antonio sparzani
Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato anche due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia, pubblicato presso Mimesis. Ha curato anche il carteggio tra W. Pauli e Carl Gustav Jung, pubblicato da Moretti & Vitali nel 2016.
Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno. View all posts by antonio sparzani →
Concordo in pieno con Antonio Sparzani.
E chiedo: ma il PD non ha imparato e non sta imparando nulla da quanto va accadendo (come minimo) negli ultimi anni???
ieri a margine di una foto con un bellissimo ponte naturale ho così commentato(commento poi censurato ma comprensibile in questo caso visti i tempi in cui sopravviviamo,peraltro a stento):
“un buon posto da visitare,qualora la nomenklatura,insistesse a proporre,salvo le fisiologiche eccezioni di testimonianza,i nomi di questi giorni per il quirinale.Roba da lemmings dei luoghi comuni insomma(e in ogni caso abbastanza per giustificare una class action nei confronti dei partiti tradizionali per istigazione al suicidio di massa)”
oggi,dopo il forfait di Milena e i sordidi rumors che si inseguono credo che,dato per scontato che Strada,è considerato un tipo pericoloso da quasi tutti questi piccoli parlamentari(e l’eventuale accostamento con la poco felice battuta di Gino su brunetta non è del tutto casuale)proverei a insistere su Rodotà,per poi eventualmente ripiegare in extremis su Enrico Bondi(di cui però non conosco gli orientamenti sui diritti civili),uno che nei suoi trascorsi è riuscito a uscirne vivo da polipai indecenti senza determinare fenomeni di macelleria sociale.Magari un po grigio certo,ma senz’altro migliore dei papabili che farebbero la felicità di questi cannibali
Rodotà è il mio Presidente della Repubblica, da sempre, da prima ancora che esistesse il M5S.
Vorrei anch’io Rodotà Presidente della Repubblica.