si fa per dire) sherif scrive in difesa della costruzione di muri nei tunnel tra Gaza e l’Egitto, da costruirsi proprio mentre era in atto una delle carneficine sioniste piu’ vili degli ultimi tempi…bhe, qualche domanda me la faccio.
Se poi insiste nella difesa del regime di mubarak in quest’occasione perchè egli identifica con esattezza il suo proprio nazionalismo col regime in cui è cresciuto e che (desumo) lo ha fatto stare bene…bhe…non mi pare vi sia nulla di personalistico nelle critiche che gli ho mosso, ma semplicemente la presa d’atto del soggetto che è per quello che lui manifesta dai concetti che esprime per iscritto, nel tempo.
A ‘sto punto ritengo che le sue invettive sul razzismo italiano siano controproducenti, perchè chiunque puo’ rigirargli contro quel che afferma…il suo operato dunque risulta essere dannoso alla politica italiana quanto quello di capezzone, che dopo aver sostenuto idee libertarie, antiproibizioniste e anticlericali, ha saputo cavalcare il vento di destra e infilarsi nei ranghi piu’ alti e leccaculanti…cosa cui sherif aspirerebbe volentieri…anche se la capacità di argomentare di capezzone riesca ad essere superiore a quella di sherif che porta sul suo blog opinioni della tv di regime egiziano, spacciandole (o forse identificandovisi completamente) per le proprie.
L’articolo di Sherif El Sebaie che apre questa pagina propone una lettura critica della situazione egiziana nella forma di una forte invettiva retorica. Credo che le sue riflessioni siano utili per formarsi un’opinione e per costruire un quadro interpretativo funzionante, ed ho ritenuto la forma espressiva usata, estremamente emotiva date le circostanze, un elemento che ne caratterizzava l’urgenza e la forza: per questo motivo sono state pubblicate e proposte alla discussione qui.
Ad una settimana di distanza l’invettiva e la retorica del pezzo hanno prevalso nella discussione dei commenti, a discapito dell’analisi degli scenari. Avrei dovuto prevederlo e così non è stato. Le posizioni espresse da Sherif vengono stigmatizzate come quelle di uno spin-doctor opportunista; quelle di coloro che Sherif ha chiamato in causa sono viste come frutto di impreparazione culturale e miopia storico-politica. E’ una situazione di stallo che non permette di capire qualcosa di più dell’Egitto e di cosa noi (la società civile, i nostri governanti eletti) possiamo concretamente fare.
Sherif porta una visione estremamente cauta, conservatrice e direi pessimista delle proteste egiziane, visione che può non piacere ma che ha indubbiamente il suo posto nell’osservazione delle cose al Cairo. Mi auguro che alla fine i fatti lo smentiscano, ma non credo che si possano liquidare come semplice propaganda le perplessità che nutre per una visione semplificatrice delle proteste, buoni dalla parte e cattivi dall’altra, dove i buoni devono vincere.
E’ una posizione direi di destra liberale che può benissimo contribuire all’interpretazione della situazione egiziana, non è l’unico quadro interpretativo possibile e non è strano che se ne discuta in Nazione Indiana.
La protesta del Cairo non è quella della Tunisia, per dimensioni del paese, demografia, sviluppo economico e tensioni geopolitiche. Non è paragonabile alle proteste in Iran a seguito delle elezioni del 2009. Non è la caduta del muro di Berlino e non è neppure Tian’anmen nel 1989, anche se il 4 giugno proietta ombre sinistre sulla situazione del Cairo.
In questo senso l’articolo misterioso di Sherif citato da lia nei commenti e che anche io ho letto via feed non dice nulla di sorprendente quando evoca la possibilità di una dura repressione militare: è uno degli scenari possibili e sarebbe folle ignorarlo, questo lo sanno certamente anche i manifestanti che con indubbio coraggio e buonafede assumono su di sé le resonsabilità ed i rischi della protesta.
In questa settimana i fatti e le notizie hanno superato gran parte di questo post. Nei 90 commenti di questa colonna è stato argomentato ampiamente. Resta nella discussione una situazione di stallo che non credo possa più progredire oltre lo scontro sulla persona degli intervenuti, e che può solo radicalizzarsi nella ripetizione delle proprie posizoni alla ricerca dell’ultima parola. Per questo vorrei terminare qui questi commenti, lasciando aperta la possibilità di fare trackback e pingback dai propri siti se si desidera proseguire altrove, con nuovi argomenti, la conversazione.
chiudi i commenti?
fa come vuoi è tuo diritto …
prima però diciamo (dillo tu se questo commento non passerà) che (da quanto dice al jazeera) al momento la protesta (ma io credo si possa dire tranquillamente rivoluzione) è in tutto l’Egitto, hanno circondato le sedi della televisione e delle prefetture … l’esercito provvede a salvare prefetti e personale sotto il controllo di una gigantesca folla che per ora è stata deteminata e coraggiosa ma MAi violenta (a parte naturalmente episodi sporadici che sono fisiologici in situazioni del genere). Sì come ha detto marco sopra: “Gli unici che non sono stati col culo al caldo, in tutta questa vicenda, sono quelli di piazza Tahrir – che volevano ciò che è stato ottenuto”.
Sì, hanno ottenuto quello che volevano e questo è MOLTO importante.
E delle analisi farlocche e della sua forte invettiva retorica (ma dove la vedi la forza e l’invettiva? boh) .di sherif ne potevamo, e possiamo, tranquillamente fare a meno, ma non è certo un grosso problema. ;-)
Leggo adesso il Guardian, georgia. Gli avvenimenti incalzano, ciao.
[…] preziosa tra le lezioni che ha ricevuto di recente: quella sull’opportunità di astenersi dai giudizi sul lavoro altrui “quando non ha altre armi intellettuali per combattere opinioni diverse dalle sue. E’ la […]