In pochi sanno che Cospaia, una piccola frazione del comune di San Giustino, in provincia di Perugia, è stata per alcuni secoli una repubblica indipendente. Precisamente tra il 1441 e il 1826. Ben prima del Moresnet, dunque, ci fu in Italia un caso di territorio indipendente, anche se la sua storia è molto meno conosciuta ma, volendo, ancora più bizzarra. La repubblica di Cospaia, infatti, non nacque per un compromesso politico, ma per un errore di interpretazione. Papa Eugenio IV cedette Borgo Sansepolcro alla repubblica di Firenze nel 1441, come pegno per la somma di 25.000 fiorini prestati da Cosimo de’ Medici al pontefice, che era impegnato a contrastare il concilio di Basilea dove era stato eletto un antipapa. Ma quando si trattò di stabilire i nuovi confini con lo Stato della Chiesa, fissati lungo un corso d’acqua chiamato “Rio” senza altri appellativi, nessuno tenne conto che a cinquecento metri di distanza esisteva un altro torrente chiamato nello stesso modo.
Architettura e potere
In un libro che racconta di potere e architettura non si poteva tacere di Speer, di Pagano e Piacentini, di Iofan e Le Corbusier, del repertorio di cupole e colonnati, assi e scalinate monumentali che in diverse combinazioni hanno dato vita a progetti di mausolei e palazzi di governo, della “macchina da scrivere” piazzata sui Fori o della Große Halle rimasta sulla carta. Ma in fondo del blocco storico dell’architettura totalitaria anteguerra si sa già tutto, o per lo meno l’autore non ha molto da aggiungere. Deyan Sudjic non è uno storico da archivio, uno di quei pallidi ricercatori che estraggono prodigiose rivelazioni dai faldoni: è un critico di architettura che nel 1983 ha fondato insieme a Peter Murray la rivista Blueprint, e poi è stato direttore di Domus dal 2000 fino al 2004, della Biennale di Architettura a Venezia nel 2002 e del Design Museum di Londra dal 2006. Da decenni è letteralmente immerso nel mondo degli architetti, in una posizione dominante da cui nulla può sfuggirgli. Il suo è un sapere mondano e diretto, sofisticato proprio perché fatto di relazioni personali, di confidenze altrimenti inaccessibili, di un monitoraggio continuo del contemporaneo, e di infiniti concorsi, appalti, premi e giurie che gli hanno consentito di filtrare una mole imponente di informazioni sui meccanismi del potere.
RVP (Ricevo Volentieri Pubblico)
Gentilissime anime, cogliamo l’occasione per invitarVi all’importante seminario di filosofia palascianiana, in 12 lezioni-spettacolo gratuite, di cui segue il programma completo. Con preghiera di diffusione. Grazie per la cortese attenzione, e speriamo di vederVi a Palazzo Fazio o Palazzo Lanza una di tali sere. In collaborazione con Associazione culturale Architempo, Cooperativa culturale Capuanova, Libreria Guida Capua, Librerie Uthòpia
Marco Palasciano
in
De natura mundi
L’interpretazione del mondo in ottanta giorni
Dodici lezioni-spettacolo a ingresso libero
Capua
Palazzo Fazio (via Seminario 10)
Palazzo Lanza (corso Gran Priorato di Malta 25)
Da ottobre a dicembre 2011 nei giorni sotto indicati sempre alle 21.30
ANNUNCIO AGGRATIS SULLA POLITICA
di Giorgio Mascitelli
Nei giorni scorsi un illustre imprenditore italiano, il dottor Diego Della Valle, ha pubblicato a pagamento sui principali quotidiani del paese una lettera alla nostra classe politica, nella quale come semplice cittadino esprimeva la propria indignazione nei confronti di questa classe per la sua conduzione del paese. Devo ammettere che ho trovato l’idea bellissima e sarebbe piaciuto anche a me fare qualcosa di simile, solo che, rotto il salvadanaio, mi sono reso conto che i soldi bastavano appena per chiedere al mio edicolante di lasciarmi appendere un foglietto sull’edicola. O in alternativa potevo rivolgermi a qualche blog amico. Purtroppo la nostra democrazia funziona così: tutti sono semplici cittadini, ma alcuni hanno i soldi per gli annunci sui giornali ( o per entrare nei consigli di amministrazione dello loro società editrici) e altri hanno i soldi solo per leggere i giornali e parlarne al bar con gli amici ( infine alcuni, ancora pochi per fortuna, non hanno nemmeno questa seconda possibilità).
