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Anno naturale

di Luca Baldoni

 

TILLANDSIA

Esistono creature che solo d’aria e luce
riescono a nutrirsi, come questa Tillandsia
per ultima arrivata tra le altre sul balcone,
pianta senza radici o aerea o epifita,
proveniente dai fianchi rocciosi delle Ande
o sospesa in inganni di foreste pluviali;

e il miracolo nasce nei lanosi tricomi
ovvero tricopompe che coprono le foglie,
portentosi organi che i sali minerali
nell’aria galleggianti assorbono nei pori,
e in saggia commistione concorrono batteri
azotofissatori che accolti tra le fronde,
ripagano dimora con chimica cattura
di organici composti, vaporizzata linfa,

e tu così sospesa in pneumatiche spirali
da tutto sollevata, stellata e filiforme,
creatura intelligente che sfida la sua forma
fisiologia perfetta che eccede convenzione,
le leggi del tuo regno: natura che prevede

lo scarto, l’eccezione – il verso di sé stessa.

 

SEMINA DI PLUTONE

Ricercati ogni inverno in questa regressione,
macerati in te stesso sino a dissoluzione

perché esistono profondità senza rumore
dove la materia frolla in stallo cellulare,
nel tratto dell’ellissi più tardo a rivoltarsi
degrada su sé stessa per fradice reazioni,
nella curva più interna fermenta nel torpore

quando il tempo sbanda, non sembra ripartire;

ogni anno fai il punto su questo assorbimento
vivo disfacimento: semina di Plutone.

 

CICLO DI ORIONE

Signore della notte: divino cacciatore
Orione tempestato nella volta invernale,
le membra luminose risorte ad ogni morte
riscuotono lo spazio in gesta siderali

rossastra Betelgeuse la prima che risplende
distingue la figura, l’enorme spalla spinge,
Bellatrix la guerriera glaciale l’arco tende,
sopra Rigel e Saif le gambe poderose
imprimono la curva, l’ascesa avventurosa,
tre astri allineati la snella vita conta,
si innesta qui il pugnale, il sesso tuo stellare
nella grande nebulosa gonfio e risplendente

il firmamento accusa inerme la tua forza
ti seguono i due cani fedeli alla tua impresa,
Sirio canicolare basso sull’orizzonte
e il Minore festante, più alto nella fuga
per primo sfida il vuoto, le spalle ti protegge,

e ti risucchi dietro quest’empito di cielo
un vuoto nel tuo moto rivolto sempre avanti

mentre in opposizione senza tregua ti attende
Aldebaran gigante rossa fiammeggiante
l’occhio del fiero Toro che contro ti si avventa
a contrastare te che vinci, che ancora sempre
come ogni altra notte di alte gesta splendi:

lo blocchi, lo batti, sotto terra lo respingi.

 

BIANCO

Ho anche una finestra che dà dall’altra parte
e supera le cime degli alberi del viale:

e oltre vedo l’ampio arco degli Appennini,
e in fondo, a Ovest, dorso a dorso, le ripide
faglie delle Apuane – e proprio l’altro ieri
di notte ha nevicato, e al mattino le vette
di luce acuminate si ergevano nel sole

fissando l’infinito mi svuoto di piacere,
mi penso lassù in cima a contemplare il bianco

un monaco scintilla su rupi himalaiane.

 

CAVALCATA NOTTURNA NEL CIELO D’ESTATE

L’Orsa la conoscerai: col caldo si solleva
fiera sull’orizzonte, splende tutta la notte
sigillo di stagione nel cielo dell’estate,

dalle Puntatrici puoi schizzare a settentrione
cinque salti e saprai la gemma di Polaris
da cui discende l’asta del Carro più leggero,
s’insinua tra le due flessuosa e sibilante
la coda segmentata del Draco primordiale

e nella regione confinante, a levante
rorida Cassiopea in forma di farfalla,
Perseo che si appressa con urla di conquista,
e su in diagonale Andromeda s’allunga,
scomposta nel terrore santifica l’eroe
le braccia in alto getta verso il cavallo scosso
Pegaso neroalato che accorre in suo soccorso

verso il colmo dell’arca considera scattante
del Cigno la saetta che fende il firmamento,
mira alle quattro stelle, l’Aquila che rosseggia,
e collegate a Vega tracciano quell’immenso
triangolo d’estate, diadema interstellare
che da sempre per mare accompagna i marinai
e in curva verso Ponente sopra l’orizzonte
risorgerà Arturo, la stella più pulsante
di Boote, il bovaro che pensieroso spinge
il punto di partenza, il Carro risplendente,
chiamato in antico anche Elice, elica

perché è circumpolare e rivolge su sé stessa.

 

Poesie tratte da: Luca Baldoni, Anno naturale (Passigli, 2021)

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francesca matteoni
francesca matteonihttp://orso-polare.blogspot.com
Sono nata nel 1975. Curo laboratori di tarocchi intuitivi e poesia e racconto fiabe. Fra i miei libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Acquabuia (Aragno 2014). Ho pubblicato un romanzo, Tutti gli altri (Tunué, 2014). Come ricercatrice in storia ho pubblicato questi libri: Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras 2014) e, con il professor Owen Davies, Executing Magic in the Modern Era: Criminal Bodies and the Gallows in Popular Medicine (Palgrave, 2017). I miei ultimi libri sono il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019), il testo di poesia Libro di Hor con immagini di Ginevra Ballati (Vydia, 2019), e un mio saggio nel libro La scommessa psichedelica (Quodlibet 2020) a cura di Federico di Vita. Il mio ripostiglio si trova qui: http://orso-polare.blogspot.com/
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