Articolo precedente
Articolo successivo

Mots-clés__Colore

 

Colore
di Ornella Tajani

Ryuichi Sakamoto, Forbidden Colours -> play

___

ph. Harry Gruyaert – Las Vegas downtown motel, 1982

___

da Jean-Michel Maulpoix, Une histoire de bleu, éd. Mercure de France, 1992inedito in italiano, trad. mia.

 

Il blu non fa rumore.

È un colore timido, senza secondi fini, senza presagi o progetti, che non si scaraventa sullo sguardo come il giallo o il rosso, ma lo attira a sé, lo addomestica piano, lo lascia venire senza incalzarlo, facendolo sprofondare al suo interno e annegare senza rendersi conto di niente.

Il blu è un colore propizio alla scomparsa.
Un colore in cui morire, un colore che libera, il colore stesso dell’anima dopo che si è spogliata del corpo, dopo che ha sprigionato tutto il sangue e le viscere si sono svuotate, le tasche d’ogni tipo, traslocando una volta per tutte l’arredamento dei nostri pensieri.

Indefinitamente il blu si dissolve.
A dire il vero non è un colore. Piuttosto una tonalità, un clima, una risonanza speciale dell’aria. Una catasta di luce, una tinta che nasce dal vuoto sommato al vuoto, mutevole e trasparente nella mente dell’uomo così come nei cieli.

L’aria che respiriamo, la parvenza di vuoto sulla quale si muovono le nostre figure, lo spazio che attraversiamo non è altro che questo blu terrestre, invisibile tanto è vicino e fa corpo con noi, vestendoci i gesti e le voci. Presente fin dentro la stanza, ogni persiana chiusa e ogni lampada spenta, impercettibile abito della nostra vita.

___

[Mots-clés è una rubrica mensile a cura di Ornella Tajani. Ogni prima domenica del mese, Nazione Indiana pubblicherà un collage di un brano musicale + una fotografia o video (estratto di film, ecc.) + un breve testo in versi o in prosa, accomunati da una parola o da un’espressione chiave.
La rubrica è aperta ai contributi dei lettori di NI; coloro che volessero inviare proposte possono farlo scrivendo a: tajani@nazioneindiana.com. Tutti i materiali devono essere editi; non si accettano materiali inediti né opera dell’autore o dell’autrice proponenti.]

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Calvino: tre maniere stilistiche (1963-1972)

di Chiara De Caprio
È apparso per la casa editrice il Mulino "La lingua di Calvino" di Chiara De Caprio, terzo volume della Collana Italiano d’autore, diretta da Andrea Afribo, Roberta Cella, Matteo Motolese. Per gentile concessione dell’editore, si pubblica il paragrafo Tre maniere stilistiche (1963-1972)

Nel mondo di Francesca Alinovi. Intervista a Giulia Cavaliere

a cura di Pasquale Palmieri
Nel libro ho cercato di raccontare come quei tratti distintivi nel discorso di Alinovi siano profondamente corrispondenti alle tensioni umane e culturali della sua contemporaneità, di quel passaggio di pieno postmodernismo, in cui i Settanta diventano Ottanta, in cui il collettivo e l’individuale sembrano coesistere per un attimo prima di darsi il cambio definitivamente

Immagini fantasma: Rimbaud, Michon, Proust, Carson

di Ornella Tajani
Nel 1981 Hervé Guibert ha dimostrato definitivamente le potenzialità del racconto di una foto in absentia: in "L’image fantôme" l’autore crea un percorso fra scatti mai sviluppati, perduti o in via di decomposizione, in ogni caso invisibili a chi legge. Il supporto diventa irrilevante: in una scrittura di questo tipo, «che la fotografia di cui [si] parla sia vera o inesistente è esattamente la stessa cosa»

Il romanziere a caccia di chimere: “Palafox” di Éric Chevillard

di Daniele Ruini
Erede dell’esuberanza comica di Rabelais così come della tradizione anti-romanzesca risalente a Laurence Sterne e Denis Diderot, Chevillard nei suoi libri prende le distanze da ogni costruzione romanzesca tradizionale

Surrealismo, istruzioni per l’uso

di Giovanni di Benedetto
Il giorno, come la notte, è un dormitorio nel quale ogni corridoio conduce a un letto di morte o in una sala operatoria. Il ticchettio di una sveglia ispira la progettazione delle nostre più belle bombe incendiarie.

Convegno “Effetto Ernaux”

Il prossimo 9 dicembre si terrà un convegno dedicato all'opera di Annie Ernaux presso l'Università per Stranieri di Siena
ornella tajani
ornella tajani
Ornella Tajani insegna Lingua e traduzione francese all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa prevalentemente di studi di traduzione e di letteratura francese del XX secolo. È autrice dei libri Tradurre il pastiche (Mucchi, 2018) e Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS, 2021). Ha tradotto, fra vari autori, le Opere di Rimbaud per Marsilio (2019), e curato i volumi: Il battello ebbro (Mucchi, 2019); L'aquila a due teste di Jean Cocteau (Marchese 2011 - premio di traduzione Monselice "Leone Traverso" 2012); Tiresia di Marcel Jouhandeau (Marchese 2013). Oltre alle pubblicazioni abituali, per Nazione Indiana cura la rubrica Mots-clés, aperta ai contributi di lettori e lettrici.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: