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Il pensiero nudo e la parola armata

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Riflessioni sull’appello di Sanguineti agli intellettuali italiani

di Romolo Bugaro

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Pensare è svestirsi, dice Jean Luc Nancy in un suo saggio, riprendendo una frase di Bataille: “Je pense comme une fille enléve sa robe”. Il gesto del togliere, del lasciar cadere il vestito – questo il percorso della riflessione secondo il filosofo francese. Dunque non solo e non tanto smascherare il mondo, quanto smascherarsi.

Lassù qualcuno ci ama

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di Dario Voltolini

tulip.gifEsiste, nella città di Amsterdam, un piccolo luogo affacciato su un calmo canale. È la stella polare di chiunque, in Olanda, ami la nostra letteratura. La Libreria Bonardi, unica libreria italiana nel paese di Vermeer e Cruijff, compie in questi giorni 25 anni. Per l’occasione Marina Warners – la titolare – ha dato alle stampe un elegantissimo piccolo volume dal titolo Il sonetto italiano attraverso i secoli.

Il problema Moresco

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di Raul Montanari

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Questo non è un saggio, non è un articolo di critica letteraria, niente del genere. E’ una serie di osservazioni nate dall’incrocio fra due esperienze personali:

1. Ho finito in questi giorni di leggere Canti del Caos parte seconda di Antonio Moresco;

2. Sono stato e sono tuttora impegnato con altri, in parecchie colonne di commenti leggibili negli Archivi di questo sito, a fronteggiare le osservazioni (a volte semplicemente le prese di posizione immotivate, umorali, sprezzanti) di un certo numero di frequentatori di Nazione Indiana, che di Moresco non ne vogliono proprio sapere, che detestano Moresco, che considerano NI stranamente succube di Moresco, che si stupiscono (eufemismo) che Giuseppe Genna, nel suo sito da poco aperto, definisca Moresco “il più grande scrittore europeo”, ecc.

E’ nato un blog

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Il papà è il mesmerico Giuseppe Genna.

In bocca al lupo da N.I.

Comunicato a Nazione Indiana

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Ricevo da Save Democracy e pubblico con piacere.

save-democracy.gifSave Democracy: Gruppo e Petizione

Siamo un gruppo di cittadini europei senza alcuna affiliazione politica, ma impegnati a salvaguardare i principi democratici di base ed i fondamentali diritti umani. Pensiamo che l’Unione Europea debba esercitare un ruolo attivo nella protezione di tali valori.

Anything Else: il circo si è chiuso l’11-9-2001

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di Simone Ciaruffoli

woody-jason.jpgQuest’ultimo di Allen rischierà di passare quasi inosservato, quanto meno farà la figura del prodottino composto nei ritagli di tempo, tra una causa in tribunale e una seduta dall’analista. Ci piacerebbe però cercare di prendere una posizione che oltrepassi serenamente la masnada di articoli concentratisi sulla sempiterna difficoltà del regista di uguagliare o avvicinare le opere di almeno un decennio fa. E per fare questo dovremmo rinsavirci dai (pre)concetti passatisti dell’alleniano doc che sonnecchia in noi e lasciarci andare a una decisiva torsione del nostro sguardo in favore di qualcosa di diverso, o almeno di inaspettato.

Ieri passeggiavo di nuovo per Milano…

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… che era tornata normale:

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Dario Voltolini

Quattro porte su ‘Petrolio’ # 2

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di Carla Benedetti
Lima-Andreotti.jpg1.2 Banalità del potere

Il titolo di questo secondo paragrafetto ricalca quello di Hannah Arendt, La banalità del male. Ma l’ho scelto solo perché è in antitesi al precedente (‘ le trame del potere’).

Se Pasolini non sfrutta il romanzesco del potere è anche perché gli interessa la sua banalità, la sua quotidianità, il suo rapporto con il costume, il suo essere intrecciato con la vita degli individui. Così infatti, dopo i “Lampi sull’Eni”, l’attenzione converge tutta sulla scena del ricevimento, nel salotto intellettuale della signora F.

Che cosa avviene dunque di tanto importante in questo salotto?

Teorie estetiche 2. L’anarchico di destra.

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di Dario Voltolini e Raul Montanari

Welt.jpgQuesta dell’anarchico di destra è una treoria estetica nel senso specifico di essere un germe di Weltanschauung.

Il mondo e la vita sono qui visti da un angolo preciso e puntuale.

Non la moltiplicazionie dei punti di vista, bensì il loro collasso in un unico punto, apre una dimensione di senso e di significato – anche se entrambi negativi.

Dopo l’Obliquomo stavolta incontriamo, nella cover di Raul Montanari CAN, SING SWAN SONG, L’anarchico di destra.

IL TRIPLO SALTO MORTALE DI CHOMET

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di Giovanni Davide Maderna

Ringrazio di cuore Dario Voltolini che su questo sito ha consigliato il film “Les triplettes de Belleville” (in Italia “Appuntamento a Belleville”) di Sylvain Chomet. Forse senza quella dritta l’avrei perso. E avrei perso un capolavoro.
Sono andato ieri, di sabato pomeriggio, al cinema “ARTI” che per chi è di Milano e ha la mia età è l’indimenticabile sala di via Mascagni dove si sono visti i primi cartoni animati sul grande schermo.

Quattro porte su ‘Petrolio’ # 1

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di Carla Benedetti

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La prima porta è: potere.La seconda: visioni. La terza: tempi. La quarta: mondo.

1. POTERE

L’ultima opera di Pasolini è un romanzo sul potere. Un susseguirsi di “Appunti” che si stratificano e si espandono avendo per asse il tema del potere. Perciò questa prima porta è obbligata. E’ la porta d’accesso a Petrolio, per entrare non si può che passare da qui.

Ieri passeggiavo per Milano…

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… e quello che ho visto avvicinandomi al Duomo è stato:

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Moresco e Sokurov

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di Giovanni Davide Maderna

Devo replicare all’intervento che, partendo dalla lettera madrilena di Moresco, giunge all’elogio del viaggio cinematografico di Sokurov per le stanze dell’Ermitage, perchè sento toccare alcuni nervi che sono, almeno per me, scoperti.
Sto leggendo in questi giorni i Canti del Caos seconda parte di Moresco e conosco abbastanza bene la filmografia del russo Alexandr Sokurov. Alcuni anni fa mi affascinò il film “Madre e figlio” e cercai di recuperare le opere precedenti del cineasta.

Piccola riflessione su “Lettera da Madrid” di Moresco

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di Simone Ciaruffoli

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Ho sempre pensato che il desiderio di fare cinema fosse una tensione comune a quella del guardarlo. Che l’autore del film incontrasse a metà strada, nel limitare baluginante dello schermo, l’emozione sempre nuova provata dallo spettatore. E che in un bacio, in una concupiscenza inattesa tra artista e rosicchiatore di pop-corn, scoccasse come un colpo di fulmine l’amore eterno. E’ ancora così?

Lettera da Madrid

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di Antonio Moresco

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Cari amici,

vi mando un paio di note che ho buttato giù nei giorni scorsi mentre ero in viaggio, aggiungendoci alla fine anche una piccola fantasticheria.

La bici e la morte #2

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di Tiziano Scarpa

Esp_20010512_5_Var[1].jpg VITAMIN
Potassio calcio
Ferro magnesio
Biotina minerale
Zinco selenio carnitina-L
Adrenalina endorfina
Elettrolito coenzima
Carboidrato proteina
Vitamina A B C D

A un esistenzialista esausto, esaurito dai patetismi dell’anima, può dare sollievo constatare che il corpo in bicicletta è puro metabolismo, materia organica che funziona: sostanze chimiche, biocarburante bruciato nelle fibre. In questi anni il ciclismo, insieme all’atletica, ha messo in primo piano il carattere puramente macchinistico dell’atleta: vince chi è dopato meglio.

