Articolo precedente
Articolo successivo

Atti osceni in luogo privato

missiroli di Gianni Biondillo

 

Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, Feltrinelli, 249 pagine

C’è un punto di non ritorno fra l’infanzia e l’adolescenza. Per alcuni può diventare un trauma. A Libero Marsell, dodicenne franco-italiano, capiterà di scoprire il tradimento della madre, una sera a cena, col migliore amico del padre. Il sesso per il non più bambino si svelerà un mondo incomprensibile, un polo di attrazione e di mistero, di dolore più che di liberazione.

Quello raccontato da Marco Missiroli in Atti osceni in luogo privato è a tutti gli effetti il classico romanzo di formazione borghese. Dove più che gli avvenimenti, le avventure, gli incontri straordinari, saranno i sommovimenti del mondo interiore a far maturare il giovane Libero.

Il protagonista cerca nel suo corpo una spiegazione al mistero della sessualità, trova nello sfogo onanista una sorta di affrancamento dal trauma infantile. Negli anni incontrerà amori, amicizie, mentori che gli daranno una mano a liberarsi dai suoi tormenti.

La scrittura è controllatissima, incapace di colloquialità, letteraria. Spesso fatta di sentenze e aforismi freddi e perfetti. La narrazione è in prima persona, come una sorta di memoriale. Forse anche per questo Missiroli decide di spostare gli avvenimenti di questo romanzo che cerca un respiro “europeo” fuori dai confini geografici e temporali della sua biografia. Libero, sembra dirci, non è Marco, non si fa voyerismo in queste pagine. È fra Milano e Parigi, nel cuore degli anni Ottanta, che si muove il protagonista. Anche se potrebbe essere dieci anni prima o dopo, dato che la Storia sembra essergli indifferente. Chiuso fra i libri che legge e le donne che frequenta, Libero sembra involontariamente inconsapevole che tutto in quegli anni stava cambiando, non solo lui.

(pubblicato su Cooperazione n° 17 del 21 aprile 2015)

articoli correlati

Iroko

di Simone Redaelli
Le mattine che usciamo di casa assieme, è ancora buio. Se è inverno, come oggi, troviamo il furgone pieno di ghiaccio. Io entro e mi siedo al mio posto. Papà apre la portiera del guidatore, mette in moto, e la richiude.

Thrilla in Manila

di Gianluca Veltri
Cinquanta anni fa, il 1° ottobre del 1975, si tenne a Manila, tra Joe Frazier e Muhammed Alì, l’incontro di box più drammatico che si ricordi. Terzo e decisivo appuntamento tra due rivali acerrimi.

Via dalla pazza folla olimpionica

di Gianni Biondillo
A Milano le olimpiadi invernali che si inaugurano fra tre mesi sembra che interessino a nessuno. Non c’è più alcun cuore di milanese che batte all’avvicinarsi di questo evento globale. Cos’è successo?

Vi avverto che vivo per l’ultima volta

Gianni Biondillo intervista Paolo Nori
Dopo il 24 febbraio 2022 mi è sembrato chiarissimo che la vita di Anna Achmatova, la società crudele, orribile e insensata nella quale viveva erano molto simili alla nostra.

Milano, a place to bye

di Gianni Biondillo
Fossi ricco sarebbe bellissimo vivere a Milano. “Portofino è a due ore di macchina; in 45 minuti si può pranzare sulla terrazza di Villa d'Este sul Lago di Como; e in tre ore si possono raggiungere St. Moritz, Megève o Verbier”. Il problema è che non sono ricco.

Quell’amore lì

di Linda Farata
Da ieri è in libreria il romanzo d’esordio di Linda Farata, autrice che qui su Nazione Indiana abbiamo già conosciuto, in quanto partecipante (e finalista) del concorso “Staffetta Partigiana”. Con vero piacere pubblico un estratto dal romanzo, ringraziando l’editore che ce lo ha concesso.
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: