Da una lingua caraibica: due poesie di Raffaele BB Lazzara

di Raffaele BB Lazzara

( Nelle scorse settimane è mancato improvvisamente nella sua casa di Cormons Raffaele BB Lazzara, poeta in friulano ma anche in italiano alla ricerca di una lingua caraibica secondo le sue parole, membro del collettivo poetico dei Trastolons, militante anarchico. Ricordo qui il suo lavoro poetico con due sue poesie, g.m.)

 

Mattutino ( Collio friulano al mattino)

 Come l’uccello del mattino

che canta nella nebbia l’oro in bocca

così canta il bambino che suona i suoi tamburi

trabocca di sangue e vino la sua bocca margherita

e il suono risveglia le colline, alza le nubi, sa di vita

cenciando duri si rallegrano i questuanti neri

fra la meraviglia del destino e la chiglia della nave di rubino

che riporta alla tua porta l’escluso e poi l’imbocca

di parole ragnatele in una lingua che elemosina il ripudio

ed il cammino senza scorta d’ogni cuore buono

senza patria senza porta senza graffi di parole a un cuore stanco

ed è a matita che spunto questo sudore clandestino

‘ché dai colli discendono le fate

per fare dei prati lente rugiade di gemme e di zaffiro

nell’aria azzurra che respiro

e questo andare

in faccia al tondo mondo di bambole e bastardi

che “succhiami le croste fra i capelli radi”

che “svelami le tue caviglie” sempre tardi

e il ballo incombe sulle luminarie

fra i posacenere, Bacco, tabacco e Venere

piccola ala di piccolo uccelletto

apri la tenda, scoperchiami il tetto

e fra i diamanti nell’erba marcia e calda

acida e rara

spacca la tazza e ammazza la talpa.

 

Cormons 2011

 

Soredut ( Pachamama te veo tan triste)

 

Soredut

jo ‘o cròt

ch’a sedin sclets

i fruts ch’a nasin cole y crac

le bisebove

il farc

i vecjus mats e ju scauets

sclaudâts, scuincjâts,scuardâts

 

 

e cheste int scalembre

cjale le lûs dal ceil

tanche una bausie no

e podares fâ mai

 

tequile y tocai

pal tananai dal maj

pai stuarts e i sants

pai canai

in zouc

in dance dilunc dal fosai

 

sclets i fradis dal Cercli

dal blancunin, dal gneur

dal crot sclitsât

par l’asfalt cu l polear crevât

e le bighe sgonfle

lu zarviel pintât di zâl

tanche il flour dal violâr.

 

Camino al Tagliamento 2001

 

Soprattutto ( traduzione italiana dell’autore)

 

Soprattutto

credo

che siano veri

i bambini che si fanno di colla o di crack

Il tornado

la talpa

i vecchi matti

gli schiodati gli sconditi gli scordati

 

e questa gente storta

guarda la luce del giorno

come una bugia

non potrà mai

 

tequila e tocaj

per i casini del maggio

per gli storti e i santi

per i bimbi

in gioco in danza

lungo i fossi

 

soprattutto credo che

siano veri i fratelli del cerchio

del bianconiglio della lepre

della rana spiaccicata

lungo l’asfalto con il pollice tagliato

e il membro duro

il cervello pitturato di giallo

come il fiore del violâr

 

Nota:  violar è la violacciocca

articoli correlati

La schiava ripudiata

di Barbara Antonelli
Il notaio ci aveva dato appuntamento il trentuno mattina, lasciando intendere che non era possibile rinviare. Zia Rita era morta da un giorno appena.

Il giovane, la manifestazione e il futuro (opinioni di un disadattato)

di Giorgio Mascitelli
Tra tutti gli scrittori che in Italia contribuiscono a costruire la narrazione attuale dominante, insomma quella che nel Novecento si sarebbe chiamata ideologia, il più abile e il più intelligente

Sui rapporti tra Gramsci e Togliatti

di Alessio Barettini
Il punto di partenza, il nodo essenziale da cui prende forma questo libro, è quello dell'eredità gramsciana e del ruolo di Togliatti, che, sin dai tempi iniziali della storia delle varie pubblicazioni gramsciane, è stato accusato di aver tradito il fondatore del Partito Comunista, tendenza fattasi ancora più marcata a partire dal 1991.

Il gatto di Olivia Wilson

di Angelo Di Fonzo
Olivia Wilson è italoamericana e da quando è morto suo padre non esce di casa senza pistola. Olivia Wilson porta sempre i tacchi a spillo, anche per buttare la spazzatura. Olivia Wilson ti smonta la mandibola se la guardi sbavando.

Quattro angoli e un caffè

di Esther Bondi
Non si esce, non si esce, quattro angoli di troppo, non si esce, non si esce, non si vede che uno sgorbio. Un due tre, i colori degli smalti, due tre quattro, dietro l’altro: davanti forse, non ricordo.

La superficie vitrea e convessa del gorgo

di Matteo Petraccaro
Michi stende il braccio verso di me e mi chiede di passargli l’accendino. È girato dall’altra parte, e con la mano libera sta reggendo una bottiglia di rosso, una bottiglia da due euro e cinquanta al market di fronte scuola.
Giorgio Mascitelli
Giorgio Mascitelli
Giorgio Mascitelli ha pubblicato due romanzi Nel silenzio delle merci (1996) e L’arte della capriola (1999), e le raccolte di racconti Catastrofi d’assestamento (2011) e Notturno buffo ( 2017) oltre a numerosi articoli e racconti su varie riviste letterarie e culturali. Un racconto è apparso su volume autonomo con il titolo Piove sempre sul bagnato (2008). Nel 2006 ha vinto al Napoli Comicon il premio Micheluzzi per la migliore sceneggiatura per il libro a fumetti Una lacrima sul viso con disegni di Lorenzo Sartori. E’ stato redattore di alfapiù, supplemento in rete di Alfabeta2, e attualmente del blog letterario nazioneindiana.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: