Bagatelle su una sciarada in divenire

di Andrea Piccinelli

 

Ciò che assurge a nozione comune
come interazione di interferenze
divergenti, scoordinate nel tempo
e nello spazio. I modelli validi
perché pensati, elaborati,
confrontati, sussunti,
veicolati, introiettati. Fino a
divenire (moriture, ineffabili)
idee prevalenti.

 

 

 

Gli esiti collettivi irrazionali
determinati da moventi
individuali razionali
conformati a pretesto
per ridurre l’impronta dello Stato.

 

 

 

Se le mire egemoniche degli uni
collidono con le aspirazioni altrui
le garanzie da conseguire e
i propositi di cooperazione
saranno ineluttabilmente vani.

 

 

 

Sul delegare a uffici indipendenti
il progetto velleitario e
le risoluzioni da attuare
per solcare il giusto sentiero
sotto l’egida dell’Urgenza.

 

 

 

Chi avalla logiche moralistiche
applicate ai casi più disparati
fomentando i prodromi
di un risentimento diffuso.

 

 

 

Non pare peregrino
notare l’approccio monetarista
e la mutria dei nostrani burgravi
estensori della congiura
che additò lo zimbello
per forviare l’indignazione.

 

 

 

In ossequio a un paradigma di breve
respiro, si persevera nell’estenuare
i passivi privati con
l’inesorabile profluvio
di capitali da allocare
in operazioni profittevoli
(scevre da rischi per i creditori)
in virtù del sistema valutario
artatamente anchilosato.

 

 

 

Le aspre ricette austriache
dei novelli tribuni della gente
atte a frenare gli schiamazzi
e custodire l’ordine sociale.

 

 

 

Come preconizzato
da eoni di riscontri empirici
la tara è il parossismo
del lato dell’offerta
che, in assenza di acquirenti,
produce scorte per i magazzini.
Ne consegue la riduzione
del denominatore
con l’ovvio detrimento
del rapporto tra i termini.

 

 

 

Il paradosso singolare
dei depositari di ampie visioni
che, con subdola sicumera,
invocano l’intervento espansivo
del banchiere centrale
per dar linfa all’apparato tarlato
imputando all’egoismo
dei congiunti iperborei
le storture di un meccanismo
ideato per non funzionare.

 

 

 

Dunque, potrebbe radicarsi
la coazione alla continenza,
la polvere negli occhi torvi,
l’inciampo (rimugina), l’emergenza,
l’omodossia dell’austerità espansiva,
il paradigma familiare
del risparmioaccumulospesa
per remunerare gli ottimati
e fare i necessari passi avanti
verso una piacevole asfissia.

 

 

*

 

 

da Andrea Piccinelli, Degenza autoptica, Sigismundus, 2017.

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Renata Morresi scrive poesia e saggistica, e traduce. In poesia ha pubblicato le raccolte Terzo paesaggio (Aragno, 2019), Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (Camera verde 2013), Cuore comune (peQuod 2010); altri testi sono apparsi su antologie e riviste, anche in traduzione inglese, francese e spagnola. Nel 2014 ha vinto il premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012) e nel 2015 il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e post-moderni. Cura la collana di poesia “Lacustrine” per Arcipelago Itaca Edizioni. E' ricercatrice di letteratura anglo-americana all'università di Padova.
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