Dalle fiamme (a volte) nascono libri: Contenuto Rimosso. Il fuoco nel Quadrato

di Alice Sartori Ongaro

Chiara Trivelli, Contenuto rimosso. Il fuoco nel quadrato, Viaindustriae Publishing, 2023

A Venezia il 30 luglio 2017 c’è la solita afa soffocante di mezza estate. Il pomeriggio è silenzioso e i masegni bollenti. Paolo mi prende per mano e mi dice: — stasera ti va di andare a Lorenzago di Cadore? C’è una cosa molto bella, cose così non si vedono spesso. Dovremmo andarci. È come una festa, ma è molto di più —. È un progetto d’arte pubblica e di comunità di Chiara Trivelli, artista visiva e ricercatrice indipendente. Progetto pensato per e con gli abitanti di Lorenzago. Camminando verso la stazione attraversiamo il campo di Santi Giovanni e Paolo. Sullo sfondo dell’ospedale si intravedono le cime delle Dolomiti. In mezzo al campo incontriamo Chiaretta. — Dove vai—? Le chiediamo. — Sto andando al mare, fa troppo caldo—, ci dice. —Vieni con noi a Lorenzago, torniamo in serata o forse, se ci ospitano, anche domani mattina. — Ma non ho niente con me —. Abbiamo preso Chiaretta sottobraccio, con il suo costume e telo da mare dentro lo zaino, e abbiamo guidato verso il Cadore.

Dal 2012 ogni 30 luglio Chiara Trivelli orchestra un’azione collettiva a cui prendono attivamente parte lorenzaghesi e associazioni di paese: Contenuto Rimosso. Durante la serata, viene interrotta l’illuminazione elettrica nelle strade del quartiere del Quadrato e vengono accesi 18 fuochi, 125 candele, 15 torce. Il coro del paese canta, i bambini giocano per strada, il Cai e l’Associazione Volontari Vigili del Fuoco organizzano banchetti di cibo e vino tra i vicoli, gli Alpini cantano e fanno gli Alpini, divertono e si divertono. L’evento commemora un incendio che nel 1855 distrusse l’intero quartiere del Quadrato. Nessuno morì quella notte, ma la zona venne distrutta e l’accaduto rimase un evento dalle conseguenze traumatiche nella storia di Lorenzago. Le cause dell’incendio non sono mai state chiarite, e a distanza di 150 anni gli abitanti del paese non smettono di ipotizzarne le dinamiche.

[Chiara Trivelli_Contenuto Rimosso, still da video, 2017]

Dopo 11 anni di lavoro, cura e attenzione al progetto, che diventa la festa più attesa da tutta Lorenzago, viene alla luce Contenuto Rimosso. Il fuoco nel quadrato (Viaindustriae, 2023). La straordinarietà di questo libro è dovuta a diverse ragioni. La prima: Contenuto Rimosso è caso-studio fondamentale nello sviluppo dell’arte pubblica e partecipata in Italia (e non solo). La seconda: la pubblicazione è stata fortemente voluta dal Comitato 30 Luglio (formatosi proprio per il progetto) che compare come promotore principale della pubblicazione, oltre che dall’artista. Il libro è l’emblema che le cose belle si fanno assieme, dall’inizio alla fine. La terza: ci sono due sezioni principali. La prima è una ricca sezione di contributi di importanti voci del panorama internazionale: una conversazione con l’artista Antoni Muntadas, riferimento internazionale dell’arte pubblica, un saggio della critica d’arte Alessandra Pioselli che ha riconosciuto Contenuto Rimosso come caso-studio e un contributo della geografa Viviana Ferrario, maggiore studiosa del caso del Rifabbrico in Cadore. La prefazione del Sindaco di Lorenzago Marco d’Ambros e un testo dell’artista restituiscono la complessità e le genuinità di un’opera artistica che negli anni è diventata una nuova tradizione locale, la festa principale del paese. Una sezione importante, la seconda: “Per un libro di comunità”. Compaiono interviste e ritratti fotografici di alcuni dei (tanti) protagonisti. Dagli Alpini, ai musicanti, ai volontari e volontarie della Pro Loco, dei Vigili del Fuoco, dell’Associazione Donatori di Sangue, e altri abitanti.

[Chiara Trivelli_Contenuto Rimosso, 2016]

Chiara Trivelli è sempre attenta, e guarda sempre verso l’Altro. Alla fine di ogni intervista che conduce, non si scorda mai di chiedere se anche l’intervistato ha domande da fare a lei. La preziosità di un progetto come questo è che cuce insieme un’umanità diretta e profonda, che parte, in primis, dall’artista. Come spiega Trivelli, una delle fatiche principali del libro e del progetto è un lavoro costante di traduzione tra un sistema dell’arte che si muove in dinamiche neo-liberali e un territorio che si esprime con necessità delicate e importanti con uno spirito di cooperazione. Ma c’è un punto importante. L’episodio è emblema del paradossale processo di ricostruzione urbanistica che è allo stesso tempo anche un processo di rimozione collettiva: il Rifabbrico in Cadore. Il Quadrato di Lorenzago ne rappresenta uno degli esempi meglio conservati. L’incendio del 1855 e il successivo rifabbrico segnarono un punto di svolta. Quando si parla di ‘Rifabbrico’ si fa riferimento a un processo di profonda trasformazione territoriale che ha interessato alcune vallate delle Alpi orientali nella seconda metà dell’Ottocento. Le case di legno degli antichi villaggi vennero ricostruite in muratura sulla base di nuovi piani urbanistici. La rapida trasformazione e la forza dell’imposizione, che non considerava gli effetti dei radicali cambiamenti sulla società e la cultura silvo-pastorale del territorio, determinarono un trauma per i suoi abitanti. Il libro indaga in maniera precisa e trasversale anche questo tema urbanistico, sociale e politico.

[Chiara Trivelli_Contenuto Rimosso, still da video, 2016]

Come spiega la storica dell’arte Claire Bishop in Artificial Hells (Verso, 2012), dall’inizio delle pratiche partecipative nell’arte contemporanea, l’artista è concepito meno come produttore o produttrice individuale di oggetti e più come produttore o produttrice di situazioni; l’opera d’arte vista meno come prodotto finito, trasportabile e mercificabile, è riconcepita come un progetto in corso o a lungo termine; mentre il pubblico, precedentemente concepito come osservatore è ora riposizionato come co-produttore o partecipante. Questo anche il caso di Contenuto Rimosso, che è, nella sua complessità, anche azione politica. Dal 2012, grazie alla dedizione e la visione di Chiara Trivelli, la rievocazione di quell’evento traumatico si è trasformata in un momento di rinascita per il paese, un’occasione per ricostruire la propria memoria. Prima dell’incendio, a Lorenzago il patrimonio silvo-pastorale era gestito come bene comune, dove i nuclei socio-economici di base, le famiglie locali, erano chiamate “fuochi”. Il sistema di fuochi a uso collettivo, ideato da Trivelli, facendo simbolicamente riferimento al passato, ha assunto una valenza catartica e si è trasformato in un nuovo rituale collettivo atto a consolidare l’identità della comunità. Il fuoco, elemento centrale, diventa il punto focale di quello che l’artista definisce “un esperimento di psicanalisi applicata all’ambiente”. Utilizzando il fuoco, si sublima la paura che esso stesso genera, trasformandola in un potente simbolo di unione all’interno di un rituale collettivo, e creando così una contro-immagine del trauma originario.

[Chiara Trivelli_Contenuto Rimosso, flyer da una foto di Giuseppina Pinazza, 2019]

Io, Paolo e Chiaretta passiamo tutta la notte a Lorenzago, il paese è un’esplosione di vitalità incontenibile. Incontriamo persone nuove, operose e accoglienti. Incrociamo amici di un tempo, anche loro venuti da punti diversi della regione. Chiara si prende cura di tutto, e anche di chi, come noi, viene da più lontano. Così ci svegliamo in Cadore, tra le primule rosse, e ci rimettiamo in macchina. Torniamo verso Venezia insieme a Chiara. Nel tragitto, assonnati e inebriati dal caldo e dalla notte, si parla di quello che è stato. Contenuto Rimosso è rimasto uno dei progetti partecipati più accorti, intelligenti e generosi che abbia visto nell’ambito delle pratiche artistiche contemporanee; perché ci sono stati spazio e tempo giusti, insieme all’attenzione di un’artista che ha fatto della relazione tra gli altri e della ricostruzione della memoria collettiva un punto di forza. A distanza di sei anni vedere la nascita del libro di Contenuto Rimosso è allo stesso tempo una testimonianza e una gioia doverosa, perché aveva ragione Paolo, cose così belle non si vedono facilmente.

[Chiara Trivelli_Contenuto Rimosso, still da video, 2018]

Una nota finale. In questi giorni la 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, a cura di Adriano Pedrosa, inaugura con il titolo “Stranieri Ovunque”. L’estraneità – come marginalità e l’essere al di fuori del conosciuto (geografico, sociale, politico, emotivo e identitario) – viene rimessa in discussione e celebrata come condizione universale. Scrivere di Contenuto Rimosso in queste giornate cariche di riflessioni che guardano alle geografie latino-americane, africane, pacifiche e del cosiddetto Sud Globale, mi hanno anche ricordato una cosa. Che spesso è proprio qualcosa vicino a noi che soffre tremendamente l’estraneità. Penso alle aree montane, isolate e spopolate del Cadore. E penso a come l’arte si possa trovare, nella forma più sincera, anche (e soprattutto) fuori dalle cornici espositive, dove le persone vivono, si riscoprono e festeggiano intorno a nuovi fuochi.

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jamila mascat
Jamila M.H. Mascat vive a Parigi e insegna presso il dipartimento di Cultural Studies dell'Università di Utrecht, in Olanda. Si occupa di filosofia politica e teoretica, marxismo contemporaneo, critica postcoloniale e teorie femministe. Nel 2011 ha pubblicato Hegel a Jena. La critica dell'astrazione. Ha co-curato Femministe a parole (2012); G.W.F. Hegel, Il bisogno di filosofia. 1801-1804 (2014); M. Tronti, Il demone della politica (2017); Hegel & Sons. Filosofie del riconoscimento (2019); The Object of Comedy. Philosophies and Performances (2020); A. Kuliscioff, The Monopoly of Man (2021).
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