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INVALSI DISABILI E IMMIGRATI

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di Bijoy M. Trentin

L’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, http://www.invalsi.it/) in questi giorni (10-13 maggio) sta procedendo a “somministrare” (cosí si dice ormai, come si fa per le medicine, le pene e i sacramenti) agli studenti italiani prove di verifica per valutarne gli apprendimenti: i discenti coinvolti sono quelli della seconda e quinta classe della scuola primaria (ex scuola elementare), della prima e terza classe della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) e, per la prima volta, della seconda classe della scuola secondaria superiore (ex scuola superiore). Le materie in esame sono solo Italiano e Matematica: si mira a testare la «capacità di comprensione del testo e le conoscenze di base della struttura della lingua italiana», e le «conoscenze e le abilità nei sottoambiti disciplinari di Numeri, Spazio e Figure, Dati e Previsioni e Relazioni e Funzioni» (queste ultime non nella scuola primaria).

The bomb

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La Bomba
di
Simon Lane
traduzione di Anna Costalonga

La bomba esplose proprio accanto a me. Non ne sapevo niente, o quasi.
Era una bomba potente e ne rimasi disintegrato.
Non c’è niente come la morte, a farti vedere le cose in prospettiva. Se avessi saputo allora ciò che so ora, mi sarei concesso il lusso di un taxi, ma si sa, l’accortezza è sempre una dote effimera.
A quanto pare, riuscirono a ritrovare i miei denti. Avevo intenzione di andare per un po’ dal dentista, da quando un amico mi aveva fatto notare le macchie di tabacco sullo smalto dei miei incisivi inferiori. Buffo, che solo i miei denti fossero rimasti alla posterità. Quello che accadde al resto del mio corpo rimane un mistero.
Sparii in mille pezzi che volarono dappertutto. A esser franco, non mi va neanche di pensarci.

Farsi una striscia

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di Gianni Biondillo

Striscia la notizia è un programma di satira. Dire il contrario è da fascisti. Striscia è un programma di controinformazione, altro che WikiLeaks. Le Veline sono un dispositivo satirico, non rendersene conto è da sfigati e da incompetenti. Non è vero che gli autori della trasmissione, veri intellettuali multimediali, fanno mostrare tette e culi alle Veline per il becero piacere degli spettatori maschi, ma quando mai! Basta leggere i commenti che i raffinati ammiratori del programma lasciano su youtube, quando autonomamente e per la gioia di tutti noi raccolgono gli stacchetti delle veline danzanti. Un profluvio di aforismi filosofici, eleganti e pungenti, in evidente contrapposizione ai luoghi comuni imperanti in tv, un vero e proprio attacco al cuore del potere costituito, una esaltazione delle doti intellettuali delle donne in Italia, dei loro talenti, dei loro sogni.

Ve ne elenco alcuni:
• mi sa che mi sego
• Secondo me Mammuccari è ricchione a lasciare thais……
• voglio un film con loro e cicciolina

Radio Londra : Digital Pression

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On air- di effeffe

Street-Fightin’ Press?
Dal “Trojan Journalism” al disprezzo di classe
di
Paolo Mossetti

Qualche settimana fa ho notato una foto, nella sezione “culturale” dell’Evening Standard: erano ritratti otto ragazzi, sui venti anni, seduti su una scalinata di un palazzo medievale. Erano vestiti, da buoni londinesi “intellettuali”, in uno stile un po’ casual-sciatto; erano tutti sorridenti; due di loro maneggiavano un cellulare; una giovinetta aveva un pc sulle ginocchia: «Stiamo parlando di tecnologia», sembrava dirmi. Chi erano costoro? Erano loro quelli che lo Standard chiamava, con un bel titolone, Clicktivists, attivisti del “click”. Ecco i volti nuovi della protesta di questi mesi: coloro che usano i social network come Facebook o Twitter per organizzare manifestazioni, coordinarsi, promuovere scioperi.
Contava poco il contenuto dell’articolo, quanto il messaggio di quella foto: vedete, ecco la parte decente della protesta, ecco quelli che non spaccano le vetrine, che non puzzano. Ci sono, eccome se ci sono! In fondo, basta cercarli. Sono loro il futuro, paura bisogna non averne!

