Da “Frattura composta di un luogo” di Andrea Accardi

[Sta per uscire per i tipi di Ladolfi Frattura composta di un luogo di Andrea Accardi: un oggetto letterario non identificato, o “un giallo esploso in frantumi”, come viene presentato dall’editore. Ne pubblico in anteprima alcuni frammenti. ot]

Réverbère et éclairage nocturne – ph. Daniel Boudinet [1975]

di Andrea Accardi

Capitolo I

La cittadina è stata costruita negli anni settanta, interamente per i pedoni, tutta salite e discese, scalinate e scivoli.
Di notte le luci delle auto fuori del perimetro mostrano però l’inganno.

Capitolo II

Ogni quartiere ha tutto per una vita dignitosa e solitaria, lavanderie automatiche, farmacie, piccoli market. Da George trovi tutto a buon prezzo.
Ci sono poi strade dai nomi favolosi, come piazza Magritte o via dei cavalli bianchi, ma anche lì la vita sembra svolgersi regolarmente.

Capitolo III

L’università risulta prestigiosa e frequentata da molti studenti stranieri. La popolazione è quindi prevalentemente giovane e in apparenza allegra, dedita ai libri, al bere e nei casi migliori a una robusta fornicazione.
Gli appartamenti da sotto si assomigliano tutti, hanno mattoni rossi e ringhiere di ferro. Risate e luci si alternano a penombre soffuse per consumare scopate o serie tv.
Si parla soprattutto di cose che dovrebbero avvenire e non avvengono.

Capitolo IV

Ogni guscio personale ha di dentro una scala a chiocciola e stoviglie nel lavello, bottiglie vuote accumulate sui bordi, la stanza del cesso con parole appese e imparate inevitabilmente.
Le camere da letto senza memoria, riscaldate come si deve.
Il corpo aderisce, gradisce.

Capitolo VII

La chiesa è  moderna come tutto il resto, verticale, missilistica. La statua in bronzo di un monaco a capo chino inquieta però la piazza con un misticismo di ritorno.
Di notte chi l’attraversa tra ombre geometriche istintivamente accelera il passo.

 

Capitolo VIII

La cittadina ha molte zone di verde, come la mappa mostra allegramente, soprattutto intorno agli impianti sportivi.
Vicino ai campi da tennis a una certa ora non senti altro che il rumore delle racchette.

Capitolo IX

La piscina ha grandi vetrate esterne che di sera si accendono.
Per terra ombre allungate di bambini che si preparano al tuffo.

Capitolo X

Sparisce una ragazza e spuntano ovunque manifesti. La foto però è scelta bene, proprio un sorriso che diresti un futuro radioso.
Dopo le prime volte non ci fai più caso, e intanto dentro una casa lontana qualcuno fa già i conti con il vuoto.
Al cinema multisala c’è lo sconto il mercoledì.

Capitolo XI

Per raggiungere l’ufficio alloggi esci un poco dal centro e costeggi una fattoria, come la freccia sulla mappa indica con precisione. Ci sono le scuderie e un cortile macchiato di neve sporca.
Sul recinto di legno si posa un volatile strano, forse un rapace arrivato dai boschi. Di un azzurro quasi doloroso.

Capitolo XII

Gli studenti affollano le aule e i piani della biblioteca, cenano con birre artigianali e croque-monsieur, si portano via i sottobicchieri.
Il venerdì e il sabato ballano tutta la notte nei seminterrati, cadono insieme sul vomito come fosse un prato.
Domenica mattina si vedono famiglie, bambini, passeggini.

 

Capitolo XIII

I negozianti sono gentili, quasi tutti. Alcuni molto bravi a fare i pacchetti. Alle poste la fila scorre bene. I panettieri alzano nubi di farina, preparano canestri di pane secco per i passeri. Un passero è morto artigliato fra le briciole.
Ai bordi vorticano sirene.

Capitolo XVI

Verrà il filosofo che tutti venerano come un mago o una rockstar, verrà a parlare in aula magna, a dare forse la risposta, la soluzione. Ci sarà la folla ad ascoltarlo.
I manifesti dell’evento e quelli della ragazza occupano la gran parte dei muri. Se ne parla come due variazioni della speranza.

Capitolo XXIV

Dalla mappa si capisce che la cittadina è piccola ma che puoi perderti anche qui. Di certo non vedrai di persona tutti i posti scrupolosamente segnati, tipo quella via storta e ai margini. Dovresti andarci apposta e non lo farai per qualche motivo. Ma quella via esiste con tutta l’evidenza dell’edera abbagliata sui mattoni.
In pochi minuti di treno si può raggiungere il comune accanto, molto simile a questo. Andarci anche solo per chiedere informazioni, entrare in un negozio.
Guardare se i binari sono gli stessi.

 

3 Commenti

  1. Il ritmo di Andrea è da capogiro, è come il salto di una gazzella, silenzioso ma efficace. Mi piace moltissimo leggerlo. E’ appagante.

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Ornella Tajani insegna Lingua e traduzione francese all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa prevalentemente di studi di traduzione e di letteratura francese del XX secolo. È autrice dei libri Tradurre il pastiche (Mucchi, 2018) e Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS, 2021). Ha tradotto, fra vari autori, le Opere di Rimbaud per Marsilio (2019), e curato i volumi: Il battello ebbro (Mucchi, 2019); L'aquila a due teste di Jean Cocteau (Marchese 2011 - premio di traduzione Monselice "Leone Traverso" 2012); Tiresia di Marcel Jouhandeau (Marchese 2013). Oltre alle pubblicazioni abituali, per Nazione Indiana cura la rubrica Mots-clés, aperta ai contributi di lettori e lettrici.
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