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Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato 18

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[Qui finiscono le 18 immagini + lettere invernali per l’inverno; 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14, 15, 16, 17]

di Andrea Inglese

Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato,

non è più possibile portare avanti questa cosa
sembra una conversazione d’aeroporto
o tra cassiere o gente bloccata in un vagone
la tua benevolenza è un sotterfugio
che tu sia donna – se poi lo sei veramente –
è un sotterfugio ho smesso persino
d’immaginarti le dita dei piedi le labbra la curva del culo

io cerco di vivere facendo finta che il lungo disturbo
che la vita che tutto quello che non sono riuscito
ad ignorare sia più meno quello che necessariamente
accade a tutti sia normale la cosa inevitabile

e tu hai la psicologia

Letture di Villa Massimo a Napoli

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Università di Napoli, L’Orientale
Libreria Dante&Descartes, Napoli
Accademia Tedesca Roma Villa Massimo
Letture di Villa Massimo a Napoli

Thorsten Becker e Navid Kermani al Palazzo Sansevero

Piazza San Domenico Maggiore, Napoli, 10 dicembre 2008, ore 17.00

Il 10 dicembre 2008, alle ore 17.00, a Palazzo Sansevero a Napoli, l’appuntamento dell’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo arriva quest’anno alla quinta edizione con le letture dei suoi scrittori-borsisiti Thorsten Becker e Navid Kermani all’Atelier Lello Esposito.

“Albertine” o l’inadeguatezza del realismo. Incontro con Rick Moody

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di Loris Righetto

Quello che segue è il racconto parziale di una presentazione del libro Tre Vite con lo scrittore americano Rick Moody, avvenuto presso Villa Maria, Roma, il 3 giugno 2008, in occasione di un ciclo di incontri dal titolo “quadrangolare internazionale del fantareale”, organizzato dalla scuola di scrittura creativa Omero. Grazie alla disponibilità di Moody a confrontarsi col pubblico e parlare della sua idea di letteratura, l’incontro si è declinato in una informale lezione di scrittura. Invio questo “verbale non-ufficiale” a Nazione Indiana con la speranza di contribuire al dibattito sul realismo e su come la realtà va affrontata dagli scrittori, qui recentemente discusso, portando il punto di vista di un autore.

Due falserighe

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di Marilena Renda

More than this there is nothing (The Terminal)

Vale la pena stare svegli di notte in un aeroporto. La notte negli aeroporti, soprattutto in quelli piccoli, è come il rovescio di un maglione, come la trama nascosta di un giorno che sembra lontanissimo. Specialmente nelle ore che vanno dalla tarda serata alle prime ore del mattino sembra che il giorno abbia sospeso il suo ordine e il suo potere legiferante: lo spazio in cui si è stati catapultati è uno spazio interstiziale, un trattino lungo, uno stato d’eccezione, una cerniera dello spazio-tempo in cui la gente dorme sulle panchine con la bocca spalancata e il culo per aria, i jeans slacciati, nemmeno un’ombra del pudore fisico che accompagna gli abituali rapporti tra i corpi. Dividere il sonno è cosa intima e impegnativa: può essere accomunata allo spartirsi il pane, e di fatto è una prova di fede: se mi addormento vicino a un altro è perché penso che non verrò derubato o accoltellato nel sonno, o che addirittura mi proteggerà con la sua presenza, ed è per questo che gli affido la sicurezza, la vita stessa.

Banco di gratuito credito

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[Questo articolo si pone come il proseguimento di L’interesse è usura]

di Pino Tripodi

Da tempo vado studiando la possibilità di fondare una Banca di gratuito credito. Con questo scritto avanzo (depurata dalla gran parte dei retropensieri teorici) l’idea e spero di raccogliere, oltre alle critiche e ai suggerimenti, le prime adesioni in modo da definire lo studio di fattibilità e procedere alla costruzione pratica.
1) Eravamo abituati all’idea che i poveri fossero i disoccupati, ma nella contemporaneità è il lavoro vivo che sopporta le condizioni di impoverimento. Tale impoverimento deriva in misura cospicua dall’indebitamento al quale ogni lavoratore è costretto per avere una casa e quant’altro è indispensabile o è ritenuto tale nella società contemporanea. Il debito non è cosa mala in assoluto. Nel debito c’è una grande attesa di futuro, un segno di speranza e di vitalità, la decisione di godere di beni che la propria ricchezza al momento non garantirebbe. Il debito in una certa misura è proporzionale alla ricchezza attesa. Chi contrae un debito si impegna fattivamente a diventare più ricco, a migliorare la propria condizione.

Giovanni Cossu: il chiodo, lo stivale e Goethe

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di
Francesco Forlani

Quando Franz K. ha deciso di lasciare Nazione Indiana, Giovanni Cossu gli ha dedicato una invettiva che valeva più di ogni ragionamento, riflessione, che pure quella decisione, improvvisa, per molti di noi ingiustificata, aveva provocato.
La voce di Giovanni Cossu trasmetteva infatti una rara forma di energia in cui l’umana incazzatura, nei confronti dell’amico, trascendeva l’umano per diventare qualcosa di naturale. Il processo esattamente agli antipodi di quanto accade quando si umanizzano gli eventi naturali e si dicono banalità del tipo, la furia del fiume, o peggio ancora – lo faceva notare lo scrittore Carlo Grande qualche tempo fa- la montagna assassina. Un fiume non può essere “tranquillo” e, a quanto ne so, nessuna montagna è in grado di di maneggiare un coltello o di impugnare un kalashniikov. Così sono certe voci. Naturali.

Io so che un chiodo nel mio stivale è più raccapricciante della fantasia di Goethe! Vladimir Majakovskij

Io so che quando i nostri scrittori e critici parlano di perdita dell’esperienza, fanno riferimento all’esperienza puramente letteraria ovvero alla capacità di un libro, ai nostri tempi, di trasmettere un’esperienza secondo quanto Walter Benjamin aveva già anticipato in “l’opera d’arte nell’ epoca della sua riproducibilità tecnica” quando analizza la “perdita dell’aura” delle opere d’arte.

Blog e letteratura

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di Gherardo Bortolotti

Vorrei fissare alcuni appunti che, mi sembra, potrebbero servire da base per una discussione sulla letteratura on line e, più specificatamente, sulla letteratura ed i blog.

Un blog, in poche parole, è una pagina web che viene sistematicamente aggiornata con nuovi contenuti. Il visitatore di un blog, quando arriva sulla pagina, vede in testa alla stessa l’ultimo contributo inserito, mentre i precedenti sono disposti sotto, in ordine inverso di apparizione. I contributi, o post, sono in genere testuali anche se possono presentare video, audio in file o in streaming, immagini e così via.Ogni post è indicizzato per data, cioè è legato al momento in cui è apparso on line. Inoltre, i post possono essere indicizzati per mezzo di tag, piccole espressioni in linguaggio naturale che cercano di dare conto del contenuto del post (per esempio, il post che recensisce un libro di fantascienza sarà taggato con “recensione”, “fantascienza”, il nome dell’autore, il titolo del libro e così via).I post, poi, prevedono uno spazio per i commenti, cioè un luogo in cui i visitatori possono dare un feedback immediato rispetto al contenuto proposto o rispetto ad altro. Infine, un blog presenta in genere una colonna dedicata ai link verso altri blog o, comunque, verso altre risorse on line – il cosiddetto blogroll.

Il cuoco è un mestiere pericoloso

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di Helena Janeczek

Nella città un tempo nota come Bombay, un cuoco romano ha rischiato la vita per portare il latte alla sua bambina di sei mesi, tappata in una stanza con sua madre, alimentata per tutta la durata dell’assedio di biscotti al cioccolato trovati nel frigobar. Coperto alle spalle dagli agenti indiani, Emanuele Lattanzi, chef all’Hotel Oberoi che appartiene alla catena Hilton, ha raggiunto la sua famiglia con addosso la giacca bianca inamidata con cui quella sera aveva cominciato il suo servizio. Nella stessa parte della città- Colaba, il quartiere di lusso vicino al porto e alla Gateway of India- ma in un luogo di cui la gran parte dei bombaiti ignorava verosimilmente l’esistenza, la cuoca indiana del centro ebraico scappa con il figlio del rabbino in braccio

Urbanità 7

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di Gianni Biondillo

[risposta inedita ad una lettera, recapitatami da una rivista, che mi chiedeva un’opinione sulla querelle di Brera. G.B.]

Gentilissima lettrice,
la verità è che Milano ha sempre avuto un rapporto, come dire, “infastidito” con la sua eredità storico-artistica. A conti fatti le emergenze monumentali di questa città non sono, facendo una gretta conta, inferiori a quelle di Firenze, però i milanesi pare se ne disinteressino. Non a caso m’è capitato spesso di dover spiegare ai turisti stranieri che il Cenacolo di Leonardo sta proprio qui, in questa città, mica a Firenze come molti di loro credono. Nessuna città può fare a meno della sua memoria, ovvio, ma Milano ha sempre buttato lo sguardo oltre, verso il futuro. È la sua più antica tradizione quella di cambiare continuamente pelle, per poi, magari, rimpiangere con lacrime di coccodrillo, quello che ha perduto. È quell’atteggiamento ben descritto da Manzoni nei Promessi Sposi: “adelante con juicio”. Correre, ma lentamente. Delle due polarità, però, è quella della lentezza che ha preso il sopravvento in questi ultimi decenni. Una lentezza che appare sempre più puro immobilismo, ammettiamolo. Oggi a dir la verità sembra che il vento stia cambiando, e noi stiamo qui, vigili, a capire se è solo un’impressione o è qualcosa di più concreto.

Varianti e altri realismi

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[Si pubblica l’intervento di S. Gallerani alla tavola rotonda tenutasi alla Casa delle Letterature. Partita dalle punte di questi articoli di Cortellessa, la discussione è proseguita nei contributi di Donnarumma, Policastro, Inglese, Milani, Rizzante, Morelli, Casadei e Giovenale. dp]

di Stefano Gallerani

Cari tutti,

sono davvero spiacente di non poter partecipare con voi all’incontro odierno perché “confinato” in quel di Bassano del Grappa (dal che spero almeno di trarre un poco di spirito). Di conseguenza, nella mia posizione – e non amando stendere programmi – mi è difficile affrontare il tema della tavola rotonda senza il conforto del contraddittorio – indispensabile perché in simili occasioni si tenti almeno di quadrare la tavola se non il problema. Un rapido sguardo alla composizione della nostra squadra (virtualmente siamo in undici, credo) e un po’ di attenzione per la recente cronaca letteraria dovrebbero indurmi a mettere su carta alcune riflessioni sulla questione che si dibatte (o su come è stata preceduta  e si è sviluppata da “Allegoria” a “Nazione Indiana” passando per lo speciale dello “Specchio+” curato da Andrea Cortellessa). A questo proposito, convinto come sono che la naturale (cioè umana) evoluzione della specie abbia portato dalla scimmia eretta a quella psicanalitica, non posso che rallegrarmi della radicata presenza, oggi, già nel ricorso a una precisa terminologia, del pensiero di Jacques Lacan

Astrologia per intellettuali

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di Chiara Valerio

Ho sempre letto i libri come gli oroscopi e ora so perché.

Marco Pesatori ha scritto una guida zodiacale per tutti quelli che guardano le pagine dei libri, ascoltano musica, contemplano un quadro, interrogano una legge fisica, stupiscono a una forma matematica e cercano divinazioni. Astrologia per intellettuali è una guida in senso stretto. Potrebbe stare in una collana LonelyPlanet, o Routard. E se non ci avesse pensato Neri Pozza Bloom probabilmente sarebbe già in stampa. Solo che la geografia di cui Pesatori è esperto non sta sull’orbe terracqueo ma sulla volta del cielo.

Lo “sciopero dell’autore”: Un’iniziativa di dissenso dai governi nazionali e locali di centrodestra

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Invitati a leggere nostri testi nell’ambito di una manifestazione patrocinata, tra gli altri, dal Comune di Roma, ci siamo trovati a dover svolgere una riflessione che esorbita dai margini dell’invito e da quelli di una semplice lettura di poesie.
L’attuale condizione storica, per Roma e per l’Italia, rappresenta una soluzione di continuità con il recente passato politico, per altro di già controversa lettura. È la cronaca di questi giorni a evidenziarlo: si assiste a tentativi inquietanti e inequivocabili di compressione della libertà di espressione, del diritto all’istruzione, del pluralismo politico, a un rapido e continuo impoverimento del discorso pubblico. Nonostante il fatto che alcune azioni del governo, a livello nazionale e locale, non costituiscano altro che un’accentuazione in senso negativo di prassi dei precedenti governi, anche di centrosinistra, il momento presente ci appare tuttavia uno snodo cruciale nella storia del nostro Paese, dalle potenzialità profondamente degenerative. D’altro canto, le nuove istanze di protesta e le nuove iniziative di emancipazione in atto oggi nella società italiana ci sembrano da sostenere e da affiancare in ogni modo a noi possibile.

C’è un solo italiano tra i morti di Mumbai

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di Fabrizio Centofanti


C’è un solo italiano tra i morti di Mumbai. Siamo tutti contenti, noi italiani. Gli stranieri, sono strani. Voglio prendere una stanza, all’albergo di Mumbai. Fare il giro della morte, sotto il fuoco incrociato. Col sangue che schizza, capire dov’è la differenza, di cui mi hanno parlato. Prenotatemi una stanza, all’albergo di Mumbai: per sapere cosa cambia, da passaporto a passaporto.
Da morto a morto.

Oggi è morta mia madre. O forse ieri, non so

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di
Francesco Forlani

Quando ho telefonato ai miei fratelli e sorelle per chiedere com’era andata la cosa, già alla prima chiamata non riuscivo a ricordare se il fatto era successo l’otto, il nove o il dieci novembre, di un anno fa. Ma non ho detto niente, se non che quanto loro, forse di più, mi rammaricavo del non esserci stato, causa di forza maggiore – il lavoro prima di tutto, lo sai, mi aveva ripetuto alla vigilia la sorella più grande, mamma lo diceva sempre – e che mi faceva piacere saperli tutti e cinque insieme.

CORSO DI POESIA INTEGRATA Le parole che trasformano

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[Ricevo e pubblico volentieri questa iniziativa di Biagio Cepollaro]

Il processo creativo come tale affonda le sue radici nelle potenzialità
vitali di una persona.
Attraverso lezioni individuali si affronteranno i temi della scrittura poetica
 non solo dal punto di vista retorico-stilistico ma anche come processo
creativo da esplorare.
 
Il Corso di Poesia Integrata,‘Le parole che trasformano’, prevede un lavoro a monte dell’atto di scrittura: l’approssimarsi al luogo dove la parola poetica si forma,convogliando immagine, suono e senso per lasciarli emergere da un fitto tessuto di relazioni.

Tre topografie

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Roberto Cavallera è nato a Saluzzo (Cuneo) nel 1968, si occupa di arte contemporanea e cura i blog compostxt.blogspot.com e prosthesis.wordpress.com

di Roberto Cavallera

eritiamor

conservati in codici, informazioni, sull’una cosa, sull’altra, filata di quella buona, pagina per pagina, maneggiate a lungo
fatte scattare su sistemi, insiemi
a minuti a strati. lisci sulla parte inferiore (aggiunti a goccia che e
circa un guardare enorme (tutto nell’altra mano lades

conservati dentro: via, rimasti nella parte, contenuti, contenuti
presi dalla scatola con una certa innocenza. come da un fondo pieno di delicatezze (probabilmente sapeva dove erano state fatte, dice, le dice, abbiamo avuto tutti un’occasione
si stende temporaneamente su un fianco, dice a usare, no, trovare la spiegazione, spiegato meglio

♫ dei poeti le voci [2]: VIOLA AMARELLI

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Ballate senza tempo

1660 a.C. circa – eruzione del Vesuvio detta delle “pomici di Avellino

Fuggimmo, il cielo s’era fatto
basso, umido il vento
fuggimmo quando l’odore della sera
venne marcio
l’ammasso in volo di zanzare.
In fretta, tagliando i rovi,
battendo il sottobosco,
avanti con le falci e i bastoni
correvano pure gli animali
al fiume, al fiume, tra le grida
puro terrore quando assordò il boato
cupo senza fine
gettammo i bambini lungo il greto.
Esplose, queste tibie
e questo fango.

nota: datazione geologica della più devastante
eruzione europea degli ultimi quattromila anni

La vittima, la memoria, l’oblio

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di Christian Raimo

Nello spento dibattito politico italiano, ossia in quel palcoscenico sfasciato che può venir occupato per giorni da un dito medio di Bossi, da una caduta dal gommone di D’Alema o dagli apprezzamenti di Berlusconi per una schermidora olimpica, c’è forse un tema meno farsesco che ha carsicamente attraversato gli ultimi mesi, ed è quello della memoria.

 

Da Veltroni che quest’estate ne ha fatto una piccola apologia con una lettera aperta a “Repubblica” in coda alle geremiadi di Scalfari e Moretti sul disastro civile immanente, alla rivisitazione in chiave post-ideologica del fascismo da parte di La Russa e Alemanno, alle dimissioni conseguenti dello stesso Veltroni e di Amato (rispettivamente, dal comitato del museo della Shoah e dalla commissione interpolitica promossa da Alemanno), alla querelle Fini contro Azione Giovani, fino allo scontro tra Mario Calabresi, giornalista e figlio del commissario Luigi ammazzato nel maggio 1972, e Adriano Sofri, giornalista e detenuto da ormai dieci anni per quest’omicidio: si parla tanto di memoria, di memoria disprezzata, mancante, perduta, non condivisa.

R.V.P. (ricevo volentieri pubblico)

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Poesia
di
Franco Arminio

il nodo
l’unghia di vetro
il cane nero
la melma fossile
insomma la cosa
che di noi è più dentro
più nascosta
inarrivata
inarrivabile
la cosa che neppure dio vede
come la parete del cuore
che sfugge ai medici
come la neve che non cade
e non si scioglie
come se in tutto l’essere di ognuno
ci fosse sempre e solo
questa bufera invisibile
questo dolore immobile
caldaia
pozzo
labirinto di tubature
incendio che se vuole
può bruciare in un attimo
la paglia
della mente e del mondo
la paglia delle parole.

La salute è uguale per tutti

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Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per tutti i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile.
Non cancelliamo con un decreto un diritto costituzionale

…” chi di questi ti sembra stato il prossimo di colui che fu ferito dai briganti ?”
Quello rispose “chi ha avuto compassione e si è preso cura di lui”
ed Egli disse “va e fa anche tu lo stesso” (Vangelo secondo Luca)

Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP
( Federazione Italiana Medici Pediatri ) di Modena