Apocalisse per principianti

FOTO.Nicolas-Dickner

di Gianni Biondillo

Nicolas Dickner,  Apocalisse per principianti, Keller editore, 2012, traduzione di Silvia Turato, 226 pag.

Di romanzi che raccontano il superamento della personale linea d’ombra, con protagonisti adolescenti, maschi, occidentali, inquieti e piccolo borghesi, che vivono in una profonda provincia di qualunque parte del mondo, ne abbiamo letti fin troppi, la maggior parte prevedibili e noiosi. Non me ne era mai capitato però uno così scatenato, divertente e a tratti stralunato e surreale come questo di Nicolas Dickner, autore canadese francofono.

Dell’io narrante in fondo, del suo passato delle sue angosce o speranze, non sappiamo nulla. Lui è solo una voce (al punto che non conosceremo il suo nome per buona parte del libro): è il testimone che, grazie ad un fortuito incontro, ci fa conoscere la vera protagonista del romanzo, Hope Randall, ultimo rampollo di una famiglia di visionari che da generazioni – nonno, bisnonno e fin che memoria ricordi – riceve visioni apocalittiche e date certe della fine del mondo. Solo che il mondo non finisce mai, e di generazione in generazione, ogni componente della famiglia, fallito l’incarico, finisce male o ammattito.

L’ultima della serie è la madre di Hope, che convinta dell’imminenza della fine – siamo nei tardi ’80 – trascina la figlia a Rivière-du-Loup, un paese qualunque del Quebec, per prepararsi alla fine dei giorni, riempiendo la casa di generi alimentari d’ogni sorta: conserve, lattine, riso e pacchi di noodles giapponesi. Hope sopporta la follia della madre con maturità, consapevole che tanto, prima o poi, lei stessa sarà destinata a trovare la sua illuminazione apocalittica.

Apocalisse per principianti ha una lingua svelta, colma di citazioni pop, ironica e innocente allo stesso tempo, capace di narrare le turbe di un adolescente che vive il suo primo autentico innamoramento per una ragazza fuori da ogni schema. Romanzo di formazione che si trasforma all’improvviso in una avventura picaresca che dal cuore di una cittadina si muoverà in giro per il mondo. In attesa che tutto finisca. Forse.

 

(pubblicato su Cooperazione, n° 5, del 29 gennaio 2013)

Print Friendly, PDF & Email

5 Commenti

  1. scusate l’intromissione a gamba tesa, ma non essendoci un spazio feedback relativamente al sito (del tipo “segnala un problema”) mi tocca scriverlo qui: come si disabilita l’interfaccia mobile? Va in default anche sul pc. Se premo “off” in calce alla pagina non accade nulla….e stando su pc non dovrebbe proprio partire tra l’altro, insomma controllate un po’.

    • Ok Pyng, la tua email è finta e mi rimbalza indietro. Ho bisogno di conoscere il tuo indirizzo IP, vai sul tuo pc, visita la
      pagina https://check.torproject.org/ e copia nella email il contenuto che appare.
      Successivamente sempre col pc visita questo indirizzo: https://www.nazioneindiana.com/testniente che è inesistente e ti darà un messaggio di errore.
      Infine visita Nazione Indiana normalmente e dimmi se vedi la versione mobile.
      Sulla base di queste informazioni approfondirò la cosa.

      “Mozilla/5.0 (Windows NT 6.1) AppleWebKit/537.36 (KHTML, like Gecko) Chrome/27.0.1453.110 Safari/537.36”

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

La meraviglia è di tutti

di Valerio Paolo Mosco
Il libro di Luca Molinari "La meraviglia è di tutti. Corpi, città, architettura" è un libro ottimista. Il sinonimo di ottimismo in architettura è progetto. Progetto, ovvero dal latino “getto avanti”, prevedo.

Hitch, l’architetto

di Gianni Biondillo
Gli edifici, nei film di Hitchcock, non sono solo scenari dove far muovere i personaggi, ma spazi attivi, attori partecipanti, snodi narrativi. Questo si deduce leggendo il libro di Christine Madrid French, "The Architecture of Suspense. The Built World in the Films of Alfred Hitchcock".

Il corpo è tutto

di Valerio Paolo Mosco
Olivia Laing ci insegna che il corpo ci disvela, ci rende umani in quanto testimonia la nostra vulnerabilità e con essa l’eroismo di coloro i quali non hanno rinnegato la vulnerabilità.

Quella notte al Majestic

di Romano A. Fiocchi
Fu presso l’Hotel Majestic di Parigi, nell’imponente avenue Kléber, che nel corso di una serata organizzata dai ricchi coniugi Schiff si riunì un’incredibile schiera di artisti e di intellettuali. Tutti per assistere all’incontro tra due giganti della letteratura: Marcel Proust e James Joyce.

Palo luce 33

di Anna Caldara
Me l’ero conquistato quel palo a suon di scazzottate con le altre puttane della zona, tutte straniere con tanto di papponi al seguito che però non si immischiavano e ci lasciavano sfracassare tra noi mignotte.

Istoria del piccolo Iom

di Salvatore Enrico Anselmi
Caro lettore, questa che mi accingo a raccontare è la storia del piccolo Iom che da indifendibile passò a miracolato. Non ti crucciare se gli eventi ti faranno sgranare gli occhi, portare le mani alle orecchie per non poter più sentire, premere la mano sulla bocca per trattenere le parole, perché di fantastica ma vera storia vorrei narrare.
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Nel 2011 il romanzo noir I materiali del killer ha vinto il Premio Scerbanenco. Nel 2018 il romanzo storico Come sugli alberi le foglie ha vinto il Premio Bergamo. Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
Print Friendly, PDF & Email
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: