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I poeti apartheid: Micol Bez

Se l’ordine fosse un crimine?

In prigione geografi, genetisti

zoologi, doganieri, genealogisti

classificatori, omofobi, razzisti.

Fuori una danza senza origine.

 

****

Come Gorata copriva

di inglese lo tswana, portava

da scuola appuntata

la frase coloniale al petto

«an island is a tract

of land surrounded by water

(and smaller than a continent)».

 

Come il suo orgoglio nato

al portare beato la scienza

ai parenti cui ora vorrebbe

invece dire, forse in tswana,

«I wonder what a lesbian

lobola would look like».

 

****

 

Se volessi, mia amata, prenderti

la mano per entrare all’apartheid

museum, stingerti le unghie

consegnarti il mio sudore e il pianto,

non potrei. Per varcare

 

i corridoi dell’apartheid

devono scioglierci

le dita, insegnare

al loro groviglio riluttante l’ordine

della solitudine.

 

Mi chiedo ora in quali corridoi

di casa lascerei la tua mano

per nascondere il disordine

del nostro desiderio identico

di seni.

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francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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