Una breve e affettuosa risposta a Giuliano Pisapia

penna d'oca(due giorni fa sul Corriere della Sera ho risposto ad una intervista di Elisabetta Soglio,  sul tema delle elezioni amministrative a Milano. Ieri il sindaco Giuliano Pisapia ha inviato una lettera, sempre al Corriere, a me indirizzata. Ho scritto una veloce replica ma per questioni redazionali il giornale non la ha pubblicata. Quindi la condivido qui.)

di Gianni Biondillo

Caro Pisapia,

alla domanda posta ad una assessore della giunta che ti ha preceduto – “come pensa di attrarre giovani costruendo appartamenti da 10 mila euro al metro quadro?” – la risposta fu illuminante: “esistono anche giovani ricchi!” È così che si perdono le elezioni amministrative. Il mio cuore batte a sinistra, dalla giunta Moratti non mi aspettavo nulla. L’ho avversata con tutte le mie forze. Le cose da voi fatte e che tu elenchi nella tua lettera garbata sono buone, “di sinistra”, e le ho apprezzate anche pubblicamente. Ma, perdona il vecchio linguaggio, sono sovrastrutturali.

Mi consigli di andare a chiedere al parroco di Baggio… be’, sai, dato che a questa tornata elettorale la zona ha votato per il candidato del centro destra, sono io a chiederti di andare da lui per avere delucidazioni sul voto. Tutti ingrati?

Diecimila appartamenti di proprietà pubblica vuoti, in buona parte del Comune, cioè diecimila famiglie che potrebbero avere una casa e non ce l’hanno, questo, invece, è strutturale. Così si perdono le elezioni. Lasciando campo libero ai populisti razzisti che si trovano nelle condizioni ideali di fomentare la guerra dei poveri (chiedi al parroco…).

Sull’accusa d’ignavia: era tuo diritto decidere di uscire di scena dopo una legislatura. Il tuo dovere, invece, era quello di creare una strategia d’uscita che capitalizzasse il lavoro fatto. Insomma, chiudersi in una stanza e dire alla giunta: non si esce da qui fin quando non troviamo un nome condiviso (magari evitando nel frattempo di pubblicare libri dove ti toglievi sassolini dalle scarpe, bruciando naturali candidati in pectore). Perché, sai, Beppe Sala, per quanto vincitore delle primarie, si porta addosso il peso di chi l’ha candidato. I milanesi non amano le imposizioni romane. Gli auguro di cuore di scrollarsi di dosso questa sgradevole sensazione, in fretta, e dimostrare di essere il sindaco di cui abbiamo bisogno. Con idee concrete e realizzabili.

Vivo in via Padova, ho familiari e amici al Giambellino, in Barona, a Baggio, a Crescenzago, ho la mamma a Quarto Oggiaro. Credo di avere una vaga idea della situazione di questi quartieri. So cosa significa sentirsi abbandonati (chiedi… chiedi al parroco…).

Ti faccio un esempio. Mia madre è invalida al 100% con grossi problemi di mobilità. Vive in una casa popolare del Comune (ex IACP. Dove sono cresciuto, insomma). Ha richiesto anni addietro, prima all’ALER poi a MM, di poter sostituire la vasca a sedere con un piatto doccia. Ha telefonato, è andata negli uffici preposti, ha spedito email, lettere, raccomandate con ricevute di ritorno. Niente, neppure una risposta. Poi, durante un consesso politico a Palazzo Marino, due mesi fa, stufo, l’ho raccontato pubblicamente. Dieci giorni dopo mia madre aveva il piatto doccia nuovo di zecca. Sono felice per lei. Ma triste per chi non ha un figlio scrittore che può permettersi di alzare la voce. Queste cose non devono più accadere. Chiunque sarà il sindaco.

con affetto, Gianni Biondillo

 

Print Friendly, PDF & Email

10 Commenti

  1. Non sono piu` tornato e non ho mai avuto modo di verificare di persona ma credo di ricordare di aver letto che una delle prime mosse del sindaco fu quella di raddoppiare il prezzo dei biglietti della Metro. Nel caso fossi stato bene informato potrei capire tutto il malcontento di una citta` operaia e partigiana col cuore sicuramente a sinistra(e avrei aggiunto pure un nuovo tassello sulla mia erudizione in tema di radical chic)

      • beh, almeno non era una sua idea, in ogni caso una pessima idea per almeno due ordini di motivi; primo perchè disincentiva l’uso del mezzo pubblico, che anzi andrebbe visto come quei film in perdita per ringraziare gli utenti(cfr il F. S. Fitzgerald degli ultimi fuochi), e poi perchè se uno ha avuto modo di salirci almeno tre volte capirà che chi li usa di solito non è una persona che possa buttare i quattrini. Per quanto concerne il numero degli appartamenti di proprietà del comune penso che 10000 sia una cifra molto più che realistica dal momento che il patrimonio di cagliari ne ha 3400, e un decimo degli abitanti

  2. i poveri sono funzionali al sistema, sono tanti e sanno soffrire, subire, non si sa con cos’altro sostituirli.

