La bambina pugile

sam harris

Chandra Livia Candiani

È passato un anno.
Ora è prima o dopo?
In cappella si pregava
un Dio a tempo.
Venivo convocata,
non eri ben caricato,
non morivi secondo l’orologeria.
Troppa fame
troppo sonno
troppa voglia di conversare
troppe scuse per restare.
Quando l’assistente sociale
ha chiesto il nome
del tuo male
ho detto solo: “Fratello.”
“Cosa?” ha chiesto lei.
“Mio” ho risposto io.

 

 

Che ne ho fatto di me?
La poesia sanguinaria
dell’infanzia
il puma tatuato nel sangue?
Nel presto della corrente
sono pentolino di latte
che bolle e trabocca
fuori c’è cielo
c’è acqua
cielo inquieto
sopra terra arsa
movimento sull’acqua
e mirabolante fuoco
che fa tutto insigne
e incendiato,
nello spazio tra le costole
fluttuanti
un martello sfascia
ogni silenzio modesto.
Dillo forte
fortissimo gridalo
l’urto del mondo
alle porte dei sensi.
“Sono qui
sono qui” con sguardi
come laghi
semino il grazie
più piccolo che c’è.

 

*

 

Da Chandra Livia Candiani, La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore (Einaudi, 2014).

 

L’immagine è di Sam Harris, Postcards from Home (via burnmagazine.org).

 

6 Commenti

  1. Finalmente una poesia che strappa la vita in un senso violento.
    La poesia è questa: l’avventura dell’infanzia.
    Mi riconosco in questo puma, in questo incendio.
    Eravamo tutte bambine pugili.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

A quarantadue anni

Di Yousef Elqedra

A quarantadue anni,
non si nasce più.

Lunari

di Giuliana Pala
Tutto somiglia alla volta (ormai è una volta perché questo libro va pur fatto e il tempo passa) / in cui un uomo stava disteso su un cerchio e quel mondo pareva un altro mondo / e la terra pareva un'altra terra: (è così che si prende tempo una volta che l'ora è esaurita

Morire di strati

Di Giovanna Conti
[estratti da un'opera verbo-visiva in lavorazione]
I testi poetici e le immagini che ho raccolto interrogano la figura di mio padre a partire dalla sua faccia difficile. [...] La speranza è che i continui passaggi di stato—dall’Italia all’America e poi indietro, dagli sbuffi di mio padre alla sua rabbia dura...

L’esodo da Gaza – non cercavamo la vita quando lasciammo Gaza

Di Yousef Elqedra

Moheeb,

non ti chiedo di rispondere.
Va’, fuma il tuo narghilè e maledici il mondo.
A me basta che tu sappia che ci sono, che esisto nonostante tutto,

porto Gaza nel cuore come una ferita bella,
e Marsiglia sulle spalle come una croce leggera.

L’altro volto della resistenza

Di Yousef Elqedra

La tenda non è casa,
è promessa d’attesa
e ogni refolo di vento
ti rammenta che non sei che un passante
su una terra che non porta il tuo nome.

TLC

Di Federica Defendenti

dimmi tutti i tuoi segreti a cosa pensi
come un file protetto da password
esteso a .zip: secretato
come estrarti? e anche a saperlo
cosa cambia, dovrei hackerarti per leggerti in pieno ma ora
scegli un’altra app, file non eseguibile
ancora ancora un’altra volta riprovare
renata morresi
renata morresi
Renata Morresi scrive poesia e saggistica, e traduce. In poesia ha pubblicato le raccolte Terzo paesaggio (Aragno, 2019), Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (Camera verde 2013), Cuore comune (peQuod 2010); altri testi sono apparsi su antologie e riviste, anche in traduzione inglese, francese e spagnola. Nel 2014 ha vinto il premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012) e nel 2015 il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e post-moderni. Cura la collana di poesia “Lacustrine” per Arcipelago Itaca Edizioni. E' ricercatrice di letteratura anglo-americana all'università di Padova.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: