orsola puecher

298 articoli scritti
,\\' Nasce [ in un giorno di rose e bandiere ] Scrive. [ con molta calma ] Nulla ha maggior fascino dei documenti antichi sepolti per centinaia d’anni negli archivi. Nella corrispondenza epistolare, negli scritti vergati tanto tempo addietro, forse, sono le sole voci che da evi lontani possono tornare a farsi vive, a parlare, più di ogni altra cosa, più di ogni racconto. Perché ciò ch’era in loro, la sostanza segreta e cristallina dell’umano è anche e ancora profondamente sepolta in noi nell’oggi. E nulla più della verità agogna alla finzione dell’immaginazione, all’intuizione, che ne estragga frammenti di visioni. Il pensiero cammina a ritroso lungo le parole scritte nel momento in cui i fatti avvenivano, accendendosi di supposizioni, di scene probabilmente accadute. Le immagini traboccano di suggestioni sempre diverse, di particolari inquieti che accendono percorsi non lineari, come se nel passato ci fossero scordati sprazzi di futuro anteriore ancora da decodificare, ansiosi di essere narrati. Cosa avrà provato… che cosa avrà detto… avrà sofferto… pensato. Si affollano fatti ancora in cerca di un palcoscenico, di dialoghi, luoghi e personaggi che tornano in rilievo dalla carta muta, miracolosamente, per piccoli indizi e molliche di Pollicino nel bosco.

Ah, non parlatemi della Duncan!…

di Anna Tellini
Seduto nel secondo palco di prima fila della soffocante sala del teatro Malyj di San Pietroburgo, Rozanov [1] assiste a un’esibizione di Isadora, impegnata in una delle sue numerose tournée in Russia, e anche senza binocolo può vedere distintamente tutti i dettagli.

ANIMAzioni#04: “Kafka” [1991] di Piotr Dumała

«un'immagine della mia esistenza sarebbe una pertica inutile, incrostata di brina e di neve, infilata obliquamente nel terreno, in...

FINZIONI

    di Nadia Agustoni “SEMPRE SOFFIAVA il vento e sempre faceva buio e sempre la voce lontana arrivava ai suoi orecchi: “una vita...

ANNA LAMBERTI-BOCCONI

CANTO DI UNA RAGAZZA FASCISTA DEI MIEI TEMPI

Bella ragazza, andavo male a scuola
son fuori tempo, sono già partita,
mio padre un avvocato anni Sessanta
se fossi viva sarei non so cosa
bruciavo come grano sulla brace
non riconosco niente del 2000
non ho strumenti, straccio la partita,
la batteria rullata giù in cantina
ricordo il giorno della bocciatura
ci ho fatto un sole, un buco con il pugno.

Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d [28 gennaio 1874 – 2 febbraio 1940(?)]: LA MORTE È MEGLIO DI TUTTO QUESTO

Quando gli inquirenti cominciarono ad applicare nei riguardi di me, inquisito, i loro metodi di azione fisica, aggiungendo ad essi il cosiddetto "attacco psicologico", l'una e l'altra cosa provocarono in me un terrore così mostruoso da mettere la mia natura a nudo fino alle radici.

LA FABBRICA ILLUMINATA [ 1964 ]

    La fabbrica illuminata   MUSICA di Luigi Nono   TESTO   di Giuliano Scabia, e un frammento da “Due poesie a. T” di Cesare Pavese   ...

Tre personaggi in cerca d’amore

di Sergio Garufi Nicole vive col marito Martino e la figlia Arianna in un piccolo appartamento di una casa...

“Colui che non aveva mai visto il mare” da “Mondo et autres histoires” di J. M. GUSTAVE LE CLÉZIO

testo in lingua originale   __Si chiamava Daniel, ma gli sarebbe molto piaciuto chiamarsi Sindbad, perché aveva letto le sue avventure...

io penso che le stelle

di Nadia Agustoni ________________________________________ ________________________________________ ________________________________________ ________________________________________ pareva una gabbia la casa l’incrinare del fuoco quel che possiede e la luce curva sulla terra a correggersi...
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