Una lettura integrale che è anche una performance vocale, un`atletica staffetta che per sei ore, senza interruzione, racconta un libro.
Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 novembre su Radio3, in diretta dagli studi di Via Asiago di Roma, Romolo Bugaro, in compagnia di scrittori e amici di passaggio legge integralmente il suo ultimo romanzo: Dalla parte del fuoco.
Un romanzo nel quale si alternano i sentimenti e la cronaca sullo sfondo di una città sconvolta dagli scontri tra polizia e no global.
Romolo Bugaro sarà negli studi di Via Asiago a dare voce al suo romanzo dalla mezzanotte di sabato 29 alle 6 di mattina di domenica 30 novembre. Con lui, a leggere in staffetta, tutto in una notte, alcuni suoi amici scrittori: Roberto Ferrucci, Marco Franzoso e Tiziano Scarpa.
Oltre a queste voci, nella lunga maratona notturna, risuoneranno le musiche scelte da Romolo Bugaro per accompagnare il suo romanzo e ospiti notturni di passaggio o collegati al telefono.

L’articolo sfogo sulla Resistenza nel mondo dei libri che ho scritto qualche giorno fa ha generato un cumulo di reazioni, molte assolutamente adesive, altre assolutamente offese. Persone a cui voglio bene mi hanno tolto il saluto. La colpa è stata in gran parte mia che ho sparato alzo zero, sapendo di insolentire alcuni. Ma la mia idea utopistica era che, scagliando in maniera violenta e sintetica queste affermazioni, si potesse trovare una tensione fruttifera, una dialettica non falsa di scontro. Per questo, ma non solo per questo (anche e soprattutto per rendere quella che può essere sembrata una polemica personale una prospettiva di dibattito), provo a contestualizzare, a correggere, e ad ampliare alcune questioni.
Al dibattito sulla strage di Nassiriya a mio avviso manca un tassello importante, che stranamente nessuno ha voglia di piazzare. Molto è stato scritto – forse a cuor troppo leggero, stabilendo nessi avventati – sulle truppe coloniali italiane, sui carabinieri protagonisti prima dell’orrido episodio della caserma Bolzaneto e poi dell’occupazione in Irak, e via così.
Esistono quattro categorie di pubblicitari:



Si fa presto a dire che non è come per le Torri Gemelle, che questo attentato ha avuto luogo sul territorio iracheno, mentre quell’altro nel cuore di una New York pacifica ed operosa, che i morti sono stati venti e non più di duemila, che erano soldati e non civili. Queste considerazioni vengono meno tuttavia, quando si constata l’apparenza che le immagini televisive ci rimandano: un buco c’è stato, un cratere piuttosto vasto intorno al quale le costruzioni sventrate non consentivano allo sguardo di divagare verso nessuna direzione immaginaria. La domanda più propria diventa pertanto: cosa fa l’Italia quando entra in contatto col Reale, quando cade il suo velo immaginario?
