di Piero Vereni
[riprendo questo scritto in due parti dal blog di Piero Vereni, che ringrazio. a.r.]
1. Language is a virus
Premessa-Disclaimer: Non ce l’ho con Daniele Salvini, giornalista e film-maker che non conosco e che quindi rispetto di default. Anzi, i video che ho visto di lui mi sembrano interessanti e si accavallano per tanti aspetti al mio lavoro di antropologo delle identità. Ma le cose che lui dice e che commento in questo post potrebbe averle dette chiunque, le dico anch’io in altre forme (vedi il titolo del post). E comunque, non intendo “criticare” quel che dice Salvini, semmai iniziare a riflettere grazie allo spunto delle sue riflessioni (Fine del disclaimer).
Nell’ultimo numero di Nòva24, il bellissimo inserto del giovedì del Sole24ore, Daniele Salvini scrive un pezzo, a pagina 6, titolato (lo so, non è opera sua, i titolatori sono una professione a sé nel mondo del giornalismo) “Comunità aperta (ma non per tutti)”. Si parla del ventennale di Sdf (Super dimensional fortress).








di Davide Vargas