Articolo precedente
Articolo successivo

L’ennesima rottura di coglioni (su scala mondiale)

ovvero come far fronte alla piaga Facebook

di Andrea Inglese

C’è già la rottura di palle delle finestre. Che non puoi più lasciarle aperte, manco per cinque minuti, che ti ritrovi un vescovo in casa. Sono abilissimi, nonostante la faccia raggrinzita, il corpo mummificato, e il tonacone abbottonato, inforcano facilmente il davanzale, e hop! sono dentro casa a ravanare tra le tue cose. E un vescovo mica lo puoi cacciare via in malo modo, come fosse un rumeno qualsiasi o un ladro. Lo devi accompagnare alla porta con i sacri crismi. Ora ci si è messo pure Facebook, questa irresistibile catena di Sant’Antonio, che si sta espandendo a macchia d’olio per il pianeta, sorta di vorace tamagotchi, che dobbiamo costantemente nutrire, inchiodati a una manutenzione giornaliera di diverse ore… Che uno crede sia un modo per procacciarsi rapporti sessuali protetti a gratis e in tempi brevi. E non è vero niente, anche mettendo foto false, di divi dal pettorale bombato, o riempiendosi il costume di tovaglioli arrotolati.

Oppure uno s’illude di sistemarsi finalmente col metodo prestiti, grazie a quest’orgia di amicizia che lo sommerge di colpo. Il calcolo è facile, chiedendo un cinquanta euro ad amico, con soli 400 amici – una cifra da asociali (su Fb, il tipo più sfigato ha almeno oltrepassato il migliaio di contatti) – te ne fai 20.000 di euri. Poi mandi un poke a tutti quanti e parti per le Azzorre. Il problema è che nessuno caccia niente, ma tutti invitano tutti a tutto. Se non hai un cazzo da fare nella vita, con Facebook ti si riempie il mese che è una meraviglia. Non ti rimane neppure il tempo per andare al cesso. Ci sono inviti sempre, ad ogni ora, che l’Italia intera non sembrerebbe neanche quel paese che ha particolarmente in odio la cultura, ogni forma di attività intellettuale, di ricerca, artistica o letteraria. Dal numero di inviti relativi agli eventi culturali, non hai neppure più l’impressione che l’Italia consideri l’alfabetizzazione come una delle grandi sciagure della storia dell’umanità

Ma una volta che hai scoperto che non ti puoi arricchire sessualmente né finanziariamente con Facebook, il danno è già fatto, e può essere già troppo tardi.

Non c’è nessun motivo per essere paranoici in generale, tanto meno in Italia, contando che ora anche Licio Gelli ha avuto una sua occasione per spiegarsi limpidamente davanti al paese, e che in fondo questo clima tanto esecrato da alcuni ricorda solo certe vivaci atmosfere da Mississipi primi decenni del Novecento, dove l’impiccagione fai-da-te mobilitava anche venditori di zucchero filato e lustrascarpe. È pur vero che ogni tanto qualche allarmista fa circolare leggende metropolitane ansiogene. Sarebbero ormai centinaia i casi di responsabili delle Risorse Umane che sorprendono su Facebbok un aspirante impiegato che si fa fotografare, vestito con mantellina rossa, a letto con il proprio cane lupo, in cuffietta e camicia da notte.

Senza soccombere a cautele eccessive, è bene allora tenere presente almeno queste minime regole di prudenza:

1) Scegliere proprie foto, scattate durante funerali, con aria contrita e postura psico-rigida, in modo tale, però, che non compaiano sullo sfondo né cimiteri né casse da morto né tanto meno cadaveri riversi.

2) Se si sta cercando lavoro, è utile farsi fotografare alla scrivania con plichi di fantomatici dossier da copiare a mano e in bella calligrafia su registri rilegati in pelle.

3) Se si vuole utilizzare una sensibilità politica di prevenzione, è bene farsi fotografare durante manifestazioni di Forza Nuova o dando le spalle a delle ronde padane, cercando in entrambi i casi di mostrare partecipazione ed entusiasmo.

4) Utilissime tutte le foto di genuflessione in ambiente ecclesiastico.

5) Non tralasciare, in ogni caso, almeno una foto abbracciati al ristoratore Cicciu ‘u Surdu del ristorante “Sgarràri” di Corleone.

Quanto alle informazioni richieste nel profilo, evitare di compilarle in modo da facilitare il lavoro della polizia segreta, in previsioni di eventuali visite alle cinque di mattina. Evitare lemmi quali: “anarco-insurrezionalista”, “molto più a sinistra di Ferrero”, ma anche i più apparentemente schivi: “agnostico” e “poco incline al nazi-fascismo”. Meglio scegliere una linea chiara e giovanile: “Neo-catecumenale”, “ratzingheriano della prima ora”, “telecomandato dalla CEI” e, quanto a inclinazioni politiche, “simpatizzante dell’Ancien Régime”, “negazionista senza se e senza ma”, “favorevole alla liberalizzazione del lavoro minorile”. Anche il più schivo “Mi faccio sempre i fatti miei finché non si tratta di vagabondi e marocchini”, può essere apprezzato.

Cercate comunque di essere un po’ originali e rivendicate una vostra autonomia: piuttosto che diventare tutti fan dello stalliere Mangano, di Mussolini o Hitler, aderite ai fan club di Salazar, Amin Dada o Pio XII.

Quanto alle famose frasette da inserire giornalmente, seguite anche in questo caso le infallibili leggi del buon senso. State cercando di essere assunti da Lufthansa, scrivete questa massima: “Col cazzo che vado a scopare con mia moglie, in questo pomeriggio senza impegni! Me ne sto chiuso in bagno a imparare a memoria l’Orario Mondiale degli Aeroporti.” Per gli infermieri precari, sono consigliabili frasi amene di questo tipo: “Oggi è il terzo clandestino che spedisco in questura”. Ma vi sono anche massime buone per tutte le situazioni: “Lavorare malpagato è la cosa che amo di più al mondo”, “Leccare il culo, non mi ha mai spaventato”, “Il sesso prematrimoniale non riesco neppure a visualizzarmelo”.

Insomma, poiché di Facebook non si può più fare a meno, come dell’energia elettrica e della liposuzione, è importante imparare ad usarlo correttamente. Facebook, come la bomba atomica o la tortura, è solo un mezzo: ciò che importa è come lo si usa.

Print Friendly, PDF & Email

38 Commenti

  1. bellissimo pezzo, Inglès. Si potrebbe solo osservare che adesso il negazionismo non è più tanto à la page, perfino i benpensanti lo condannano, almeno di nome.

  2. credo che esista ancora la scelta,anche davanti a faceintoabook,facce da libro.Il ritratto dell’umanità che ne viene fuori, a parte alcuni casi, è di una voglia matta di mostrare chiappe e annessi,cioè di mettersi in fuga da tutto quello che durante il giorno ti si precipita addosso, dall’alto,scie di robaccia che è meglio non ricordare cosa contiene,altrimenti ci sentiremmo già all’ultima fase di un matrix senza ritorno, all’acqua e dunque al cibo di cui non ci nutriamo visto che bisogna stare a dieta. E meno male, visto anche lì le lordure che combinano.Il ricordo della mucca pazza, dei polli influenzati, i suini appestati e i pesci con la diarrea che si nutrono di quel plancton fruttato al gusto di discarica di tutto il globo e …Insomma un bel fratricido,no? Su facebook, se solo si volesse invertire la marcia, ci si potrebbe davvero tutti incazzare contro il sistema e rivoltarglisi contro;il metodo è usare i loro stessi mezzi e riconficcarglieli addosso,buc dopo buc.f

  3. ;-))) questa pagina fa ridere proprio di gusto ;-)))
    sarà che sono rimasta l’unica al mondo a non avere (o essere su) facebook….cavolo, però mi toglie l’ultima illusione di poter “acchiappare” (un uomo o un lavoro decente) almeno lì ;-)))

