di Mariagiovanna Stabile, con tre domande alla regista Emma Dante
Ricevo ancora segnalazioni per la lista della spesa (vedi qui). Ricordo che si tratta di scegliere qualcosa di molto bello, letto, visto o ascoltato in Italia negli ultimi quattro anni, farne una breve scheda (massimo 2000 caratteri) e, volendo, porre tre domande all’autore o autrice: sarà mia cura cercare di mettermi in contatto e richiedere le risposte.
Scrivete a listadellaspesa@yahoo.it. T.S.
Per la “lista della spesa” segnalo Carnezzeria, regia di Emma Dante, compagnia Sud Costa Occidentale, tuttora in scena in Italia e in Europa.
Ho sempre pensato di conoscere abbastanza il linguaggio teatrale, se non altro per aver visto un po’ di spettacoli in giro per Milano. Devo dire però che questo spettacolo da una parte mi ha messo in difficoltà, dall’altra mi ha lasciata ammirata, per l’operazione di vertiginosa sintesi “linguistica” o meglio espressiva, che si compie durante l’azione sul palcoscenico. La narrazione del soggetto dell’opera (la quotidiana macelleria che si compie all’interno di una famiglia del Sud, tra inconfessabili abusi del padre sui figli, dei figli sulla sorella) è totalmente affidata alla mostruosa bravura, al corpo degli attori, capaci di raccontare una storia così abominevole quasi senza parole, quasi solo col corpo, col suo disagio, col sudore.