Ex ordres littéraires: Federica Onorato

Timing
di
Federica Onorato
La conosci via Carnelutti?
La strada iniziava dove finiva la città. Pedalavo senza fretta su un rettilineo facile, lattine arrugginite e buste di plastica ai lati. Davanti a me scheletri di gru sospesi nel vuoto. Era la prima volta che finivo da quelle parti.
Il messaggio diceva: Domani puoi tenere il bimbo? Ci hanno anticipato lo spettacolo e dobbiamo finire le prove. E’ urgente, puoi venire da noi?
Se avessi dovuto pensare a un quartiere per Giulia e Nino, quel posto l’avrei scartato subito. Non una buca, né un sampietrino. Dal cartellone pubblicitario un plastico sorrideva al quartiere del 2015, palazzi uguali con piccoli cerchi di verde scuro, come corone di spine.“Pisanova: uno sguardo verso il futuro”. I nomi, pensavo. I nomi non sono mai scelti a caso, c’è sempre una logica. Il più delle volte è banale.
Morte ad Abu Salim / Marco Benedettelli

Sul cortile del carcere di Abu Salim c’è un gruppo di uomini e di ragazzini. Sono sporchi di fuliggine nera, sulle guancie, sulla fronte e anche intorno agli occhi. Nelle pupille hanno qualcosa di feroce, una luminescenza rancorosa che mi fa sentire assediato. Siedono sotto una gigantografia del rais dipinta su un grande pannello di ferro, issato nel mezzo del cortile. Nel penitenziario di Abu Salim venivano rinchiusi i criminali comuni e gli oppositori politici del regime.
Archivio Dedalus (8-26 ottobre)
Ass. Cult. e Archivio di Documentazione della POESIA Contemporanea in VIDEO
ARCHIVIO DEDALUS, via Pietro Custodi 18, Milano
sabato 8 ottobre dalle ore 18,30
Costellazione Poesia red-shift a Milano e oltre
Evento in 19 giorni:
L’Archivio Dedalus dedica uno spazio significativo alla programmazione 2011-2012 a quella che abbiamo chiamato Costellazione Poesia red-shift a Milano e oltre: l’insieme di gruppi, associazioni, riviste che a vario titolo e seguendo diverse linee di ricerca si occupano di poesia in questa città e in alcune altre realtà di provincia.
IL NOBEL A TRANSTRÖMER
di Franco Buffoni
“Sono convinto che Tomas Tranströmer sia in assoluto uno dei più grandi poeti viventi”, scrivevo nel 1999 nelle note conclusive a Songs of Spring, il mio quaderno di traduzioni edito da Marcos y Marcos (premio Mondello 2000).
Gioisco di questo riconoscimento che l’Accademia di Svezia ha finalmente deciso di tributare a Tranströmer (se ne parlava da anni, ma finiva sempre col prevalere il pudore, trattandosi di un “connazionale”). Mi rammarico soltanto di non avere Songs of Spring nell’archivio informatico. Ciò mi impedisce di riproporre qui tutte le traduzioni da Tranströmer che allora pubblicai. Ne ricopio una, si intitola
I RICORDI MI VEDONO
Una mattina di giugno in cui era troppo presto
Per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno,
Devo uscire nel verde che è colmo
Di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono completamente
Al paesaggio, perfetti camaleonti.
Sono così vicini che li sento respirare
Benché il canto degli uccelli dia stupore.
stati d’animo
di Paola Lodola
– Questi tre quadri che vedete sono tutti dello stesso pittore. È un pittore italiano e si chiama Umberto Boccioni. Non sono realistici come quelli di prima con i contadini.
La lavagna luminosa su cui un minuto fa era proiettato Quarto Stato, ora è divisa in quattro rettangoli: tre sono occupati dalla serie degli Stati d’animo che vedremo la settimana prossima al Museo del Novecento, il quarto dai titoli, tutti mischiati, scritti in grande.