Bandiere

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di Dario Voltolini

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Il legno secolare dei grandi portoni ha strisciato sulle lastre di pietra e cigolando sui cardini ha spalancato la vista sull’esterno. Si è bloccato incastrandosi nei dislivelli dei pavimenti, ha ondeggiato, si è fermato. Ha fatto stridere i suoi chiavistelli e i suoi perni sulle selci, gli ambienti rimbombavano ai colpi subiti dal legno.

Vivere all’ombra della morte

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di Benedetta Centovalli

split.jpgIeri mattina alla radio ho sentito la notizia di un ragazzino palestinese di dodici anni ucciso da soldati israeliani a Ramallah, in Cisgiordania. I militari avrebbero sparato contro un gruppo di ragazzi che lanciavano sassi. Una mattina come un’altra. Tanti morti anche giovanissimi la cui tragedia rischia di non farsi più sentire. Non ne siamo colpiti, non ne siamo scandalizzati. Rumore. Poi silenzio. Quello che passa tra la notizia e il momento in cui dovremmo comprenderne il senso. Meglio allora tornare di corsa al rumore. Sta accadendo a tutti noi una cosa terribile: ci stiamo abituando. Ci siamo abituati ad alzarci la mattina e venire a sapere dell’ultimo attentato in Israele, in Iraq o altrove. Ci siamo abituati alle frasi di circostanza che descrivono la situazione, alle immagini e ai reportage che si ripetono.

La bici e la morte #1

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di Tiziano Scarpa

e382163xuox[1].jpg Un mese fa ho comprato Tour de France Soundtracks dei Kraftwerk. L’ho ascoltato al tramonto, con gli auricolari, per due o tre sere di seguito, facendo lunghi giri in bicicletta nei boschi brandeburghesi. Il disco contiene poco meno di un’ora di musica plumbea, più cinque minuti di colori spalancati e felicità inventiva. In Tour de France Soundtracks quasi tutto è greve sfondo, ben poco si staglia in primo piano. Nessun ritornello memorabile. I rari decolli melodici vengono schiacciati sulle nervature ritmiche, quasi dovessero essere repressi.

L’ultimo viaggio del signor M.

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racconto con link di Dario Voltolini

CESENATICO20030049.JPGIl signor M. era costretto dal suo lavoro a passare lunghissime ore guidando l’automobile. Partiva presto al mattino e arrivava tardi la sera. Faceva tappa nei piccoli alberghi dei paesetti lungo le autostrade. Appena discosti, dietro una collina, oltre un fiume.

Guardare il dolore degli altri

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di Benedetta Centovalli

Sontagleft.jpgSontagright.jpgNel 1917 un generale inglese conquistò la Mesopotamia e alla fine della prima guerra mondiale l’Iraq fu assegnato alla Gran Bretagna. Il primo bombardamento aereo non è stata la carneficina di Guernica ma la campagna inglese in Iraq tra il 1920 e il 1924, come racconta il comandante delle operazioni militari Arthur Harris: «Gli arabi e i curdi adesso sanno cosa vuol dire un vero bombardamento in termini di vittime e danni; adesso sanno che nel giro di quarantacinque minuti un intero villaggio può essere praticamente spazzato via».

Davanti al dolore degli altri di Susan Sontag (Mondadori 2003), seconda tappa dopo Sulla fotografia (1977), è un libro sulla guerra o meglio è un libro che si interroga sulla rappresentazione visiva della guerra. Dalla guerra civile spagnola, la prima documentata modernamente con fotografi professionisti sul campo, a Dachau e Auschwitz, Hiroshima e Nagasaki, il Vietnam con l’uso delle telecamere, poi Kabul, Sarajevo, Mostar Est, Grozny, i sedici acri di downtown Manhattan all’indomani dell’11 settembre 2001, il campo profughi di Jenin… le fotografie del dolore ci mostrano quello che accade. Questa è la guerra. Come nelle acqueforti di Goya, I disastri della guerra, la cui narrazione si annulla in un effetto di accumulo devastante segnato dal binomio etica e sofferenza.