[riprendo da monsterlippa quello che mi pare un interessante complemento al post di inglese – a.r.]
Riporto interamente da Mirumir questa traduzioneo post sulla logica degli attentati suicidi: dipendono dall’occupazione, non dal fondamentalismo.
[riprendo da monsterlippa quello che mi pare un interessante complemento al post di inglese – a.r.]
Riporto interamente da Mirumir questa traduzioneo post sulla logica degli attentati suicidi: dipendono dall’occupazione, non dal fondamentalismo.
di Andrea Inglese
Propongo due letture estive anti-propaganda sul tema del terrorismo: Iraq di Slavoj Žižek e La nuova economia del terrorismo di Loretta Napoleoni. Il governo italiano è schierato con gli Stati Uniti nella lotta contro il “terrorismo islamico”, partecipando all’intervento militare in Iraq. Siamo quindi da tempo bersagli di una possibile rappresaglia. Per ora siamo innanzitutto bersagli di una propaganda “occidentale” che ha alcuni obiettivi di fondo: 1) sacralizzare il nemico terrorista, rendendolo incarnazione del Male e impedendo così ogni analisi politica delle sue azioni; 2) spostare l’attenzione sull’aspetto “religioso” del nemico terrorista, impedendo un’analisi del suo aspetto “economico”; 3) legittimare l’ingiustificabile guerra in Iraq, rendendo impronunciabile ogni contestazione di tipo pacifista; 4) legittimare la restrizione delle libertà fondamentali, acquisendo strumenti di maggiore controllo e repressione delle opposizioni politiche interne (movimenti altermondialisti, ecc.); 5) legittimare l’uso ufficiale della tortura oggi e di una eventuale bomba atomica “tattica” domani, di fronte all’estrema barbarie del nemico terrorista.
traduzione free jazz di Francesco Forlani
Au mois de Juillet 1743, comme j’étois occupé de mes couleurs accidentelles, & que je cherchois à voir le soleil, dont l’oeil soûtient mieux la lumiere à son coucher qu’à toute autre heure du jour, pour reconnoître ensuite les couleurs & les changemens de couleur causés par cette impression, je remarquai que les ombres des arbres qui tomboient sur une muraille blanche étoient vertes ; cette apparence dura près de cinq minutes, après quoi la couleur s’affoiblit avec la lumiere du soleil, & ne disparut entierement qu’avec les ombres. Le lendemain au lever du soleil, j’allai regarder d’autres ombres sur une autre muraille blanche ; mais au lieu de les trouver vertes comme je m’y attendois, je les trouvai bleues, ou plûtôt de la couleur de l’indigo le plus vif : le ciel étoit serein, & il n’y avoit qu’un petit rideau de vapeurs jaunâtres au levant ; le soleil se levoit sur une colline, ensorte qu’il me paroissoit élevé au-dessus de mon horison ; les ombres bleues ne durerent que trois minutes, après quoi elles me parurent noires. Six jours se passerent ensuite sans pouvoir observer les ombres au coucher du soleil, parce qu’il étoit toûjours couvert de nuages : le septieme jour je vis le soleil à son coucher ; les ombres n’étoient plus vertes, mais d’un beau bleu d’azur. Depuis ce tems j’ai très-souvent observé les ombres, soit au lever soit au coucher du soleil, & je ne les ai vûes que bleues, quelquefois d’un bleu fort vif, d’autres fois d’un bleu pâle, d’un bleu foncé ; mais constamment bleues, & tous les jours bleues “.
(extrait de l’article « couleur », Encyclopedie de Diderot et D’Alembert)
di Livia Candiani (estratti)
Nelle contate ore
del nulla quotidiano
si aggira il tuo respiro
sempre più simile a un lamento,
solo umano senza supplica.
mi scrivi nell’anima
il tuo corpo : all’incrocio
tra qui e nessun luogo
ci concedi la tua urina e la tua voce
divinamente neutra :
“non so più cosa è bene
e cosa è male.”
dicembre 00
di Marco Giovenale
[ note su M.Strand e D.Abeni (a cura di), West of your cities, Minimum Fax, Roma 2003 ]
Mark Strand e Damiano Abeni hanno curato per Minimum Fax un’antologia di dodici poeti statunitensi, nati tra il 1934 e il 1950. Il titolo del libro, immaginato da Strand, è involontariamente inquietante: West of your cities sembra quasi mettere a distanza gli interlocutori. Come dichiarando: “noi (statunitensi) siamo «a ovest delle vostre città» (europee)”. Al contrario, specie dopo gli ultimi anni e mesi, è imprescindibile riconoscere che niente è a ovest di niente, nel pianeta dello sfruttamento (e del fuoco) globalizzato.
di Helena Janeczek
“Specialità cinesi e malaysiane”. Ero sicura di aver letto bene, lì sull’angolo di quel grigio palazzotto anni quaranta, subito oltre il sottopassaggio ferroviario sulla via per andare all’autostrada, casello di Gallarate? Però la volta dopo, appena si emergeva da sotto il tunnel, la scritta ricompariva: grande, in stampatello, rossa su bianco sopra la porta aperta che lasciava intravedere un banco in formica con un registratore e dietro l’accesso alla cucina. Un locale bianco senza orpelli come un qualsiasi “take-away” in qualsiasi parte del mondo.
di Boris Vian
traduzione di Andrea Inglese
I Cent Sonnets costituiscono l’esordio letterario di Boris Vian, la prima opera da lui scritta e pensata per una pubblicazione. Si tratta di 106 sonetti e 6 ballate, composti in un arco di tempo che va dal 1941 al 1944. Malgrado l’interesse che Vian porta alla raccolta anche negli anni successivi, intervenendo sia sui singoli testi che sulla struttura, i Cents Sonnets saranno pubblicati postumi. La prima edizione esce presso l’editore Christian Bourgois nel 1987.
di Sergio Nazzaro
In questi giorni in cui si torna a parlare drammaticamente di bombe e terrorismo, si torna anche a parlare di sicurezza per l’Italia che sembra essere il prossimo obiettivo di una strage. Ma chi è preposto alle indagini, svolge bene il suo dovere? Ho questa domanda in testa da quando un attentato doveva avere luogo proprio qui dove vivo, a Mondragone. Un articolo del Corriere della Sera del marzo 2004, a firma di Giuseppe Guastella e Guido Olimpio, riportando le dichiarazioni del primo pentito di al Qaeda in Italia, tale Yasir, indica nella base NATO di Mondragone uno degli obiettivi di un possibile attacco terroristico ad opera di estremisti islamici.
Commenti e regole
La scelta di gestire i commenti in Nazione Indiana ha suscitato una discussione accesa, sia nei commenti stessi ai post Ritratto di Cassandra e La crisi, che sul blog di Loredana Lipperini.
Dalle conversazioni fatte, in rete e di persona, traggo due conseguenze: la mia visione pragmatica (granitica?) della discussione in rete non è adatta a un blog multi-autore come Nazione Indiana; è necessario inoltre che le regole del gioco, quali che siano e comunque presenti, siano note.
di Franz Krauspenhaar
E’indubbio che Nazione Indiana sta attraversando una crisi. C’è chi parla di coma, chi di limbo. Dall’interno posso affermare con sicurezza che né l’uno né l’altro termine identifica correttamente il momento che stiamo attraversando: perché questa è una crisi congiunturale, inevitabile. Questo è un momento di passaggio, di recupero delle forze, di pensieri e, forse, di ripensamenti. E di studio. E alcuni di noi stanno conoscendosi meglio, nel frattempo, stanno sintonizzandosi meglio e intensivamente l’uno con l’altro. Nulla di più, nulla di meno. E questa crisi è arrivata nel momento peggiore: l’approssimarsi delle vacanze. Tutto questo puo’ però essere a mio avviso salutare: c’è infatti più tempo per riflettere, per capire meglio, per ritemprarsi, per decidere.
di Mario Bianco
Parto da un film:
Titolo: La regola del sospetto (The Recruit)2003
Regia: Roger Donaldson
Sceneggiatura: Roger Towne, Kurt Wimmer, Mitch Glazer
Fotografia: Stuart Dryburgh
Interpreti: Colin Farrell, Al Pacino, Bridget Moynahan etc.
Lo vedo su Sky, ambiente e scuola CIA per nuove reclute.
di Ivan Roquentin
Si può dunque nascere da un mezzo dio e da una mezza cagna, per poi sentir raccontare strane favole su quel giorno in cui un re e una ninfa si davano alle nozze, sicuri del loro destino da favola e del mio da puttana. Qui la cagnara finisce in leggenda e allo stesso punto inizia a parlare Cassandra, ma non si può fare a meno di notare che quei cento e passa figli di Priamo una donna o un altro animale infelice deve averli partoriti; a loro volta infelici e solenni, così come ci si aspettava dal goffo bordello riproduttivo escogitato da Priamo, dalla maestà stemperata e sbilenca della madre e dall’unanime tripudio di un circondario di becchi. Che un certo malcostume, unito ad un certo strepitare, fossero all’inizio della candida fanciullezza di Cassandra e delle sue fiere cavalcate a dorso dei Troiani, è un segno sicuro della barbarie che la doveva portare a spasso per le stanze da letto di innumerevoli divinità, coltivate come un passatempo e trattate come altrettanti scendiletto.
di Laurent Grisel
Versione italiana di Beatrice Monroy
Il futuro non è mai completamente chiuso
In questo libro sparito, forse nascosto, forse mai esistito è contenuta tutta la storia a venire della famiglia, i suoi segreti, gli scheletri nell’armadio, le schifezze e i piccoli orrori di cui ciascuno è fatto.
Insomma un libro che conosce le identità di chi ancora non c’è.
Il mondo è completo.
Il mio
mondo
è
finito :
concluso. Sono concluso.
Sono nella storia, sono un punto
in una stirpe.
ARTICOLO21
LIBERIDI
Il professore e premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia ha manifestato le sue critiche al penoso stato della ricerca in Italia dalle colonne del quotidiano La Repubblica. Poche ore dopo il professor Rubbia è stato defenestrato. Per l’ennesima volta è stato colpito l’Articolo 21 della Costituzione. In questo caso la cultura delle liste di proscrizione ha colpito uno dei più grandi scienziati e ricercatori italiani. Per queste ragioni l’Associazione Articolo 21 esprime la convinta solidarietà al premio Nobel e invita il mondo della cultura dell’arte del cinema del teatro della ricerca a sottoscrivere pubblicamente il suo articolo e a far sentire in tutti i modi e in tutte le forme la propria protesta per un atto odioso che colpisce una delle figure che ha dato più prestigio alla ricerca scientifica in Italia.
di Gianluca Gigliozzi
www.neuropa.splinder.com
TERRORE: Macchinario semimessianico che taglia teste di oggi e salva corpi di domani
di Giuliano Mesa
(per una migliore comprensione del testo di Inglese, qualche estratto della prefazione a Ákusma. Forme della poesia contemporanea, Fossombrone, Metauro Edizioni www.metauroedizioni.it , 2000. a.r.)
di Andrea Inglese
5. Che faremo ora?
I progetti e le proposte di noi indiani superstiti sono davvero tanti e diversi. Non mi metto qui ad elencarli, per il semplice fatto che sono di giorno in giorno in via di definizione. E soprattutto perché lascio la parola ad ognuno di noi, per integrare quanto io ho detto senz’altro in modo incompleto e parziale. E poi per proporre le iniziative che bollono nel nuovo crogiolo.
di Andrea Inglese
4. Chi saremo ora?
Helena Janeczek:
“Noi superstiti ci troviamo ora su un piano di maggiore parità, senza che in questo ci sia alcun merito. Ci sarebbe invece se riuscissimo a trasformarla in quello a cui credo mirasse Andrea Raos, usando la parola ‘fratellanza’.”
di Andrea Inglese
3. La rottura
“Non ha più senso andare avanti assieme: i dissensi frenavano la radicalità del progetto.”
“Non ha senso separarci: i dissensi imponevano al progetto di articolarsi ulteriormente, senza perdere di radicalità.”