Sull’editoriale-matrice di Nadia Urbinati e il populismo
di Andrea Inglese
S’intitola Il pericolo del doppio populismo, ha come tema la crisi della rappresentanza politica, e si preoccupa di mettere il mondo democratico in guardia nei confronti di un “fenomeno molto preoccupante”, “quello dei movimenti sociali dal basso”. È un editoriale di Nadia Urbinati, uscito su “Repubblica” il 3 ottobre 2011. Esso cristallizza finalmente in modo efficace un’atmosfera ideologica che da parecchio aleggiava nel dibattito politico. Lo si potrebbe considerare un’editoriale-matrice: da esso, per ricombinazione e variazione, si possono trarre buoni editoriali per gli incerti tempi a venire. E, d’altra parte, la matrice è a sua volta sintesi produttiva di qualcosa già presente, che ha avuto modo di sedimentarsi. (Un editoriale-matrice non scandalizza o propone inedite visuali: formalizza un’opinione condivisa.) La tesi è semplice e subito deducibile mettendo assieme titolo e frase d’inizio: “Le prime pagine dei maggiori quotidiani del mondo propongono ripetutamente immagini dell’aria di rivolta che si respira nelle capitali di quasi tutti i Paesi democratici mescolata a quella dei lacrimogeni”. Fino a ieri, ci dice l’autrice, esisteva un solo pericolo per la democrazia: “il populismo di destra”. Noi tutti lo conosciamo bene, è quello che ha avuto un grande successo per quasi un ventennio, con il binomio Berlusconi-Lega, sperimentandone tutte le sfumature. Da oggi, però, c’è una “nuova forma di populismo dal basso e senza leader, che si fa network e fa rimbalzare ai quattro capi del paese e del globo il grido contro la democrazia elettorale”. L’operazione ideologica è compiuta: lineare e grosso modo efficace.
Urlo
di Francesco Pecoraro
Anni e anni a ragionare sul Merda & sulla Mutazione Antropologica. Anni coi nuovi barbari a Porto Cervo. Anni di pubblici additamenti del Conflitto di Interessi. Anni a scrivere e parlare di Lodo Mondadori. Anni di Previti. Anni che ancora c’erano Cofferati & Epifani. Anni a ragionare sui veri motivi della Scesa in Campo. A dire del Processo. A chiedersi se l’inizio di tutto sia stato Colpo Grosso o Drive In. Anni a dire e a ridire dov’è la Sinistra. Che significa essere di Sinistra. Anni col Popolo dei Girotondi e il Popolo Viola e Se Non Ora Quando. Anni con le Dieci Domande. Anni alle prese con le Intercettazioni e il nuovo Linguaggio e la Caduta dei Valori. Anni in compagnia del sintagma Bunga Bunga.
Wikipedia: chiuso per comma
Da ieri pomeriggio qualsiasi voce si cerchi su Wikipedia italiana si viene reindirizzati a una pagina-comunicato in cui viene spiegata la singolare forma di protesta dell’Enciclopedia telematica, a cui hanno contribuito milioni di utenti in tutto il mondo e che, con le sue 800.000 voci, è usato da migliaia di persone ogni ora, contro il ⇨ comma 29 del Disegno di Legge C. 1415-C, che di fatto ne renderebbe impossibile l’attività.
Il comunicato di Wikipedia conclude:
Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Mesa
di Alessandro Baldacci
“a me che può servire questo vivere? / a dire a dire a dire / a dire che non serve questo dire / se non per dire che diremo ancora”: si può partire da questi versi per ricordare la figura di Giuliano Mesa, morto a Pozzuoli il 15 agosto scorso al termine di due anni di malattia. Mesa era nato a Salvaterra nel 1957 e per tutta la vita aveva mantenuto un’intransigenza e un rigore che lo avevano portato, “lacerando /alfabeti”, a inaugurare il controcorso di una lingua che combinava disperazione e utopia, trenodia e speranza, sempre in cerca di “verità etiche”.
La città degli impala
di Gianni Biondillo
Fotografie di Max Franceschini
Sembra un destino, questo mio arrivare ogni volta di notte, in Africa. Intuisco il Lago Vittoria dal punteggiare delle rare luci notturne, poi finalmente sbarco. Aeroporto di Entebbe, antica capitale ugandese, dove tutt’ora risiede il presidente della repubblica. Cambio i miei euro in scellini e mi si riempie il portafogli di pacchi di cartamoneta consunta, indice di una inflazione galoppante, a due cifre. Dappertutto, nella sala d’accoglienza dell’aeroporto, campeggia una pubblicità governativa che chiede agli ugandesi, per lo sviluppo della nazione, di pagare le tasse. Tutti. Trovo la cosa sinistramente familiare.
