I pezzi mancanti I-XV
di Marco Balducci
Un estratto inedito da I pezzi mancanti I-XV di Marco Balducci.
I – IV
i pezzi mancanti:
non è precisato il numero, né la posizione. Si
possono fare tentativi, ipotizzando insiemi
complessi, spostare di posto dati conosciuti,
reinterpretandoli. Ricominciare da zero. Non
dare nulla per acquisito. Diversamente
provare a essere un altro: usare un’ altra
logica o nessuna logica, indifferente a ciò che
adesso, sotto ogni aspetto, appare senza
alcuna importanza
srotolare
la carta igienica, pulirsi, fare il punto: ridere
come un demente. Sbadigliare. Il peso netto
si ottiene sottraendo la tara, che può
coincidere con il peso lordo. Inutile denu-
darsi, osservarsi allo specchio: con la testa
sotto il getto dell’acqua fredda i pensieri
tornano all’ombra di viali alberati, in estate
scivolare avanti
in una frana di detriti di intenzioni disgre-
gate, per l’impossibilità di fermarsi, per la
spinta inerziale della massa risultante… A
parole ricostruire le cause: parole che vanno
a fondo, rallentando i riflessi, spiegando
l’attrito dell’aria e il silenzio inconcludente
al mattino
il letto galleggia su un mare calmo. Nell’aria
calda uccelli volano alti, con strida di
richiamo. Dalla strada arriva lo sbattere
ripetuto del compattatore e la successiva ri-
partenza. Cerchi concentrici che si ingran-
discono, che si riformano, si riformeranno
V – VIII
nei fatti, nelle concrezioni
affondare la mano, il braccio fino al gomito,
non rinunciare, saldarsi alle linee in mo-
vimento, alle luci delle gallerie che scorrono
in serie veloci, alle voci che tornano in
mente. Resistere al gioco delle associazioni,
distogliendo lo sguardo: trovare oltre i
margini del foglio le parole che occorrono
interrompersi di continuo
distolti, dissipati… fuori piove. Leggere la
stessa frase più volte senza capire. È tardi, (è
sempre tardi). Alzarsi per inerzia, mossi dalla
molla di un automatismo. I fogli bianchi:
sono vuoti che attirano, ondeggiano sotto uno
sguardo attonito. Rendersi conto. Aspettare
che qualcuno prenda il tuo posto
nelle sovrapposizioni
si determinano vuoti, pieni solidificati, ve-
lature di densità variabili. Sulle guance si
apprezza il peso della materia, il cambio di
temperatura nelle trasmutazioni chimiche.
Nasi, zigomi e menti emergono da calchi
disciolti di tempi incompiuti per combaciare
nella memoria di incanti reiterati ad arte
