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Mots-clés__Scacchisti

 

Scacchisti
di Nadia Liberati

Wicked Cinema, A Game of Chess -> play

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“Giocatori di scacchi”, Pittore caravaggesco, Secondo decennio del XVII secolo, Olio su tela, cm 95 x 132, Legato Girolamo Molin, 1816. Immagine ripresa dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia

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Da Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg, Adelphi, 2003

«Vedi,» disse «secondo lo psicanalista Reuben Fine, che fu per lungo tempo uno dei più grandi giocatori del mondo, esistono due specie antitetiche di scacchisti. Da una parte c’è l’eroe, che non ha altra religione, altra ragione d’essere, che non siano gli scacchi: ogni soddisfazione, ogni piacere gli vengono dalla scacchiera e dalle vittorie che ne riporta, e viceversa ogni forma di dolore e di paura della morte è racchiusa nelle sconfitte subite. L’eroe non può concepire l’esistenza senza quel campo di battaglia che sono gli scacchi, non può esistere senza lottare, solo questo lo mantiene in vita, e quando la sua supremazia comincia a declinare, egli perde ogni interesse per quel che lo circonda. Dal momento che per lui non esiste null’altro, egli scompare, dunque, se non come persona fisica (ché la morte può avvenire anche molti decenni dopo), almeno come individualità. Questa, naturalmente, è la via più rischiosa…»

Le parole di Tabori mi inquietavano, perché descrivevano proprio i miei sintomi; e lui me ne stava parlando con gravità, come se si fosse trattato di una malattia terribile. Che ne fossi già contagiato a quel punto? Ma mi restava ancora una speranza.

«E l’antieroe?»
«L’antieroe può diventare ugualmente un grandissimo giocatore, persino un campione del mondo, come è stato Lasker, solo che non è un predestinato: non vende l’anima al diavolo incondizionatamente, ma stila qualche clausola a proprio favore. Non vive solo per gli scacchi, capisci? È un uomo, e come tale si lascia una libertà di scelta.»

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[Mots-clés è una rubrica mensile a cura di Ornella Tajani. La prima domenica del mese Nazione Indiana pubblicherà un collage di un brano musicale + una fotografia o video (estratto di film, ecc.) + un breve testo in versi o in prosa, accomunati da una parola o da un’espressione chiave.
La rubrica è aperta ai contributi dei lettori di NI; coloro che volessero inviare proposte possono farlo scrivendo a: tajani@nazioneindiana.com. Tutti i materiali devono essere editi; non si accettano materiali inediti né opera dell’autore o dell’autrice proponenti.]

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ornella tajani
Ornella Tajani insegna all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa prevalentemente di critica della traduzione e di letteratura francese contemporanea. È autrice dei libri Scrivere la distanza. Forme autobiografiche nell'opera di Annie Ernaux (Marsilio 2025), Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS 2021) e Tradurre il pastiche (Mucchi 2018). Ha tradotto, fra i vari, le Opere integrali di Rimbaud per Marsilio (2019), e curato opere di Rimbaud, Jean Cocteau, Marcel Jouhandeau. Oltre alle pubblicazioni abituali, per Nazione Indiana cura la rubrica Mots-clés, aperta ai contributi di lettori e lettrici.
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