Libro dei sogni
Per quanto ne sa la mamma, la sua non è l’unica famiglia a cui capitano le disgrazie. Figlie che spariscono nei boschi, figlie che cadono nel giro della prostituzione, figlie che s’innamorano di marinai, figlie che finiscono nelle fauci di lupi. Da piccola, la mamma venne a sapere di una fanciulla graziosissima che fu strappata via dalla vasca da bagno da un grosso uccello pidocchioso; la afferrò con gli artigli e poi, gracchiando allegramente, la portò su in cielo. I genitori della fanciulla lasciarono la vasca da bagno fuori casa, accanto al fienile, nella speranza che l’uccello si annoiasse della compagnia della loro figlia e la riportasse indietro. Ma col passare del tempo la vasca cominciò ad arrugginirsi e a sferragliare nel vento, e qualche volta si vedevano i topolini zampettare lungo il bordo e affogarci dentro.
poesie ::: prose ::: altre
Al lavoro
al lavoro, allora, adesso,
in parte sulle informità, col protocollo della spedizione
che non fa mai ritorno oltre il raggio stabilito.
*
al lavoro perché belli
e proni, e per questo dannati, come dipendenti
moderati e umani, plastici, al collaudo, intervenire
docili sempre, a non sbagliare montaggio sul quale
incatenarsi.
*
al lavoro sulle matrici implose
dei conti correnti o dei bilanci mai in grado, mai
possibili al quadrare, tenendo un profilo prudente
nella spesa, mai il successo che rende uniformi
o investe come verbo attivo ma sul finanziario
e non stradale, ma il mai successo, l’interesse
che per nessuno paga.
da >verso. transizioni arte-poesia
progetto Piccoli Maestri
domani (4 ottobre) il secondo incontro
per il Progetto Piccoli Maestri sarà
alle 19,30 presso centro Matemù
via Vittorio Amedeo II, 14.
l’isola ferdinandea
La definizione di uno stato sovrano è qualcosa che ha a che vedere con la storia delle comunità umane, e come tale non è definito una volta per tutte e in modo insindacabile, ma muta col mutare degli eventi e della storia. Questo processo, inevitabilmente, crea della contraddizioni, delle zone d’ombra – e chi cerca di dare vita a una micronazione lo sa bene, ed è proprio in queste crepe della giurisdizione internazionale che cerca di infilarsi per concretizzare la propria utopia. In fondo non sono estranei ad azioni di questo tipo neppure i governi delle grandi potenze, che quando si tratta di estendere o consolidare il proprio dominio si sentono liberi di proclamare la propria sovranità su qualunque territorio non ricada già sotto l’influenza di altre nazioni. Il che alle volte dà origine a delle dispute internazionali che hanno risvolti decisamente paradossali, come nel caso dell’Isola Ferdinandea, altro eccellete riferimento storico per i pionieri del micronazionalismo.
INTERVISTA A RADIO POPOLARE
di Franco Buffoni
Nelle scorse settimane un mio post su Outing e Coming Out ha suscitato molto interesse tra i lettori di Nazione Indiana. Più recentemente altrettanto interesse ha suscitato un post di Helena Janeczek sullo stesso argomento. Penso pertanto che qualche lettore possa essere incuriosito anche da una intervista trasmessa sull’argomento da Radio Popolare martedì scorso. Dura dieci minuti. La trovate qui:
http://www.francobuffoni.it/audio_radio_popolare_outing.aspx
e anche qui:
http://www.youtube.com/francobuffoni#p/a/u/0/fkgK0UXtfuM
Buon ascolto, se vi va.
Notorietà del vuoto 3
8 spunti lucreziani
di Andrea Inglese
4.
Inter saepta meant voces et clausa domorum
transvolitant, rigidum permanat frigus ad ossa,
(I, 354-355)
Ora che senti le voci, che non puoi
non sentire le voci, sempre le voci
si fanno sentire, nei muri le voci
di nuovo tornano udibili, attraverso
tutta la fasciatura d’intonaco, la fibra
di mattone, di ghiaia, di calce, persino
il cemento pieno, armato di ferro
in trame parallele, lascia scivolare
le voci, sono quelle sottili che passano
comunque, latenti, a giacimento,
come se non fossero che bocche
a infrangere i muri, portando quasi
senso, baluginanti, rotte, smorzate,
con delle storie, soprattutto i lamenti,
i vocativi, le minacce, la nenia.










