Alla Gentilissima Principessa Rosa.
Rosa, amore infinito, il dottore disse che potevo scriverti e io qua sto in prima persona presente nelle mie capacità. Questa non te la spettavi e infatti una sorpresa volevo farti che spero ti diverte. Ho deciso che ti scrivo pure in italiano anche se non è la lingua originaria ma tu questa imparasti alla scuola e con tua madre. Almeno ridi a me che ti fa bene assai. Come sai io fici solo tre classi pirchì prima avevo la terra e poi pirchì la cartiera ebbe me, ma io sono sempre tuo padre e tu figlia mia e io questo lo devo affermare e fare di conseguenza.
Rosa come stai? Ci manchi, a me a tua madre a tuo fratello Gabriele e a tutti quanti, anche a don Antonio che tutte le domeniche mi domanda che fai e che dici e quando torni. Io approfitto di questa giornata di partita che nessuno mi cerca e sto in pace concentrato, alla luce del fatto che non sono abbituato e abbisogno di tempo per pensare bene le parole così tu le capisci. Tua madre è andata a fare da mangiare alla tedesca altrimenti quella povera donna non si nutre mai, eppoi andava al cimitero maggiore a trovare zia Pina. Tuo fratello è in giro a lavorare sempre con gli ascensori, e alle volte penso che ci va su e giù e si bivi u cervello pi no pinsari a tia. A tua madre pure ci manchi ma ella non dice una parola pirchì ne ha così tante che si sono aggrovigliate dintra ‘u stomacu. Con questo voglio solo dirti la virità senza pretese, cioè che ti amiamo sempre e non fa niente per le cose successe. Tutto si sistema, parola di papà.

















