[E’ stato finalmente ristampato, dalle edizioni Shake, il romanzo-memoire-diario-saggio, Come è grande la città di Bruno Pischedda. Ne parleremo a Milano il 19 marzo, alle ore 21, presso la Libreria ShaKe – Interno 4, viale Bligny 42. L’autore ci dona la postfazione alla nuova edizione, che qui vi allego. G.B.]
di Bruno Pischedda
Questo libro vide la luce una prima volta nell’estate del 1996, per i tipi di Marco Tropea Editore. Dodici anni fa dunque, il tempo di una discreta stagionatura. L’accoglienza riservatagli dalla stampa fu indiscutibilmente fragorosa: quattro paginate in successione a cura di Paolo di Stefano, sul “Corriere della sera”, e tre articoli di vario orientamento su “l’Unità” fomentarono un dibattito pubblico che si protrasse a lungo, su quasi tutte le testate nazionali. In lizza scesero non già i cavalieri del moderno e gli armigeri di un evo trascorso, cioè gli integrati da un lato e gli apocalittici dall’altro; ma intellettuali tradizionalmente polemici, che senza neppure avere aperto il volume pontificavano sui massimi sistemi, e letterati militanti sul serio, disposti a entrare nel merito del suo progetto espressivo e a valutarne le risultanze. Magari anche gratificandomi di qualche insulto, come Felice Piemontese, capace di darmi del pirla, testuale, siccome avrei confuso Goffredo Fofi con Sartre o Foucault, e una rivistina di poco peso come “Linea d’ombra” con “Les Temps modernes”.

di Giacomo Sartori








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