  4. Una sesta regola di prudenza, a imperitura memoria, potrebbe essere quella di redigere, alla presenza di un notaio, una sorta di testamento anagrafico in cui il soggetto dichiara che mai e poi mai facebook dovrà impadronirsi delle sue spoglie anagrafiche, sotto qualsiasi forma e in qualsiasi modo.
    Io che ero orgoglioso di non esser-ci, m’è capitato di scoprire tre o quattro mie omonimi con la loro bella faccetta sorridente affacciarsi dalla finestra infernale. E adesso vallo a dire che io NON sono su fb!
    PS.: Cmq, se uno deve scappare, c’è di meglio delle Azzorre

  5. Oddio chi cazzo me l’ha fatto fare famme sfogà mo’ posto un pezzo su NI.
    Mi sembra una faccenda simile.
    Resistere, resistere, resistere. Sottrarsi alle spire tecnologiche, ogni tanto, e andarsi a fare una passeggiata sui monti o sul lungomare.
    Assente da feisbuc n.2

  6. <<Che uno crede sia un modo per procacciarsi rapporti <<sessuali protetti a gratis e in tempi brevi. E non è vero <<niente, anche mettendo foto false, di divi dal pettorale <<bombato, o riempiendosi il costume di tovaglioli arrotolati.

    Ho riso molto ma la realtà è questa. Conosco poi delle tipe antipaticissime che sono state capaci di mettere su delle performance di insulto reale (corrente di arte popolare digitale) durate anche 1 ora nelle bacheche (lette in diretta da centinaia, migliaia di utenti) dal maniaco virtuale di turno che aveva avuto il solo torto di inviare in privato inviti a gruppi tipo “ti abbassi le mutandine etc etc etc”.

    Odiose.

    Il lato democratico della faccenda c’è, c’è sempre. Gli insulti, mi dicono le fonti, sono stati equamente distribuiti tra metalmeccanici, manager e pubblicitari famosi che sembra siano in fuga da Fb proprio per questa strana malattia che sembra si va diffondendo molto tra le femmine umane, sempre più rissose, burbere, brusche, e sempre meno propense a sentirsi preda virtuale o reale, e sempre più felici di sentirsi libere basta.

    Basta proprio un niente a inzaccherarti la vita su Fb, basta toccare quell’entità sempre più etera che è la nostra (loro) immagine. E questo, un manager, almeno in pubblico e su Fb, non se lo può proprio permettere.

    :)

  7. io mi chiedo invece cosa ne sarà di queto universo parallelo quando i terabite di contenuti azioni, gusti, opinioni e personalaità realio o inventatte, quando questo enorme caderone di storie si annullerà, dissolto da un crash di un semplice hard disk. O quando come tutte le cose umane e finite Zuckenberg et altri avranno fatto il loro tempo e facebook inc chiuderà i battenti. che fine farà questo mondo?

  8. no comunque guarda io devo dirti che facebook non è male, anche perché ho conosciute molte persone interessanti e anche qualche ragazza. vabbè io sono un bel ragazzo quindi è diverso però…

  9. io, dopo varie insistenze di amici asinari asinisti attivisti,
    ho iscritto il mio asino con la sua foto, e mi sono arrivate richieste di amicizie da palestrati strampalati sciroccati e umanità varia e improbabile, che continuo a rifiutare
    ma la gente non c’ha niente da fà?

  10. Ho sentito parlare di questo facebook. Ma che cos’è un libro a forma di faccia? Mah, vaglielo a spiegare te ad un vecchio contadino che cos’è il
    face-book. Ti risponderà: Non lo so. Io vado a letto presto la sera.

