di Gianni Biondillo
È da sempre una (doverosa) ossessione filosofica dover cercare l’essenza di ogni cosa del creato. Ma è innegabile che l’ontologia sia una disciplina che molto ha caratterizzato il Novecento. Roman Ingarden, ad esempio, ne L’opera musicale e il problema della sua identità si chiedeva: dove sta l’opera musicale? L’esecuzione influisce sull’autonomia dell’opera? La musica, asseriva il fenomenologo polacco, ammette l’unicità dell’opera anche nella molteplicità delle esecuzioni perché la sua essenza stava, in soldoni, nello spartito musicale. Cosa dire allora di tutta la musica improvvisata (jazz, rock, ma anche classica), mai scritta su carta, e, per definizione, irripetibile, o sulla musica concreta impossibile da annotare sul pentagramma?



La sveglia è alle cinque e mezzo. L’incontro alle ore sei in corso Belgio novanta. In corso Belgio novanta per Torino 2006. La torcia non si deve spegnere nemmeno sotto pioggia, neve e vento fino a 120 km/h e il fuoco che sprigiona non deve superare i 10 cm d’altezza con un’autonomia di 15 minuti. Alta 765 mm, 108 mm di diametro e 1,850 kg di peso, è prodotta in 12.000 esemplari numerati. Mitico!! Furlen tedoforo!