di Giuseppe Caliceti
Fare un giro in bicicletta…. E’ un modo serio di festeggiare i nostri martiri, questo? Mah. E’ come se durante una messa si cominciasse a giocare a nascondino davanti all’altare!
Ma questo non è un giro in bicicletta qualsiasi, Ivan. Il percorso tocca i cippi partigiani della provincia… I cicloturisti rimangono fermi un minuto ai bordi della strada…
Per me è solo un giro in bicicletta… A una vera manifestazione politica non c’è bisogno di distribuire medaglie e panini a tutti!

Prima di guardare a cosa può significare il concetto di Europa nell’attuale momento di crisi, vorrei puntualizzare ancora una volta la questione di cosa sia per
Nel suo 
Considerate il caso che se una notte d’inverno un viaggiatore invece di raccontarvi una cosa ne raccontasse altre. In una notte d’inverno, o in più notti, questo viaggiatore dovrebbe raccontarvi di storie geopoliticamente confinanti, in una zona definita, tra Emilia Lombardia e Veneto. Ma questo viaggiatore s’accorge che parlare di nutrie, polveri d’inquinamento causate dalle centrali elettriche Edipower, percentuali di disoccupazione da profondo sud, sinistre in Municipio, cibarie e manodopoera extracomunitaria, sedi di Fasci italiani del lavoro (un partito che si candiderà alle elezioni di Sermide), uomini che vanno a caccia e poi scuoiano la selvaggina cacciata con a fianco il nipotino, serre in nylon per la coltivazione del melone in ogni dannato periodo dell’anno, soldati indigeni in guerra in Iraq, acquabomber, notizie dai media più influenti, esotismo e fibre ottiche, zolle e cercatori d’oro in Po…Ecco, s’accorge che non è il momento giusto per raccontarlo, per cui il nostro viaggiatore, d’inverno, decide di non farlo.
Di proprio pugno
Scopro solo ora questo gioiello che Gianni Biondillo ha lasciato cadere con nonchalance in una finestra dei commenti (i commenti alla recensione di Francesco Longo al film di Peter Fly, L’eredità, in Archivi per mese di aprile). Lo ripubblico qui d’autorità, senza chiedergli il permesso: se Biondillo si arrabbia, vorrà dire che andrò a chiedergli scusa alla presentazione del suo Per cosa si uccide, oggi giovedì 22 alla Libreria del Giallo, a Milano, in via Peschiera, 1, ore 19.00, con Raul Montanari. (T. S.)
Vienna, quasi cent’anni fa. Secondo un modo di dire piuttosto in voga, in ogni strada abita un genio. E non è uno sproposito: nell’arco di una generazione, prima di sprofondare nella guerra e nel disastro, è qui, nella capitale dell’ultimo impero, che tutte le arti e tutte le scienze vengono rivoluzionate. A quanto pare, il fenomeno si spiega con una serie di coincidenze: una lunga espansione economica, un impero multietnico, un imperatore-simbolo che non muore mai, imbalsama le contraddizioni e maschera fino all’ultimo l’agonia di una civiltà.
Qualche giorno fa ho chiamato un cinema della mia città dove in questi giorni danno La passione di Cristo. Mi ha risposto una garbata signorina. Le ho chiesto se il film era vietato.

IO: Senti, ![F[1].Vitale8.jpg](https://www.nazioneindiana.com/archives/F[1].Vitale8.jpg)
Dal
Ringrazio Diego De Silva che mi ha inviato queste poesie. (T. S.)
Ho scritto questi appunti prima e dopo aver visto l’ultimo film di Mel Gibson. Magari possono contribuire al dibattito che si è aperto, ho l’impressione di una prevenzione ingiustificata.
E’ del mio paese la bambina massacrata di cui tutte le cronache parlano. Di un altro morto recente, sempre di Latiano, si parla solo sui media regionali: era un pregiudicato, aveva partecipato a sparatorie, potrebbe aver avuto addirittura morti sulla coscienza. Non sono rimasto molto colpito né dal primo né dal secondo delitto. E neppure la concomitanza ha avuto particolari ripercussioni. Non so quanto di caratteriale, vuoi genetico vuoi indotto (influenza ambientale del fatalismo meridiano) e quanto di minuziosamente costruito vi sia in questa indifferenza.