L’esordiente, di Raul Montanari

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di Mauro Baldrati

“Livio Aragona, lei è… il miglior gialllista italiano!”
Glielo dice una signora adorante, ma continuano a ripeterglielo lettori, conoscenti, editori. “Torni a scrivere i suoi gialli” gli gridano dietro gli ospiti caciaroni di un delirante salotto televisivo dove lui partecipa come “opinionista”.
A nulla valgono le sue proteste, le sue spiegazioni. Io non sono un giallista! ripete, digrignando i denti. Ma nessuno lo ascolta. Nessuno è interessato. Livio Aragona scrive gialli, punto e basta.
E’ questo l’ambiente dove vive, lavora, ama, si arrabbia il protagonista dell’ultimo romanzo di Raul Montanari, L’esordiente. Un mondo diviso in schemi, dove nulla sembra chiaro e definito e tutto sfugge, si sfilaccia. Si nebulizza. Livio Aragona è uno scrittore-scrittore, una figura classica, molto moderna ma – proprio per la sua modernità di aristocratico della giovinezza – condannato a dibattersi in un mondo morente. Il mondo dei premi letterari, anzi, del Premio (…), il cui nome completo è impronunciabile, pena lo scatenamento di ogni sventura possibile. Ha cinquant’anni, vuole vincerlo a tutti i costi, il Premio (…), perché sarebbe il coronamento della sua carriera. Però ha un problema: Livio Aragona scrive gialli. E il giallo è considerato letteratura “bassa”, di serie B.

In difesa dell’usignolo. E di una conchiglia.

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Riflessioni su poesia ed esperienza, a partire da una recente antologia dell’Illuminista.

di Marco Mantello

Il tempo futuro è contenuto, tutto ma proprio tutto,  nel tempo passato? E davvero il talento individuale deve per forza correlarsi a una data idea di tradizione, ora italiana,ora europea, ora occidentale?
Ora un’idea di talento individuale come perenne fattore di rottura rispetto ai fantasmi del ‘sublime aulico’ e del ‘naturalismo’, sulla base di un’inconfessata linea di continuità fra modelli di lirica pura, alla Valery e teorizzazioni della riduzione dell’io da parte di esponenti delle neoavanguardie storiche, nella cui opera si sommavano sovente il critico e il poeta; ora un’idea di talento individuale come fattore di accrescimento e continua ridefinizione a posteriori di una tradizione, in base a datazioni convenzionali e a grandi eventi, cui si collega lo studio testuale della lirica del ‘900, ovvero la ricostruzione di tendenze, quali l’assorbimento di istanze narrative e prosastiche, la tendenza della poesia a farsi prosa e del romanzo ‘ad aspirare alle condizioni di prosaicissima poesia’. Ora infine un’idea di talento individuale come riadattamento al presente, in chiave realistica e sperimentale, di forme e stili del passato.
Nel primo caso sembra davvero che talune rispettabili, quanto risalenti cristallizzazioni del ‘lirico’ novecentesco in parte confluite oggi, nella prefazione a una recente antologia di poeti degli anni 00,  accompagnino la fondazione di presunti ‘canoni nuovi’, per la mia generazione e per quelle successive, quasi che una tradizione culturale, quella delle neoavanguardie storiche, pretenda di rigenerarsi sulle ceneri di un fantasma.

TQ – fenomenologia di una generazione letteraria allo specchio: Simone Barillari

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Per un nuovo pubblico
di
Simone Barillari

Si è fatto molto parlare, nelle riunioni e nel forum di TQ, di penetrare maggiormente nella società italiana, di aumentare il numero dei lettori, e sono state anche individuate aree e pratiche di intervento sociale degli scrittori. Mi chiedo però se non debba essere presa in considerazione anche una possibilità di intervento che non sia solo orizzontale, per ampliare il pubblico, ma verticale, per innalzarlo – una linea migliorista (una “linea elitista”?), minoritaria e complementare rispetto alla giusta, indispensabile “linea azionista” di TQ, ma forse non meno importante, e non meno impervia.

Innamorarsi del diavolo

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di Francesca Matteoni

Come immaginare il diavolo? Secoli di credenze stregonesche e persecuzioni ce lo consegnano variamente quale signore distinto, ibrido tra uomo e animale con zoccolo fesso al posto del piede o addirittura con gambe e corna di caprone, cane nero, presenza sinistra munita di artigli per marchiare a sangue i suoi seguaci, bestia di lussuria e malvagità. Alla fine del 1700, secolo dei lumi e delle rivoluzioni, il diavolo ha ancora qualcosa da dire, almeno nella letteratura se non più dal palcoscenico di accuse e processi; ha ancora una varietà di forme da assumere per tentare l’essere umano. Eccolo così ne Il diavolo innamorato del francese Jacques Cazotte, pubblicato per la prima volta nel 1772 e riproposto in italiano in un’edizione curata e tradotta da Isabella Mattazzi, opera che mescola al suo interno il meraviglioso al pensiero libertino, il racconto d’amore all’ambiguità e al potenziale orrore del demoniaco.

Armand Gatti a Udine

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testo e foto di Danilo De Marco (+ un ritratto di Altan)

Figlio di emigrati piemontesi, il padre Augusto anarco-pacifista – figura determinante a cui ha dedicato una pièce: «La vita immaginaria dello spazzino Augusto G.» Armand Gatti rientra dagli Stati Uniti dopo aver assistito all’impiccagione dei fratelli Vittorio e Alfonso anarchici e immigrati italiani, accusati come i più celebri Sacco e Vanzetti  (“il giorno in cui seppe della loro esecuzione  mio padre mi annodò un fazzoletto nero intorno al collo”) di essere responsabili di atti che non avevano commesso.  Di più: durante uno sciopero viene sequestrato

Stranieri in patria

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di Helena Janeczek

Si trovano all’angolo della piazza, davanti alla filiale della Banca Popolare di Bergamo, già Credito Varesino, non appena smette di piovere. Restano lì a fare grappolo, perché le due panchine non basterebbero per ospitarli, ma soprattutto perché non sono come le sedie attorno al tavolo di un circolo, di quelli che in centro sono scomparsi. Discutono di calcio e di politica, commentano i temi del giorno secondo quanto ha detto il tg o la “Prealpina” sbirciata sul banco di qualche bar-tabacchi. Il delitto di Avetrana, l’età di Ruby, la guerra contro Gheddafi, le prossime elezioni comunali. Formano un coro di accenti siciliani, calabresi e campani, alcuni così stinti dalla residenza in Alta Italia che è impossibile attribuirne un’origine, salvo la certezza che sia meridionale. Pensionati, prepensionati, ex operai delle aziende che la crisi, una alla volta, ha fatto sbaraccare. Magari qualcuno è stato anche postino, bidello, usciere: beneficiario, in pratica, di uno di quei posti fissi su cui si fonda l’assioma che “i terroni non hanno voglia di lavorare”.

Un Plot d’esecuzione: Attilio Del Giudice

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Progettare il plot- Pittate di Attilio Del Giudice

Ah, bene bene!
di
Attilio del Giudice

La notte del mio ventunesimo compleanno, intorno alle due, minuto più minuto meno, ho ucciso i miei genitori.
Devo dire che nel progetto avevo scartato ogni modalità che implicasse brutalità e truculenza, infatti, per quello che dovevo fare, ho scelto la via più semplice, precisa e quasi indolore: il monossido di carbonio, praticamente il gas di città.
Nella parete divisoria tra la camera matrimoniale e lo studio c’è un buchetto, appena al di sopra del battiscopa, dove passa il filo dell’antenna parabolica della televisione. Ho tagliato il filo e ho inserito nel buchetto un tubicino di metallo, dal quale ho fatto partire un flessibile di gomma, che ho collegato con la valvola del gas. Dopo essermi accertato, verso l’una e mezza, che i due fossero ormai preda di un sonno profondo e che tutte le finestre fossero sbarrate (mio padre, dopo una rapina in una villa vicino casa, si prende cura ossessivamente, tutte le sere, di sprangare ogni possibile accesso al nostro appartamento), ho aperto la valvola e sono uscito.

“Disumane lettere” a Milano

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Mercoledì 11 maggio, ore 18.00
Casa della Cultura
via Borgognona, 3 – Milano

presentazione del libro
Disumane lettere
Indagini sulla cultura della nostra epoca

di Carla Benedetti

Intervengono con l’autrice
Bruna Miorelli e Antonio Moresco

Pensieri ballabili : Lucio Saviani e Pasquale Panella

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Roma, 10 maggio 2011, ore 18.00

Casa delle Letterature, Piazza dell’Orologio 3

Presentazione del libro di Lucio Saviani Voci di confine. Il limite e la scrittura e Anteprima nazionale dell’opera Pensiero ballabile di Pasquale Panella e Gianni Bisori, ispirata a Voci di confine di Lucio Saviani

In programma, la presentazione del libro di Lucio Saviani Voci di confine. Il limite e la scrittura (Moretti & Vitali). Ne parlano, insieme all’Autore, Alberto Abruzzese, Cesare Cuscianna e Nicola Magliulo).