  11. se volevi fare satira bastava pubblicare una di quelle tue belle foto con copricapo da sovietico redivivo con le quali ci hai trastullato per mesi … c’è gente che usa FB per trasmettere cultura e chi semplicemente lo fa per adorarsi, incensarsi e farsi baciare le mani…anche se non si chiama Cicciu, o figlio di Cicciu e neppure padrino di Cicciu.
    Avresti potuto scrivere un pezzo andando “contro-corrente” magari, stupendoci con la tua capacità di cogliere quanto può esserci anche di positivo in tutto questo aprirsi e chiudersi di “finestre”, visto che comunque persone della tua statura, levatura e spessore continuano a farne uso.
    Comunque questa sudata che hai fatto ti ha sicuramente disintossicato dalle tossine accumulate su FB, peccato che nell’aria ne rimanga ancora l’odore acre…

  12. Sono una donna.
    di sinistra, agnostica
    sangue misto tra le regioni più nordiche e le più mediterranee d’italia.

    Insomma, cataclisma.

    Quindi è bello sorridere su un pezzo che ci rispecchia fedele (si riderà meno quando sorgerà il dubbio che sia uno specchio appunto, e non una distorsione grottesca).

    @ sparz
    la condanna del negazionismo è un segnale di minima coscienza civile; credo purtroppo però che spesso non sia neppure riconosciuto come tale.

  13. Trovo il pezzo una sciocchezza. Facebook è solo uno dei tanti mezzi che ci offre il progresso (ma vi ricordate cosa diceva vostro nonno del telefono che aveva visto solo in tarda età). Meno snobbismo, più capacità di capire il nuovo, usarlo in modo positivo. E poi se a uno piace perdere tempo, ritrovare i compagni di liceo o, magari, cercare un’anima gemella che male c’è?

  14. a Chi è Cicciu
    “Comunque questa sudata che hai fatto ti ha sicuramente disintossicato dalle tossine accumulate su FB”
    Non vorrei deluderti, ma non accomulato quasi nessun tossina su FB;
    le tossine accumulate sono ben altre, e riguardano più il paese reale che quello virtuale

    a Luigi
    “Facebook è solo uno dei tanti mezzi che ci offre il progresso”
    Adoro questa frase, questa tipologia di frase, anzi. E’ pensando ad essa, che ho scritto la frase finale: “Facebook, come la bomba atomica o la tortura, è solo un mezzo: ciò che importa è come lo si usa.”
    Queste frasi infondono grande sicurezza. E sono un po’ frasi passe-partout.

  15. non mi deludi affatto, mi ricordi Masini a dire il vero … grande Masini… lui cantando e tu … cmq apprezzo la tua eleganza “inglese” nel dir le cose e l’acre può essere piacevole dopo certe sudate…

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Wirz

di Maria La Tela
Quando fu il nostro turno ci alzammo da terra. Eravamo rimasti seduti a guardare le ragazze che ballavano con le magliette arrotolate sotto l’elastico del reggiseno per scoprire l’ombelico.

Le precarie e i precari dell’università in piazza il 29 novembre

Comunicato stampa 29 Novembre Contro tagli e precarietà, blocchiamo l'Università! – L'Assemblea Precaria Universitaria di Pisa scende in piazza contro...

“Tales from the Loop”: una tragedia non riconosciuta

di Lorenzo Graziani
Qualsiasi sia la piattaforma, la regola aurea che orienta la scelta è sempre la stessa: se sei in dubbio, scegli fantascienza. Non è infallibile, ma sicuramente rodata: mi conosco abbastanza bene da sapere che preferisco un mediocre show di fantascienza a un mediocre show di qualsiasi altro tipo.

“Sì”#3 Lettura a più voci

di Laura Di Corcia
È un libro, in fondo, sul desiderio; un libro che pare costituito da risposte, più che da domande. Un libro di esercizi di centratura. Ma anche un libro che mira a un’ecologia della mente e della scrittura "Sì" di Alessandro Broggi...

Da “80 fiori”

di Louis Zukofsky
Traduzione di Rita Florit. Prima traduzione italiana del più "teorico" degli oggettivisti americani.

“Si”#2 Lettura a più voci

di Renata Morresi
Un'altra voce, un'altra lettura del lavoro di Alessandro Broggi, a partire da "Sì"
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: