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LIBERI DI NON CREDERE

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di UAAR

Obama, giurando – come tradizione impone – sulla Bibbia, ha menzionato per la prima volta i non-believers, che negli Stati Uniti sono circa un sesto dell’elettorato. E che diventano il 40 per cento se si considerano solo i giovani sotto i 35 anni che si dichiarano immuni da credenze religiose o comunque sovrannaturalistiche.
Erano pochi milioni gli atei nel mondo, cent’anni fa. Oggi sono circa un miliardo. Il formidabile aumento del numero dei non credenti è l’unica, rilevante novità nel panorama religioso mondiale degli ultimi decenni. Un fenomeno che, peraltro, nei paesi democratici non accenna affatto a fermarsi: una crescita che, significativamente, non è il frutto dell’opera di ‘missionari’ dell’ateismo e dell’agnosticismo, ma l’esito di centinaia di milioni di riflessioni individuali. Circostanza ancora più eloquente, la loro diffusione è maggiore quanto maggiore è la diffusione del benessere, dell’istruzione, della libertà di espressione. Lungi dal portare le società alla rovina, come vaticinano leader religiosi incapaci di trovare risposte più adeguate alla secolarizzazione, atei e agnostici ne rappresentano la parte più dinamica, quella che più contribuisce alla loro crescita: rispetto alla media della popolazione sono più giovani, più istruiti, più aperti al nuovo, più tolleranti nei confronti di chi viene troppo spesso dipinto come ‘diverso’: stranieri, omosessuali, ragazze madri, appartenenti a religioni di minoranza.

A Gamba tesissima e cattiva: Agit Pop!

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touilettes
(agitateurs pour café.)

di
Francesco Forlani

Non ho il televisore e dunque da dieci anni e passa non guardo la televisione. Se per questo non ho nemmeno il gatto. Per la vita che faccio, “sans domicile fixe” non è ragionevole averne. Così quando sono a casa della mia compagna, che il televisore lo ha, di tanto in tanto la guardiamo, ed ecco che scopro cose straordinarie e mirabili, a partire dalle facce modellate dal tempo che popolavano parte del mio immaginario prima di spegnere l’apparecchio Pop per eccellenza. Ma poi si tratta veramente di un mezzo Pop? Secondo alcuni dei miei Maîtres à penser, che non sono i metri dell’attuale finta pornografia intellettuale a cui siamo sottoposti, se vado a rileggermi in particolare Christopher Lasch, piuttosto che di cultura popolare pare che si tratti in realtà di cultura di massa .

NEL CUORE DEVASTATO DEL PAESE.

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di Franz Krauspenhaar
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Finché, alle 10.25, il boato. Più di quello.. Una deflagrazione che mi fece pensare al tonfo sconvolto di un aereo contro il suolo della città, come una freccia scoccata da diecimila metri e lanciata contro la città da un gigante nemico, il gigante di una fiaba nera. Saltai giù dal letto della camera degli ospiti del mio amico e corsi nel corridoio che era diventato della paura. “Cosa è successo?” gridai. Mi venne incontro Boratti, col la camicia sahariana tutta aperta sul petto, i capelli arruffati e il viso bianco. “Non lo so Fabione, sembra uno scoppio…”.
Uscimmo velocemente, quasi nel panico. Boratti disse a Lucia di rimanere dentro, ma la ragazza – non avrà avuto che vent’anni al massimo – volle uscire con noi a tutti costi.

GranTorino: Marco Belpoliti

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qui l’originale:

Un lontano saluto

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dresda

di Domenico Pinto

Dresda come appare prima che sia distrutta, nel fotogramma aereo da ovest, è un radiante traversato dai ponti Augustus, Albert e Carola; l’esse dell’Elba la taglia, quasi scaturita dalla mente di un geometra taoista. A quell’altezza il braille dell’abitato, in legno dolce, era ancora fittissimo.

Le nostre vene

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di Simona Baldanzi

“Rinnoviamo la più ferma critica al gruppo dirigente delle Ferrovie che ha dirottato risorse e tecnologia sul servizio ‘luccicante’ dell’ alta velocità lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza”. Mi fermo su queste parole, le dichiarazioni dei ferrovieri, di chi ci lavora, di chi le cose le vede, sa come funzionano e quando non funzionano molto di più di ogni manager che sta in ufficio e guadagna centinaia di migliaia di euro. Ognuna di queste parole la sostengo in pieno non senza una sensazione di sconforto. Perchè appena sveglia stamani e ho saputo di quanto successo a Viareggio, dopo un lampo di smarrimento e di orrore, il pensiero è andato agli altri deragliamenti a Prato dei giorni scorsi, un campanello di allarme non ascoltato e poi subito a Dante De Angelis, il macchinista, delegato RLS che denuncia da anni l’insicurezza dei nostri treni, che invece di essere seriamente ascoltato è stato licenziato diventando un caso di lotta fra i lavoratori, non solo delle ferrovie.

Diorama

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diorama_1

di Chiara Valerio

Troppo mare. Ne abbiamo veduto abbastanza di mare.
Gente spaesata , C. PAVESE

Stasera senza motivo abbiamo apparecchiato con i piatti spiani. Non più con i fondi, come se fossero volgari o semplicemente non rispecchiassero più un modo di mangiare. Lo ha fatto mia sorella più grande, che va all’università e stasera cena con pomodori pachino senza sale, un filo d’olio e scaglie irregolari di parmigiano che odorano di latte e si sbriciolano al solo guardarle. Mia mamma l’ha apostrofata con Che snobismo. Io sono rimasta zitta a sminuzzare la carne e a ostracizzare l’insalata sul bordo del piatto.

Estratti : Giovanni Nuscis

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lotto

da: La parola data
di
Giovanni Nuscis

Cade in una nicchia
e tace. Dalla parete
vitrea d’una nursery
se non tu, altri
lo attendono nuovo
lo sconosciuto che
dopo un poco
a qualcuno somiglia.

*

Rivoluzioni tra la
calma e il
sopore di
anni senza
tracciati né aiuole.
Potresti adesso dire tuoni
o voci senza trasalire.
Nuotare in un bicchiere
giurando il mondo
d’averlo visto tutto.

DIMISSIONI MINISTRO CARFAGNA

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di Franco Buffoni

Una studentessa di 26 anni è stata aggredita settimana scorsa in piazza Bellini, nel centro storico di Napoli, da un gruppo di giovani dal capo rasato. La ragazza era stata l’unica a intervenire in difesa di alcuni omosessuali che erano stati malmenati dallo stesso gruppo di delinquenti. Nell’indifferenza generale delle numerose altre persone presenti, la ragazza è stata presa a calci e botte e ora rischia anche di perdere un occhio.

La situazione di Napoli non è nuova. Quanto è accaduto non è un fatto isolato. Le aggressioni ai danni di persone omosessuali e transessuali stanno aumentando dovunque in Italia: un’intera comunità viene lasciata sola in balia di veri e propri raid squadristi di stampo omofobico, complici l’assenza e l’ignavia istituzionali.

Un esempio chiaro e incontrovertibile di questa volontaria assenza dello Stato di diritto è il comportamento del ministro Carfagna, che ha praticamente tolto ogni riferimento alle persone omosessuali e ai transessuali dal sito delle Pari opportunità.

Si richiedono le dimissioni del ministro Carfagna per palese e volontaria omissione di atti d’ufficio.

E Tic e Tac di una Persona per bene

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Conosco Andrea Pedrazzini da almeno una quindicina d’anni. C’è un suo disegno che mi porto dietro ad ogni trasloco e che mi fu dato nel ’95, grazie alla regola secondo cui i redattori di Baldus ricevevano l’originale che aveva illustrato l’articolo. Da allora abbiamo incrociato penne e matite fino alla più recente collaborazione per Sud le cui copertine sono affidate all’estro dell’artista. Qualche mese fa su Facebook cominciai una micro serie di aforismi incentrati su un personaggio, la persona perbene ( con distacco ) che giravano in rete un po’ come messaggi nelle bottiglie, forse più semplicemente come bottigliette leggermente alcoliche, lievemente amare, sul tipo di quelle che si trovano dietro alle casse delle stazioni di servizio. Così il generoso Pedrazzini ha deciso di farne delle etichette (petites éthiques poeTic) che vi propongo. Ne faremo un gran (piccolo ) libro. Forse.
effeffe

march-18-334pm
march 18 @ 3.34pm
effeffe immagina una persona per bene fare sesso. Lui o lei aveva confuso preliminari con eliminatorie. Concorso di colpa.

Entuziazm – Simfonija Donbassa

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di Rinaldo Censi

Un po’ di storia, per cominciare. Jay Leyda, autore di una cruciale Storia del cinema russo e sovietico, riporta questo ricordo del cineasta inglese Thorold Dickinson, presente il 15 novembre del 1931 alla proiezione londinese di Entuziazm (Simfonija Donbassa) di Dziga Vertov, suo primo film sonoro: «Quando Vertov si recò alla presentazione del suo primo film sonoro, Entusiasmo, alla Film Society di Londra il 15 novembre 1931, insistette per controllare la proiezione del sonoro. Durante la prova lo tenne a un livello normale, ma allo spettacolo, avendo vicino il direttore del suono del cinema Tivoli e un funzionario della Società, alzò il volume a vertici che toccavano la soglia del dolore. Pregato di desistere, rifiutò e finì la serata combattendo per il possesso dello strumento di controllo, mentre l’edificio sembrava tremare per il diluvio di rumori provenienti dallo schermo». (Leyda, pp. 427-28)

Terremoto

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di Elena Rapisardi
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«Qualche volta una specie di gloria illumina lo spirito
di un uomo. Succede quasi a tutti. Lo si può sentir
venire su o prepararsi come il detonatore che sta per
dare fuoco alla dinamite. È un sentimento nello
stomaco, un piacere dei nervi, degli avambracci. La
pelle gusta lʼaria e ogni respiro profondo è dolce.
I suoi inizi danno il piacere di un bello sbadiglio aperto;
balena nel cervello e tutto il mondo se ne accende
davanti agli occhi. […] E io credo che lʼimportanza di
un uomo nel mondo possa essere misurata dalla
qualità e dal numero delle sue glorie. È qualcosa di
solitario ma ci mette in rapporto con il mondo.
È madre di ogni creatività, e separa ogni uomo dagli altri»
[John Steinbeck, la Valle dell’Eden]

Quando, dopo il terremoto del 6 aprile, decisi di partire per prestare servizio come volontaria di protezione civile, non sapevo a cosa sarei andata incontro, sapevo però perché avevo deciso di partire. E già questo non è poco, visto che spesso capita di decidere di compiere azioni senza una vera ragione.
Partivo perché banalmente ero colpita da questa tragedia umana, perché volevo rendermi utile anche pulendo cessi e zappando.

LETTERA A BAGNASCO

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di PAOLO FARINELLA

Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città. 

Ho letto la sua prolusione alla 59ma Assemblea Generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato – o meglio non ha trattato – la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Incontro con la poesia

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domenica 28 giugno ore 18:30
ai giardini di Castel Sant’Angelo

Introduce
Fabrizio Fantoni

Letture dei poeti
Carlo Bordini, Franco Buffoni,
Bianca Maria Frabotta, Francesca Merloni,
Elio Pecora, Luigia Sorrentino,
Valentino Zeichen

Musiche composte
ed eseguite dal vivo
da
Marco Colonna

In chiusura
Transiti
Concerto di poesia sonorizzata

di
Zingonia Zingone e Pierluigi Virelli

 

Diktiriovskaja

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di Giovanni Catelli

Dimmi, forse tu sai, ancora, i numeri degli anni, tutta la catena infaticabile dei giorni, che hai ceduto all’avvenire, o alla memoria, senza serbare per te che il puro istante, l’attimo, di gesti che segreti andranno col silenzio, con ogni tuo furtivo allontanarti nel domani :

So Long, Jacko

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di Michele Monina

Ho cominciato a scrivere professionalmente di musica proprio con Michael Jackson. Era il 2000, e la rivista Tutto Musica mi affidò la recensione di Invincible. Armato dell’arroganza di chi è ancora giovane, e pensa che tutto sia consentito, fui spietato. Dissi che con quel cd ci si sarebbe dovuto fare un poggia bicchiere, che lo si sarebbe dovuto legare allo specchietto della macchina, per fregare gli autovelox. Tutto fuorché ascoltarlo. In realtà, quello che poteva sembrare un gesto denigratorio era il mio ultimo atto d’amore verso un artista e un uomo che, lo sapevo bene già allora, lo so benissimo adesso che sono più vecchio e saggio, ha fatto per il pop più di chiunque altro nel quarto di secolo che ci ha traghettato nel nuovo millennio.

Estratti: Enrico De Vivo

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Qui non c’è niente
di
Enrico De Vivo
da “Divagazioni stanziali” (QuiEdit, 2009)

Flânerie pomeridiana in una giornata caldissima di novembre con Enrico detto Berlusconi (perché ha sempre molti soldi in tasca), mio cugino e omonimo, carattere originale che starebbe benissimo così com’è in farse popolari tipo sceneggiate o anche nei romanzi di Mastriani. Grandi discussioni sulle cose più impossibili (cavalli, filosofia, cielo), e approdo infine allo studio di N. Z., socialista d’annata ma giovane quanto me, rimasto socialista, italiano e craxiano, a dispetto di tutto e di tutti. Con aria da grande saggio, rassicurante e affettuoso, N. Z. ci fa accomodare in poltrona davanti alla sua scrivania – noi due nel ruolo preciso di postulanti. Cosa siamo venuti a postulare? Siamo venuti qui perché a un amico di Berlusconi serve un favore, deve far visitare il suocero da un medico che dichiari che è matto, in modo da ottenere l’invalidità e la pensione sociale. N. Z. è “a disposizione”, lo dichiara subito: “a disposizione, Enrico, cosa ti serve?”. Da queste parti la “disposizione” è un’istituzione medievale, quasi un dovere del vassallo nei confronti del suo servitore: in apparenza è l’attuazione di un servigio, in realtà è l’affermazione di un potere.

L’augusto servo dell’imperatore

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Leggendo un articolo di Repubblica di 15 anni fa scopro il pensiero illuminato di Augusto Minzolini, giornalista e attuale direttore del TG1, colui che è snobisticamente schifiltito e contrariato all’idea di dare nel suo TG notizie “di gossip” sulla vita privata del suo Presidente del Consiglio.
Vi riporto qui la parte finale dell’intervista fatta all’epoca al giovine Minzolini:

Locandine d’Artista + Stéphane Bouquet + Florinda Fusco alla Camera Verde

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RomaVenerdì 26 giugno, dalle ore 20:30

presso il centro culturale La camera verde
(via G. Miani 20)

Locandine d’artista

immagini e/o testi di

Andrea Inglese, Francesco Forlani, Florinda Fusco, Michele Zaffarano, Renata Morresi, Marco Giovenale, Jennifer Scappettone,
Zeno Tentella, Alfredo Anzellini, Antonio Semerano, Giuliano Mesa, Manuela Sica, Giacomo Leopardi, Pierre Martin, Giuliana Laportella

inoltre:

presentazione del libro

Dizionario di quest’uomo – Dictionnaire de cet homme

di Stéphane Bouquet

(La camera verde, collana Calliope)
introduzione e traduzione italiana di Andrea Inglese

+

segnalazione dell’uscita (e breve lettura) del nuovo libro di
Florinda Fusco, Tre opere

(Oèdipus, collana “i megamicri”)

* * *

La camera verde è in Via Giovanni Miani 20 – 00154 Roma (quartiere Ostiense)
tel. 3405263877, e-mail: lacameraverde@tiscali.it
pagina (under construction): http://www.lacameraverde.com/

GranTorino: Giorgio Vasta

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proseguono le interviste fatte per Booksweb

qui l’originale: