di Paola Ivaldi E la casa è galera a vita, pensa dunque che vita! Condiziona il pensare. Offre all’angelo della morte indirizzi sicuri. Attira il crimine, la rissa, il lutto. Gente impazzisce per brama di bagni e cucine. La coppia giovane ci fa naufragio.
di Paola Ivaldi La danza di comunità si basa sul coinvolgimento attivo di persone con età e abilità eterogenee e comunque non danzatori professionisti. Il gruppo che siamo noi, infatti, risulta molto diversificato sia sotto il profilo anagrafico, che va dai 25 ai 68 anni, sia per provenienza e interessi
di Paola Ivaldi Saremo sempre profili in controluce / incisi sulla linea d'orizzonte, sospesi / sopra il blu fondo e salino che regna d'estate / nel tempo senza tempo di ogni infanzia
di Paola Ivaldi
Rieccomi al Sangha. Riscopro quel tempo scandito solo dai suoni sublimi di natura, l’incessante frinire di cicale e grilli, richiami di uccelli in un gaio fraseggio noto ad essi soltanto. Ritrovo me stessa, mi sento a casa, felice di essere risalita al Pian dei Ciliegi per il mio secondo lancio nel vuoto
di Paola Ivaldi
Tutto così semplice, sarebbe tutto così semplice, se solo riuscissi a sospendere il giudizio, a provare compassione, a perdonare, ad accettare: a partire da me stessa
di Paola Ivaldi Oplà
E levati le scarpe, e salta sul mio letto,
concedimi - suvvia - un piccolo pezzetto,
quell’intima poesia che non so più cos’è ,
parendo condannata a far tutto da me.
di Paola Ivaldi
Ecco quello che non si può più fare, di cui la rete ci ha defraudato: anelare alla cosiddetta santa pace. Bisogna sempre: aggiornare, formattare, ricordare, convertire, cambiare
di Paola Ivaldi
Tutto sommato, crepare prima della pensione sarà molto meglio per tutti, e sotto certi tragici aspetti potrebbe giungere a rappresentare il male minore
di Paola Ivaldi
Mi rifiuterò, lo prometto solennemente a me stessa, di recarmi in futuro alla Biennale per potermi vantare che sì, sono andata alla Biennale, per potermene puerilmente imbellettare
Decido di mettermi in viaggio dopo avere letto Verso la foce. I racconti di osservazione di Gianni Celati, scritti in forma di diario tra il 1983 e il 1986, mi hanno acceso il desiderio di andarlo a vedere, questo nuovo paesaggio italiano