Piovono aghi & 2 inediti
1.
C’è qualcosa di intollerabile nella natura, nel ventre alchemico.
Per questo ci rifugiamo nelle tane di sasso, nel grigio del mondo.
Un cucciolo ti guarda e vuole dirti: vieni, non ti faccio del male.
Un cucciolo ti guarda e vuole dirti: vieni, non farmi del male.
Affidiamo a periferie e macerie ogni percezione di vita.
Ci chiudiamo in carceri di pietra.
Preferiamo mettere il naso in questo poco che saperci davvero vivi.
2.
Fra la sabbia che si crea e quella che si deposita si apre una
voragine che chiamiamo tempo.
Ci siamo dentro e lo osserviamo, lo dipingiamo su una foglia.
Apriamo gli occhi sul mondo per dire: esiste.
Apriamo gli occhi sul mondo per dire: esistiamo.
Poi nello stesso tempo ci ricordiamo che è un sogno.
Che questa pietra che ora vedi esiste e non esiste.
La chiamiamo zona fra essere e non essere.
Appoggiamo i piedi per terra per ricordarci che c’è qualcosa chiamata gravità.
Ma in altri spazi, in buchi temporali e spaziali…
Ma fuori, fuori da queste cooordinate…
Ci aggiriamo quindi per la città. Le case sono case, i cani cani.
Quando si incontrano, tanto più si somigliano,
tanto più si abbaiano contro.
Il vento raccoglie i loro guaiti e li disperde in una porzione più grande.
Le cose esistono solo se compresse.
Queste immagini in movimento
sono tutte dentro di noi, fuori.
Questo tempo non è ancora il tempo.
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