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Le nozze di al-Zain

TayebSalih

di Gianni Biondillo

 

Tayeb Salih, Le nozze di al-Zain, Sellerio Editore, 2013, 122 pagine, traduzione di Lorenzo Declich e Daniele Mascitelli

Di Tayeb Salih conoscevamo già La stagione della migrazione a Nord, vero capolavoro della letteratura del Novecento (non solo araba), fortunatamente ripubblicata da Sellerio dopo un ventennio di assenza dalle librerie. Ora la meritevole casa editrice siciliana ci propone una nuova traduzione dello scrittore sudanese: Le nozze di al-Zain romanzo tradotto già da decenni nel resto del mondo e molto amato in Gran Bretagna.

Le nozze di al-Zain è un  romanzo breve, poco più di una novella aggraziata e stravagante, che racconta di un personaggio  fiabesco, al-Zain,  goffo e allampanato uomo dal cuore tenero, capace di cadere in amore per ogni fanciulla del villaggio, la quale, proprio per l’innamoramento di al-Zain, diviene d’improvviso appetibile come sposa dagli scapoli ancora liberi sulla piazza. Al-Zain, quasi portafortuna della comunità, involontario Cupido, alla fine però non ci resta mai male. Tanto prima o poi si innamorerà di nuovo, a dispetto della sua evidente, sgraziata bruttezza (ma quanto è puro il suo cuore!). Invitato ad ogni matrimonio, canta e danza, mangia e ride. Ride, sopratutto.

E ride anche lo scrittore, Tayeb Salih, che con la scusa di raccontare le disavventure di questo personaggio fumettistico, ci tratteggia un piccolo mondo chiuso, fra deserto e Nilo, pieno zeppo di regole e convenzioni che al-Zain, utile idiota, folle innamorato, sa, nella sua semplicità, evidenziare e sovvertire. Tutto attorno a lui amici e nemici, imam e commercianti, nomadi e zitelle. E la bellissima Ni‘ma, ragazza forte e volitiva, che sua sponte deciderà di sposare al-Zain a dispetto dell’opinione dell’intero villaggio.

Le nozze di al-Zain è una fiaba comica, irridente ma affettuosa, divertente e magica, scritta da un grande narratore e intellettuale arabo, alla quale Sellerio aggiunge, in appendice, due brevi racconti, piccoli esempi di scrittura e cultura araba che dovremmo sempre tenere d’occhio, oltre il nostro eurocentrismo, ormai fuori dalla Storia.

(pubblicato su Cooperazione, n° 35 del 27 agosto 2013)

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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