ma dove vai

di Giacomo Sartori

ma dove vai

con quei passetti

cosa sgambetti

ancora ti alleni

con gravità di atleta

su e giù per il giardino

bimbina vecchia

(quasi un secolo

fascismo compreso!)

adesso fermati

la tua testa è troppo grande

per quei tuoi ossetti

Print Friendly, PDF & Email

1 commento

  1. Mi immagino sempre un’inquadratura, la casa ripresa da metà del prato, tutto bianco sotto la neve, e lei che esce piccolina dalla casa e cammina e scivola un po’ sul piazzale, stizzita e spersa nel bianco.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Il rituale servile

di Paolo Morelli
Solo dopo, alla fermata dell’autobus per tornare a casa, ho capito cosa volevano o sentivano quegli occhi: non li odiavo, neanche un po’, nemmeno nei fondi recessi, e questo veniva preso con estremo sospetto.

Giudici (Letteratura e diritto #3)

di Pasquale Vitagliano
Con uno scritto del 1981, "I burocrati del Male", Leonardo Sciascia, commentando la manzoniana Storia della colonna infame, mette in guardia dal pericolo anti-illuminista e totalitario di utilizzare la funzione giudiziaria come strumento etico.

La corriera

di Graziella Belli
Era il primo giorno di vacanza, Giusto era uscito di casa di buon'ora e portava nella destra una valigia e nell'altra una grossa gabbia. Teneva la gabbia un po' per la maniglia e un po' come un pacco sottobraccio.

Il destino del primo figlio

di Marzia Taruffi
Sfumavano gli anni in quel fazzoletto nero legato sotto la gola, nelle rughe appena accennate ai lati degli occhi dove il nero dell’iride sembrava mandare lampi di luce. Non era mai stata giovane e non era vecchia: era eternamente ferma in una dimensione artefatta.

L’infinito non basta

di Saverio Simonelli
Già dalla sera Franz ha preparato il frac. Lo stesso che indossa per i concerti. Si adatta perfettamente alla snellezza del suo corpo. Lo accompagna. Suona assieme a lui.

Avventure di uno scrittore affettivo

di Mauro Baldrati
Angelo Maria Pellegrino, attore, letterato, marito e curatore delle opere di Goliarda Sapienza, scriveva che sua moglie apparteneva – purtroppo – alla sfortunata categoria degli “scrittori affettivi”. Perché sfortunata?
giacomo sartori
giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: