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Zaffarano fa l’aedo in “Poesie per giovani adulti”

di Leonardo Canella

 

1.

Ho trovato Poesie per giovani adulti di Michele Zaffarano dentro una scatola. Se prendi un libro online delle volte ti mandano una scatola. Appena ho aperto la scatola ho visto che il libro c’ha la copertina riflettente che ti ci specchi. Argentata. E ci puoi cuocere sopra anche un uovo. Su YouTube ho visto che i soldati di Rommel cuocevano le uova sulla lamiera dei carri armati. Lamiera luccicante. Nel deserto. Ecco, che in Poesie per giovani adulti di Michele Zaffarano manchi il carro armato è la prima osservazione che mi sento di fare. Manca anche l’uovo.

 

2.

Prendilo il libro, ne vale la pena. Dentro c’è un poemetto. Ti chiederai: è autobiografico? A me piace pensare che lo sia. Zaffarano ti fa credere che il finto è vero, e il vero finto. Ti do però questo filo da tenere in mano durante la lettura: chiediti anche se l’autore sta parlando di te. Ho rivisto Michele a RicercaBO, dicembre 2022. Nuovi occhiali barba più magro. Capelli più corti. Leggendo Poesie per giovani adulti ho pensato: anche Michele di notte apre il frigo e trova sul ripiano uno yogurt già iniziato. SOLO. Ecco: in Poesie per giovani adulti non trovi lo yogurt già iniziato. Ma c’è il resto.

 

3.

Tema centrale? Te lo dice la parola fidanzata, ripetuta per cinquantatré (53) volte. Sono come cinquantatré battiti. Sempre un po’ diversi l’uno dall’altro. «Prossima» e «futura» sono gli aggettivi che li accompagnano più spesso, questi battiti, uno un po’ diverso dall’altro (ti dicevo). Ma solo un po’. In mezzo tanta vita: madre, scarpe, viaggio, nipote, sorella, vacanza e sempre la «prossima forse futura fidanzata».

 

4.

Ti metto però anche gli altri ingredienti che trovi nel piatto: ironia, morte, dolore, solitudine, sesso, Catullo, suicidio. Leggi/mangi e ti viene voglia di psicanalizzare l’autore, pensi che è un giochino bello e facile da fare. Ma stai attento alle trappole. Io c’ho provato, ho sottolineato, ho scritto parole sul libro con una biro rossa (mi sono sentito bravo!), poi ho chiuso tutto e mi sono fatto un caffè. Ti dico solo che di quanto ho scritto mi piace non dirti nulla.

 

5.

Leggendo le centoventicinque pagine – ma il poemetto è in fondo breve-brevissimo, fatto di una pioggia di piccoli versi – ho sempre aspettato che arrivasse il battito, che arrivasse la parola «fidanzata». Futura prossima forse. Ecco, questo battito è la cosa che mi interessa di più. Mi tocca. Zaffarano per me è quel battito, sento leggere o leggo Zaffarano, e quel battito c’è sempre.

 

6.

Così nel 2014. Michele è a Bologna, sera. Via Mascarella. Legge sue poesie e io sono lì per ascoltarlo (Paragrafi sull’armonia). Lo presenta Stefano Colangelo. Fra gli autori della Prosa in prosa, Michele è per me suono ritmo silenzio musica. E poi parole, ma le parole vengono dopo la musica il silenzio il ritmo il suono. Michele Zaffarano mi ipnotizza le orecchie, l’udito zittisce la vista. Michele ha una capacità ipnotico/incantatoria. La sera vado su YouTube e mi metto ad ascoltarlo in cuffia mentre legge. Michele Zaffarano è un aedo.

 

7.

Due cose in Poesie per giovani adulti mi sembrano nuove per Zaffarano: la volontà di darsi una storia per costruire una trama e lo scavo in profondità. Troppa trama uccide la sperimentazione, questo mi pare di poterlo dire. Qui c’è un poemetto fatto di undici testi numerati con lettere maiuscole. Undici lettere diverse e consequenziali. Le lettere che mancano, i vuoti della storia a cui allude l’autore, evitano l’asfissia e danno leggerezza. E poi lo scavo in profondità, dicevo. Pericoloso perché a rischio noia (quanto è bello talvolta essere superficiali!). Ma qui la noia è evitata, te lo assicuro.

 

8.

Di classe infine è l’idea di mettere un foglio rosa staccato all’interno del volume. Su di esso l’autore si rivolge a due tu. TU libretto e TU fidanzata. Forse la «prossima futura fidanzata» si innamorerà del libretto e fuggirà con lui. Aspettiamo di saperlo, sarebbe una fidanzata che si intende di poesia. Intanto bravo Zaffarano che è riuscito a parlare di amore in modo nuovo.

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
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