Per una “eternità piena di parole”. Il nostro ricordo di Anna Toscano

di Davide Orecchio
Abbiamo perso Anna Toscano. Una letterata alla quale non mancava alcun talento. Poeta, giornalista culturale, docente, fotografa. Era bravissima in tutto quello che faceva. La notizia della sua morte l’ha data il marito, compagno di vita, il poeta Gianni Montieri, ieri, 8 dicembre, in un giorno che avrebbe dovuto essere di festa e di riposo.
Anche noi di Nazione Indiana, come tante e tanti in queste ultime ore, siamo vicini a Gianni e alla famiglia di Anna. È sempre difficile, impossibile, spiegare l’inesplicabile. Ma oggi lo è ancora di più. Una donna ricca di doni e capacità ci ha lasciati prematuramente. Una coppia così unita da tutto, dall’amore reciproco e dall’amore per la poesia, per la letteratura, è stata spezzata. Non si può spiegare. E forse non si deve. Perché è semplicemente ingiusto.
Gianni ha dedicato parole commoventi alla sua compagna:
Anna, la mia Anna, la mia adorata Anna, da stamattina è libera, è andata. (…) Mi è scivolata dalle dita. (…) Ci siamo amati tanto, ci ameremo per sempre. Questi 16 anni sono stati i più felici, i più brillanti di questa vita.
Nel suo commiato da Anna, Gianni cita anche una poesia della moglie che si conclude così:
"Voglio un'eternità piena di parole, libere".
Cerchiamo anche noi, qui, di dare il nostro piccolo contributo perché questo desiderio sia esaudito.
Negli ultimi due anni Anna aveva iniziato a pubblicare su Nazione Indiana. Era iniziato tra noi un discreto scambio epistolare che funzionava in modo molto semplice. Anna mandava delle proposte, e io le accettavo tutte. Devo ammettere che ero felicissimo di riceverle, tanto quanto sono triste perché non ne riceverò più. In questi testi critici Anna aveva iniziato a ricomporre la foto di gruppo di un Pantheon letterario che ospitava le autrici da lei più apprezzate e studiate. La prima fu Lisetta Carmi. L’ultima è stata Hope Mirrlees.
Ma non mancano incursioni d’autrice, più artistiche che critiche, che oggi non riesco a non leggere con gli occhi e nel colore di quanto è appena successo. Ad esempio questo lungo e toccante reportage tra le epigrafi e la memoria dei defunti, dove Anna scrive:
Ciò che si nota nelle foto delle epigrafi appese ai muri in questi ultimi anni è la vita che straripa, fino al punto che a volte i bordi paiono espandersi, e basta tendere una mano, un braccio, alla persona per farla uscire di là e trovarsela in corridoio, come in un vecchio video degli a-ha.
O queste parole dettate da una visita alla casa museo veneziana di Rossana Rossanda:
Plausibile dunque che, come molte persone hanno scelto di vivere a Venezia e molte altre di venir seppellite nell’isola di San Michele, chissà quante avranno chiesto di trascorrere qui l’eternità.
Allora eccole qui, nell’indice che segue, tutte le parole “libere” che Anna Toscano ci ha donato. L’unica e ultima eccezione è un articolo di Antonella Cilento, pubblicato lo scorso settembre, che ricostruisce il prezioso lavoro di Anna nella riscoperta e divulgazione dell’opera di Goliarda Sapienza.
Buona lettura, e buona memoria.
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