Le porte di Francesco Nardi

OOA_N1di Francesco Nardi

(…)

È chiaro che questo non era un
“tran tran”
anzi mi aveva scombussolato a tal
punto
che ero finito ancora al centro
psichiatrico diverse volte
due mesi prima degli esami mi
era capitata
una malattia all’intestino dal quale
me ne
avevano tolto 70 centimetri
e dovevo studiare ed ero fiacco e
non
riuscivo a concentrarmi… né a
dormire
insomma non so proprio come ho
fatto a
finire il liceo
e sono passato con 6+
Poi è morto mio padre

[…]

Poi ho passato sei anni qui da solo a
dipingere senza che un amico
varcasse le porte di casa mia con i
fratelli che rompevano le scatole perché
gli sporcavo il pavimento della sala
invece di lavorare.

[…]

OOA_N2Tra gli anni 70 e gli anni 80 non so che
dire io ho avuto anche un vuoto “continuo”
di memoria e di tutto.
Sarà stato il militare
sarà stato il manicomio in senso vero
saranno stati gli psicofarmaci
sarà stata la malattia?
sarà stata la mia indole pigra?
sarà stata la mia famiglia?
sarà stata la mia fuga dalla società?
E di “coscienza” si parla
andare nel “profondo”???

[…]

ne ho fatte più di cinquanta
quando raccoglievo le prime porte tutti mi
prendevano per matto
“dipinge le porte di casa sua”
era quello che pensavano
Non ne ho toccata una di porte di casa mia
Ora persone vengono qui soprattutto donne
OOA_N3non sanno nulla di pop,
non sanno nulla di transavanguardia,
non sanno nulla di arte minimale,
non sanno nulla di arte povera
non sanno nulla di nulla di arte – tutto quello che dicono
è bello e questo no – non mi piace –
Quando dipingevo le prime porte sono stato
per sei anni senza che nessuno entrasse a
casa mia di questi pseudo amici follinesi
e che ti facevano anche i malocchi gettendoti il sale
davanti casa tua
pretendono e ti danno in cambio poco o
vestiti e cianfrusaglie vecchie
Ce ne sono cinquanta porte qui e vogliono
anche una installazione
quella che non c’è più…
ed erano stati qui quando c’era…
e vogliono quella che non sanno “più”
e non hanno “mai saputo”
e vengono qui a mezzanotte con l’amica che
ha visto la porta appesa al ristorante
OOA_N4fatta 10 anni fa
ed hanno il denaro per la Saab, per la Bmw,
la moto ed il Mercedes
strombazzano
e ti sorridono
gli chiedi trecento e dicono che sono
troppi allora penso: chiedo forse troppo?
Chiedo 200 e dicono che sono troppi
E te ne danno 150
e c’è anche stato chi non ti da nulla
vestiti vecchi appunto in cambio
e promesse mai mantenute
Non sapevo che gli artisti venissero
trattati così da queste parti
altrimenti non l’avrei nemmeno fatto.

 

a-casa-sua

 

Francesco Nardi (1952 – 2013)

 

 

 

 

 

 

Dialogo tra Checco Nardi e Daniela Rosi (nel 2012):

DR “Francesco sei soddisfatto che le tue opere siano arrivate a Parigi?”

FN “Tu sei contenta?”

DR “Certo Francesco, sono molto contenta!”

FN  “Bene allora, son contento per te!”

 

[i testi di Francesco Nardi e le immagini delle sue opere sono tratti dall’articolo “Le porte di Francesco Nardi, pittore di Follina”, di Daniela Rosi, pubblicato su “Osservatorio Outsider Art”, n° 5, ottobre 2012, Palermo; nel suo articolo, che comprende anche una breve biografia, Daniela Rosi ha selezionato i testi dell’artista da: “Ridotto al minimo”, di FN, Grafiche Antiga, 2005, Crocetta del Montello, TV, ora esaurito]

 

 

 

 

1 commento

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

La consapevolezza del suolo nella rappresentazione del paesaggio

di Costanza Calzolari
Il paesaggio come oggetto autonomo nell'arte diventa evidente nell'età ellenistica e romana. La natura tuttavia non è descritta mai nel suo aspetto realistico, mentre la presenza dell'uomo è una costante sia fisicamente che come conseguenza delle sue attività

Lingue matrigne

di Gabriele Di Luca
Ciò che in generale manca agli italiani è la conoscenza delle varietà medie e basse del tedesco.

Una repulsione per l’origine. Storia e critica di un’eredità in Bärfuss

di Alice Pisu
Con Il cartone di mio padre (trad. Margherita Carbonaro, L’orma), Lukas Bärfuss porta avanti un’indagine sulla demitizzazione dell’esistenza attraverso la solennità della morte iniziata con uno studio storico, filosofico e letterario sul suicidio in Koala.

Vita di Durruti

di Pasquale Vitagliano
Chi ha ucciso Buonaventura Durruti, il capo delle colonne catalane, il più coraggioso e amato dei comandanti della resistenza al franchismo?

La cerimonia del possibile

di Paolo Morelli
Il libro, o la cerimonia, o la danza, è tutto innervato su immagini prensili, allucinogene (“l’allucinazione è una malattia sacra”), serpenti, montagne, il labirinto, fino al rito comune del falò finale. Immagini che producono altre immagini.

Kafka nel Paese delle Meraviglie (Letteratura e diritto #5)

di Pasquale Vitagliano
Può essere che Franz Kafka abbia letto Alice nel Paese delle Meraviglie? La domanda non è oziosa.
giacomo sartori
giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: