I poeti “appartati”: Eugenio Tescione

Kertesz- Underwater
Kertesz- Underwater

Mezza giornata d’amore
di
Eugenio Tescione

Pomeriggio di lavoro

Vengono, uno dopo l’altro
puntuali, raccontano quel che sognano
l’agire e i pensieri
i reali dolori gli strazi gli amori
la rabbia per gli strali del destino…

Io ti aspetto, aspetto che oltrepassi
la mia soglia alleggerendomi di quei massi
il solo sentire la tua chiave che gira.
Mi contagia la tua allegria
che rivoluziona il moto
la tua presenza che inverte l’orbita:
dimentico dei fondi bui mi diverte
il tuo sorriso che sforbicia
il telo della vita, aggiunge nuova trama
altro colore e modo al mio lume.
Mi investe raffinato
luminoso il tuo costume.

La cena invernale

E il tutto s’incalora
in questo spazio
mentre di fuori il gelo
assedia la mia stanza.

Gennaio incanala l’era
verso l’inizio già pensato,
verso il lontano che ristagna
nella caldaia come finta primavera.

E sulla schiena ingobbita
per la postura sulla sedia
– mala posa della vita
che passa in riga in scrittura –
si scalda a un fuoco interno e lento l’ora
che presto abolirà ogni distanza.

Dopocena I

Non una, ma due, le lampade comprate
che il dépliant di carta lucida nomina Costanza.
Due linee di metallo sormontate
da un cono tronco, che danno luce come da un opale.
Calde, fecondano i due angoli con dei raggi
che in invisibili capriole e immaginarie
tonde traiettorie circondano deridendo
il favoloso buio del fondo della stanza.
O riposano, fonti di luce e di ragione,
quando intorno le parole disattese
assecondano il mostruoso che risale.

Ma, non più detriti, vestigia di templi diroccati e crepe,
non più rovine e spigoli smussati, ma linee dritte
pareti lisce e bianche, perfetti squadri
dopo cena sul divano, con le loro luci accese.

Dopocena II

Col pigiama trotterelli leggera
al nuovo divano. Ti stendi
(non ti siedi), e t’addormenti.

La sera il dopocena è un mondo
chiuso, un’area d’enclave lontana
protetta dalla rete dei tuoi capelli
paralleli e meridiani sull’atlante,
assi dell’intelligenza cartesiana.

Vive il fondo, umano più che umano
dell’opera del giorno, in quest’ora
silenziosa e vera.

Dopocena III

Ti scrissi “trotterelli al divano”
e, senza che tu lo sapessi, ieri come vamp
che fa il gioco della vamp, sei venuta
al divano con la nuova camicia, nera
con i fiorellini, forse rosa,
nell’incedere enfatico d’una sfilata,
ad uso del nostro sorriso, per esso amata.

Notte I

Dopo cena
tu presto t’addormenti,
molto presto, tanto stanca.
I tuoi capelli lisci e fini
allineati sciolti come i fili
di tante tue dipanate trame,
a cui non fanno argini i limiti
reali, né i tanti
immaginari tuoi cuscini.
Io, preso dai movimenti
e dai respiri tuoi, ti seguo,
i sensi racchiusi in desideri
sognanti e lievi, nei leggeri
ritmati tocchi alla tua schiena
della mia pancia.

Notte II

Ti tocco il fianco con la mano:
tu stai già dormendo. Non uso
parole e parlo, spero; intanto
navighi tra il sonno e il risveglio
tra il corpo chiuso nel pigiama
e il pensiero nudo, illuso già dal sogno.
Poi m’inganna il tuo sorriso,
il tuo languido mostrare disimpegno:
dormi, sei lontana. Io accendo
il lume e leggo. Il meglio dell’amore
è questo, penso: stare accanto.

Notte II

Il risultato del nero di una notte in novilunio insonne
con te che dormi come l’alba al mio fianco,
discinto nella camicia il corpo chiaro d’una luce
come luna accesa nella stanza,
è che ora so perché si dice
notte in bianco.


Sinfonietta amorosa del risveglio

Se è no, è no.

Alle cinque e mezzo del mattino
prima dell’ouverture, il suono
della sveglia, andante allegro m’avvicino.
Tra le onde del lenzuolo la mia mano,
i tuoi occhi aperti come soglia, sipario
che aggiunge al mondo interno quello esterno.
Rispondi con un suono ed un sorriso,
il tuo no è l’adagio obbligato
dal pensiero dell’opera del giorno.
Ma io non so se è il preludio
o l’intermezzo.
Mi alzo e sento, pari ad un allucinato
dongiovanni mozartiano,
le notizie del primo giornale radio.

La colazione

Argomenti d’amore sono i bassi
suoni dei tuoi piedi nudi
quando di mattina muovi i tuoi passi
e in pigiama vieni in cucina da me,
pudica assonnata bambina, per il caffè.

Postilla

Svolto il compitino,
e forse così eluso un compito più grande.
Ma ora, computate le parole, aggiunto e tolto
ai lemmi il sempre,
poi messo virgole, fatte cancellature e barre,
così rimosso l’ostacolo trasparente,
ora corri corpo nell’aria: corri, dattela a gambe.

Nota
Venerdì 12 aprile si è conclusa la seconda edizione di Suona Visibile la Parola, la rassegna di letture pubbliche di poesia italiana organizzata Eugenio Tescione e Ortensia De Francesco al Teatro Civico 14 di Caserta.
La rassegna (iniziata il 17 marzo 2011 – 150mo anniversario dell’unità d’Italia – con la serata Muore ignominiosamente la repubblica da Mario Luzi), è strutturata su temi poetici illustrati dalle poesie dei poeti italiani, poesie lette da persone che accettano di farlo, iscrivendosi al cosiddetto club dei lettori. Quest’anno, dopo aver affrontato temi come La Luna, Il Sonetto, Mia pagina leggera (Caproni),sono state inserite due serate di Certamen: poeti (inediti) che leggono se stessi, come contraltare alla sezione Un Poeta si legge, dedicata alla lettura di poeti laureati (sono stati ospiti Patrizia Cavalli, l’anno scorso; e Luigi Trucillo, quest’anno).
In quell’ultima serata Eugenio tescione ha proposto una sua breve raccolta. Ho chiesto a Eugenio di pubblicarla per intero su Nazione Indiana e lo ringrazio per aver accettato la mia proposta. (effeffe)

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Deus ex Makina: Maniak

di Francesco Forlani
Da un po'sto collaborando con Limina Rivista, con delle autotraduzioni dal francese di piccoli assaggi ( essais) letterari pubblicati in oltre vent’anni sulla rivista parigina l’Atelier du Roman diretta da Lakis Proguidis. Dopo Philip K Dick, Franz Kafka, Anna Maria Ortese, Charles Dickens è stata la volta di Boris Vian. Qui una nota a un libro indispensabile.

Overbooking: Eugenio Manzato

Alberto Pavan
Il romanzo narra la vita di Antonio Romani, vissuto tra la campagna trevigiana, Padova e Venezia, tra il 1757 e il 1797, l’anno in cui nella notte del 12 maggio, con Bonaparte alle porte, la narrazione si interrompe con un finale aperto che alimenta nel lettore il desiderio di un sequel.

Les nouveaux réalistes: Pierangelo Consoli

di Pierangelo Consoli
Per questo, quando mia madre divenne Alberta, tramutandosi in qualcosa di più collettivo, io non soffrii tanti cambiamenti, almeno per quello che riguardava la gestione delle faccende, perché erano già molti anni che me ne occupavo. Usciva pochissimo, come ho detto, eppure il giorno dei morti restava, nel suo calendario, un rito al quale non poteva rinunciare.

Colonna (sonora) 2024

di Claudio Loi
15 album in rigoroso ordine alfabetico per ricordare il 2023 e affrontare le insidie del quotidiano con il piglio giusto. Perché la musica, quella giusta, è la migliore medicina che si possa trovare sul mercato. Buon ascolto!

Les nouveaux réalistes: Annalisa Lombardi

di Annalisa Lombardi
Per questa nuova puntata dei nouveaux réalistes, un polittico di esistenze minime perdute tra i massimi sistemi della vita e della storia. Come nei Racconti con colonna sonora di Sergio Atzeni, la voce dei personaggi è incisa sulla musica di fondo delle cose. (effeffe)

Cose da Paz

di Massimo Rizzante
Partiamo da qui: la poesia, l’arte in genere, non ama ripetersi. Ciò non significa che non possa ripetersi. Ecco la mia teoria: quando la poesia non si accorge che si sta ripetendo, la Storia inevitabilmente si ripete. Ciò se si crede, come io mi ostino a credere che, a differenza della poesia di Omero, nessuno studio storico potrà mai dirci qualcosa di essenziale su chi sono stati gli antichi Greci.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: