di Franco Del Moro
Io ho incrinato diversi rapporti d’amicizia semplicemente facendo notare a persone che ostentavano aspirazioni libertarie, amore per la pace, per la spiritualità, per l’ecologia, per le alternative… che prima di dirsi seriamente incamminate lungo questi nobili sentieri dovevano rinunciare al campionato di calcio, alle vacanze di massa, al lavoro salariato, all’uso quotidiano dell’automobile, alla vita inurbata, alla settimana bianca, alla festa in discoteca, agli investimenti finanziari… e a un’altra mezza dozzina di “copioni sociali” che sono, a mio avviso, parte più della malattia che della cura.

(Qui di seguito le prime pagine del romanzo, tradotto da Werner Waas.)
Confutazione di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick
Jugoslavia: la condanna della memoria. Dell’inutilità e del danno della storia.
Ho tempo. Ho tutto il tempo che voglio. Sono tornato disoccupato. E domani ho un colloquio di lavoro. Staremo a vedere. Mettiamo sempre le mani avanti…Per farla breve io e il tipo ci siamo mandati reciprocamente affanculo stamattina, e tu hai trentatreanni sei vecchio (veeecchio, veeecchio) e qui bisogna trottare e quello che mi produci tu in due giorni io lo faccio in un’ora e qui c’è gente che bussa alla mia porta – E accogli chi vuoi, – gli dico, – chiama chi ti pare, l’importante è che sei contento.
Perché permettiamo al mondo di andare come va
[Giorgio Falco ha pubblicato nel 2004 


Note sui recensori di romanzi