A seguire, in anteprima nazionale, Pasquale Panella e il musicista Gianni Bisori eseguono dal vivo brevi estratti da Pensiero ballabile, ovvero “Tredici canzoni nuove e chiacchiera danzante intorno, da e circa le Voci che girano al limite del vivere, del pensare e dello scrivere, quindi al limite del ballo, nel libro Voci di confine di Lucio Saviani. Musiche: Gianni Bisori. Libretto e testi: Pasquale Panella”.

La Nato e le vite umane (una notizia pubblicata ieri dal «Guardian»)

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Unità della NATO hanno lasciato morire di fame e di sete 61 migranti africani alla deriva nel Mediterraneo, non ieri o l’altro ieri, ma a fine marzo. La notizia è stata pubblicata solo ieri in esclusiva dal Dal Guardian.

Di seguito pubblico la traduzione che ne ha fatto Maria Adele Cipolla che così scrive sul suo blog nel sito «Accamuora»: «Mi scuso per la mia traduzione, frettolosa e forse imprecisa e mi assumo ogni responsabilità per eventuali equivoci derivanti da una traduzione errata. Tuttavia avevo fretta di far giungere questa notizia in Italia».

Lo stile non sarà dei migliori, ma le notizie sono riportate con esattezza.

Chi vuole può comunque leggere l’articolo di Jack Shenker in inglese qui: Nato units left 61 African migrants to die of hunger and thirst (Sunday 8 May 2011)

Evelina Santangelo

Una imbarcazione che tentava di raggiungere Lampedusa è stata lasciata nel Mediterraneo per 16 giorni, nonostante era stato lanciato l’allarme.

La meraviglia e la volontà di dire

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La meraviglia e la volontà di dire: il senso della scrittura di Michele Zaffarano

Una delle questioni che più urgentemente pone il lavoro di Michele Zaffarano è certo quella della disgiunzione tra il senso del testo e l’intenzione dell’autore. La sua scrittura, infatti, si muove in uno spazio precedente alla “volontà di dire” che si considera spesso, per annosa tradizione o per semplice pregiudizio, alla base della scrittura poetica (se non della scrittura tout court). Così facendo, Zaffarano offre la possibilità di un modello diversamente organizzato di letteratura, di testo, di lettura, e permette l’esperienza di quella che potremmo definire una meraviglia radicale, strettamente legata alla dimensione quasi pulsionale, originaria del significato (delle cose, delle parole).

Todd, l’anticipatore

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Andrea Inglese

Dizionario dei luoghi comuni: Emmanuel Todd, quello che aveva previsto lo sfaldamento dell’Unione Sovietica. Il crollo finale. Saggio sulla decomposizione della sfera sovietica, pubblicato in Francia nel 1976 e scritto all’età di 25 anni, è divenuto il titolo onorario di Todd. L’autore, nella prefazione dell’edizione del 1990, ricorda che lo guidarono nella decifrazione della crisi i solidi e bruti dati demografici, in particolare l’innalzamento del tasso di morti infantili tra 1971 e 1974.

Todd, storico di formazione, combina le competenze del demografo e dell’antropologo. Ma le sue analisi storico-antropologiche, pur avvalendosi di una solida base empirica, non rinunciano a prese di posizioni polemiche nei confronti del panorama intellettuale e politico. Fin dallo studio sull’URSS, il lavoro di Todd presenta due aspetti complementari: da un lato, la ricerca che opera in modo scientifico e apolitico, con un’attenzione privilegiata a processi di lungo periodo (alfabetizzazione, contraccezione, ecc.) e alle strutture antropologiche di base (i modelli familiari); dall’altro, un’esigenza militante di tirare delle conseguenze politiche dai risultati ottenuti. Questo significa non solo avanzare soluzioni nei confronti di problemi sociali maggiori, ma sopratutto anticiparli quei problemi, valutandoli nella loro complessità antropologica e inquadrandoli in una prospettiva storica ampia.

PAZZA IKEA

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di Bijoy M. Trentin

È noto ormai a tutti che in Italia discutere di diritti civili
significa dibattere di temi cosiddetti “eticamente sensibili”: anche
se, in realtà, bisognerebbe parlare di problemi eticamente
“suscettibili”, sia perché questi sono ancora suscettibili di
influenze tradizionali prevalentemente di marca religiosa sia perché,
metonimicamente, i vessilli della difesa di questi valori
“tradizionali” sono di particolare suscettibilità se si parla di
ampliamento dei diritti. E cosí, puntuale, si risveglia Giovanardi,
che parte all’attacco delle pubblicità dell’Ikea e di Eataly, che
presentano rispettivamente due uomini e due donne di spalle che si
tengono per mano (il testo della prima «Siamo aperti a tutte le
famiglie», della  seconda «Anche noi siamo aperti a tutte le famiglie»
con altre espressioni dai modi piú burocratici), della campagna 2011
Arcigay per la giornata contro l’omofobia, in cui vi sono due donne o
due uomini che si baciano (lo slogan è «Civiltà Prodotto tipico
italiano) e di una rappresentazione teatrale che reinterpreta Romeo e
Giulietta in chiave lgbt (si prevede l’epurazione o la distruzione
anche di tutte le altre opere prodotte dall’antichità a oggi?).

SANTI TUTTI

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di MARCO PASQUA

LA Curia di Palermo vieta una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia, in programma il 12 maggio nella parrocchia di Santa Lucia. Un appuntamento organizzato da “Ali D’Aquila”, un gruppo di cristiani gay e lesbiche, nell’ambito delle celebrazioni per il Palermo Pride, e che aveva potuto contare sull’appoggio del parroco, don Luigi Consonni. Al religioso, un missionario comboniano, è arrivato però lo stop dall’alto: l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, e il vescovo ausiliare, Carmelo Cuttitta, gli hanno imposto di ritirare l’autorizzazione per l’utilizzo dei locali della parrocchia. Un divieto che è stato ispirato ai principi contenuti nella Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omossessuali dell’1 ottobre 1986, firmata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger.

TQ – fenomenologia di una generazione letteraria allo specchio (prima parte)

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Performance di Michelangelo Pistoletto

Sognai che ero una farfalla
che d’esser me sognava
guardava in uno specchio
ma nulla ci trovava
-Tu menti-
gridai
si svegliò
morii.

R.D. Laing

‘O Tale e Quale
di
Francesco Forlani
Mi ha sempre affascinato il modo in cui la cultura popolare traduce le parole  che indicano le cose attraverso l’uso che di queste stesse  se ne fa. Così, dalle nostre part,i il Juke Box veniva chiamato ‘o cascione ra musica e lo specchio, ‘o Tale e Quale. Sono passati pochi giorni dall’incontro TQ che si è svolto a Roma alla sede Laterza e  forte di quel minimo di distanza temporale, necessaria per elaborare una qualsiasi esperienza, vorrei tentarne una mia personale lettura.

Classifiche pordenonelegge-Dedalus aprile 2011

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NARRATIVA

1) Viola Di Grado, Settanta acrilico trenta lana, Edizioni E/O, p. 36
2) Giacomo Sartori, Cielo nero, Gaffi, p. 29
3) Walter Siti, Autopsia dell’ossessione, Mondadori, p. 28
4) Gilberto Severini, A cosa servono gli amori infelici, Playground, p. 21
5) Maria Pia Veladiano, La vita accanto, Einaudi, p. 19
6) Alessandro Mari, Troppo umana speranza, Feltrinelli, p. 18
6) Aldo Nove, La vita oscena, Einaudi, p. 18

alfabeta n° 9 & alfalibri n° 1

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Da maggio la rivista mensile «alfabeta2»

raddoppia e propone in allegato il supplemento «alfalibri»:

16 pagine dedicate alle novità editoriali, e non solo


Insieme al numero 9 di «alfabeta2» arriva oggi nelle edicole e nelle librerie italiane una nuova rivista mensile dedicata ai libri: «alfalibri». Nuova perché, come indica la cifra 01 in evidenza sulla copertina, questa è la sua prima uscita. Ma soprattutto nuova perché si propone di pensare ai libri, di parlare dei libri, come oggetti vivi, attivi, in movimento.