(il coltello)

di Éric Houser

traduzione di Andrea Raos

1.

g. in tondo / l’unica via d’uscita
t. la solitudine / si r. dalla sua stanza
si r. dalla società / si s. come un uomo di frontiere
ogni racconto crea un po’ di effrazione / per il semplice sopravvenire dell’evento
r. nella sua stanza / il cielo di un nero spesso
a. la natura / le sensazioni interne ed esterne
collimate esatte le une con le altre
le palpebre / dolcissime al tocco
per non ferire la pupilla / l’unica via d’uscita

2.

ancota una tazza di tè bollente / p. b. nell’oro
s. le palpebre / spalmate di miele
ogni racconto / f. l’esperienza di una gioia sull’orlo della paura
per il semplice sopravvenire dell’effrazione / crea un po’ di evento
una linea fine fine / intorno ad ogni cosa
s. / si a. in un fossato
qualche giorno prima della fine / era forse giugno
si r. dalla società / più scopertamente ma in segreto

3.

t. la solitudine / eppure una fisionomia
non mi è sconosciuta
ognuna di queste mattine / la cui singolarità si dissolve
ogni pagina scintilla / della ripetizione del cerimoniale
il sole un coltellino / conserva la polpa delle pere
bene in fondo / dolce dolce
dorate dorate / lo si può forse fare facilmente
si r. dalla sua stanza / i rettangoli di burro fonderebbero
ma sono forse troppo vecchio per imbarcarmi / su un qualche guscio di noce

4.

il gas acceso / bruire leggero di rumore
il negativo si lascia inquadrare / la recitazione l’impregnazione l’eliminazione
si trova infine a portata / netto e severo
l’immagine confusa lo schermo oscuratosi / la voce come la pioggia o il lampo
dopo lattiginoso / dopo acceca
il tetro appartamento al primo piano / traversato da cima a fondo
da pensieri nuovi
il fruscìo delle onde / o parlano tra loro
montando e ricadendo / il freddo divenuto più freddo

5.

era forse / esiste forse
una parola che spiamo verso il soffitto / questi minuti disastrosamente vuoti
da calpestare / r. nella sua stanza
e. del piatto il coperchio pesante / il riflesso montava e ricadeva dal muro
le strofe e le cadenze altrui / intriso incompiuto e spalmato male
come pesci gettati sul tavolo / bastano a far sorgere una polarità
un vento aspro soffia intorno al banco / zôé kinouméné
un vuoto / no un bianco

6.

per le loro cause stesse / le cose si dissolvono
erano le dieci / faceva bel tempo
bambini giocavano / la testa sulla tovaglia
ci addormentavamo / le cose che erano plurime
formano una coordinazione unica / si richiusero
una formidabile collera / come un turbine
mi salì inspiegabilmente alla testa / l’incomprensione e l’ambiguità
pietra di paragone / della cosa compiuta

7.

ma mi ostinavo a restarmene lì / i piedi fragili
non mi sarei scontrato con l’apparizione / di un volto impreciso
con attenzioni ipocrite / il salto non è così duro
dal m. e. al n. e. / si s. come un uomo di frontiere
lanterne colorate / ghirlande di rami verdi
te ne mancano ancora / ma le vacanze di Natale arriveranno prima o poi
a che vale l’idea dialettica / i suoi crimini di polvere d’oro
non si lasciano governare / basterebbe conservare in comunicazione gli opposti

8.

tra breve tutto buio nel sonno / p. a un tepore avvolgente
scivola lungo le lenzuola / la terra gira sempre
tutto riscalda / ogni racconto crea un po’ di effrazione
grondando poi fermandosi / il più disponibile
per fare esistere / un fondale che vada bene sia
per un episodio comico che per una scena di lutto
sempre più calda quando si smaschera / senza parole
continua a grondare gronda ancora / si arresta ogni notte
per stanchezza grande / di pensare in questo modo

*
Éric Houser, (le couteau), Marseille, contrat maint, 2005 [contratmaint@wanadoo.fr]
*
E.H. è nato nel 1956.
Tra i suoi libri :
Sortes scories, Éditions de l’Attente, Collection Week-end, 2000, patch! (edutec), in Autres Territoires, Biennale en Val-de-Marne, Farrago, 2003, somatic limit, Little Single – Éric Suchère, 2003, je ne suis pas je t’, rup & rud – Sébastien Smirou, 2004.

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Andrea Raos
andrea raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (milano, crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (roma, pieraldo, 2003), luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori (salerno, oèdipus – collana liquid, 2007), AAVV, prosa in prosa (firenze, le lettere, 2009), AAVV, la fisica delle cose. dieci riscritture da lucrezio (roma, giulio perrone editore, 2010), i cani dello chott el-jerid (milano, arcipelago, 2010), lettere nere (milano, effigie, 2013), le avventure dell'allegro leprotto e altre storie inospitali (osimo - an, arcipelago itaca, 2017) e o!h (pavia, blonk, 2020). è presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000). ha curato le antologie chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001) e contemporary italian poetry (freeverse editions, 2013). con andrea inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004) e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005), «exit» (2005) e "nioques" (2015); altre, in traduzioni inglese, in "the new review of literature" (vol. 5 no. 2 / spring 2008), "aufgabe" (no. 7, 2008), poetry international, free verse e la rubrica "in translation" della rivista "brooklyn rail". in volume ha tradotto joe ross, strati (con marco giovenale, la camera verde, 2007), ryoko sekiguchi, apparizione (la camera verde, 2009), giuliano mesa (con eric suchere, action poetique, 2010), stephen rodefer, dormendo con la luce accesa (nazione indiana / murene, 2010) e charles reznikoff, olocausto (benway series, 2014). in rivista ha tradotto, tra gli altri, yoshioka minoru, gherasim luca, liliane giraudon, valere novarina, danielle collobert, nanni balestrini, kathleen fraser, robert lax, peter gizzi, bob perelman, antoine volodine, franco fortini e murasaki shikibu.
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