  3. Il titolo della risposta di Pisapia (titolo deciso solitamente dalla redazione) suonava un po’ come “vai a suonare l’organo a Baggio!”

    Per i non milanesi, un invito agli stolti.

  4. Però, caro Biondillo, non si può essere così approssimativi sui numeri: le case di proprietà pubblica vuote sono circa 6800 e non diecimila, solo 2000 delle quali del Comune ( e non “in buona parte”).
    Gravissimo eh, però se c’è un ente che ha lavorato per debellare questa vergogna è stato proprio il Comune, con i bandi per le assegnazioni allo stato di fatto e le ristrutturazioni cominciate anche prima del passaggio di gestione del patrimonio comunale da ALER a MM.

    • Lele, se chiedi precisione devi essere preciso a tua volta:
      le case popolari vuote sono, ufficialmente, tra 9.500 e 10.000 (Biondillo non ha sbagliato di molto),
      il Comune di Milano ha fatto un solo bando per le assegnazioni nello stato di fatto: in totale 50 appartamenti, 5 anni!
      le ristrutturazioni spettavano al Comune di Milano (per la parte di sua proprietà) anche quando il gestore era ALER.

      • Sul numero di case popolari vuote, direi, fuori le fonti (ma non quelle che danno in numeri un tanto al chilo).
        Qui (http://francomirabelli.it/htm/attivita-senato/interrogazioni-senato/376-interrogazione-su-case-popolari-aler-milano) si parla di:
        – 4.218 unità abitative di proprietà di A.L.E.R.
        – 2.264 di proprietà del Comune di Milano
        per un ammontare totale di 6.482, ed é un dato del 2014.
        E la percentuale del patrimonio sfitto non non é “in buona parte” comunale come ha scritto Biondillo.
        Sulle assegnazioni allo stato di fatto hai ragione che è improprio parlare di bandi al plurale, dato che è stato solo uno. Però il Comune non è stato con le mani in mano su questo fronte (vedi bandi anche recenti per assegnazioni di alloggi vuoti a gestori sociali).
        Aler neanche: svende il proprio patrimonio, che poi è patrimonio di tutti.

        • Al di la del balletto dei numeri che io non posso valutare non avendo gli elementi, più di un terzo di appartamenti vuoti è una “buona parte”. Non di certo una “minima parte”. E infatti biondillo non ha scritto “in gran parte” o “la maggior parte”. Quindi non ha scritto sbagliato.

          • E’ il 33,08%, a essere pignoli, cioè una percentuale che, fosse un risultato elettorale, farebbe gridare al successo. Quindi direi che sì, possiamo considerarla “una buona parte”. Se le case popolari fossero state 10mila corrisponderebbe a 3.308 appartamenti, il che non cambia la sostanza di “buona parte”.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

La meraviglia è di tutti

di Valerio Paolo Mosco
Il libro di Luca Molinari "La meraviglia è di tutti. Corpi, città, architettura" è un libro ottimista. Il sinonimo di ottimismo in architettura è progetto. Progetto, ovvero dal latino “getto avanti”, prevedo.

Hitch, l’architetto

di Gianni Biondillo
Gli edifici, nei film di Hitchcock, non sono solo scenari dove far muovere i personaggi, ma spazi attivi, attori partecipanti, snodi narrativi. Questo si deduce leggendo il libro di Christine Madrid French, "The Architecture of Suspense. The Built World in the Films of Alfred Hitchcock".

Il corpo è tutto

di Valerio Paolo Mosco
Olivia Laing ci insegna che il corpo ci disvela, ci rende umani in quanto testimonia la nostra vulnerabilità e con essa l’eroismo di coloro i quali non hanno rinnegato la vulnerabilità.

Quella notte al Majestic

di Romano A. Fiocchi
Fu presso l’Hotel Majestic di Parigi, nell’imponente avenue Kléber, che nel corso di una serata organizzata dai ricchi coniugi Schiff si riunì un’incredibile schiera di artisti e di intellettuali. Tutti per assistere all’incontro tra due giganti della letteratura: Marcel Proust e James Joyce.

Palo luce 33

di Anna Caldara
Me l’ero conquistato quel palo a suon di scazzottate con le altre puttane della zona, tutte straniere con tanto di papponi al seguito che però non si immischiavano e ci lasciavano sfracassare tra noi mignotte.

Istoria del piccolo Iom

di Salvatore Enrico Anselmi
Caro lettore, questa che mi accingo a raccontare è la storia del piccolo Iom che da indifendibile passò a miracolato. Non ti crucciare se gli eventi ti faranno sgranare gli occhi, portare le mani alle orecchie per non poter più sentire, premere la mano sulla bocca per trattenere le parole, perché di fantastica ma vera storia vorrei narrare.
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Nel 2011 il romanzo noir I materiali del killer ha vinto il Premio Scerbanenco. Nel 2018 il romanzo storico Come sugli alberi le foglie ha vinto il Premio Bergamo. Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
Print Friendly, PDF & Email
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: