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Anna Giuba

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Discanto della madre

di Rossana Valle
Era già il passato remoto, già in quell'istante le parole non esistevano, si rivelavano cruda e insipida nullità. Guido si accasciò sulla sedia sfinito, disse Basta agli infermieri e agli oss che invadevano la stanza...

La conversazione: Rossana Valle ( fu Anna Giuba )

a cura di effeffe         Farsi un nome. Anna Giuba e Rossana Valle. Sorelle, amiche, separate dalla nascita, due nomi distinti di natura indistinta? Chi sono?  Uno pseudonimo è una semplice maschera bianca e teatrale che s'indossa per essere liberi. Si può essere chiunque, qualunque personaggio. Anna per Anna Magnani e Giuba perché erano le sigarette di Montale. L'ho deciso nel 2009, all'uscita del primo romanzo, "Lettera scritta dagli occhi". Ero libera e...

In nomine Patris

di Anna Giuba 21 maggio, casa di Giovanna e papà, ore 15,30   -        Dài, su, vedrai che passeremo ancora dei bei momenti insieme… - dice stringendomi la mano. No, papà, non ci sarà più nessun momento bello insieme. Tu non lo sai, ma una rondine ha fatto il nido nel tuo cranio e fa pure i piccoli, questa rondine testarda. Siedi sul divano del salotto e mi guardi con un sorriso. Tu...

Vesti la Giuba

  di Francesco Forlani La ganga dei poeti si premia e incensa sui giornali manifestamente di sinistra. Che poi tutti sanno che la poesia non è una cosa di sinistra, come la musica e la pittura del resto. Al massimo si potrà dire di tali opere che sono sinistre anche se premiate e incensate sui giornali manifestamente di sinistra. La poesia o è nuda o non è. Altrimenti è atteggiata, tronfia, saccente,...

La convalescenza

Anna Giuba Un libro non è un libro. È un attentato al dolore, magia oscura, frammento di universo. È pulsazione di stella morta che ancora ha luce. È un pezzo di vita spezzato come uno spaghetto. Un libro salva la vita, a volte. Per me fu Steinbeck, L’inverno del nostro scontento. Stava nella mia libreria dall’anno in cui ero nata, apparteneva a mio padre. Fu mia madre a portarmelo, afferrato a...

I poeti appartati: Anna Giuba

    Tre poesie di Anna Giuba     Ciclostile Il vecchio feto rannicchiato nel cofano rosso di una renault 4, innescava riflessi condizionati, compromessi di coscienze annacquate dal terrore. Al funerale, Giulio arricciava la lingua sull’ostia consacrata, umida di saliva ministeriale. E sfilavano le facce bianche e nere di una democrazia crocifissa a se stessa, testimone di una storia di lutto e lotta. Alla tavola di famiglia, telecamere accese in via Caetani, tua figlia non mangiava, nascondeva la cotoletta sotto il piatto. Tu non sapevi, padre, non potevi capire che tua figlia...

Les nouveaux réalistes: Anna Giuba

  I contendenti di Anna Giuba Era cominciato con un odore di mentuccia, un odore intenso, che ricordava quello della presenza improvvisa di certi santi. Un odore fresco che sfumava in una nuvola esangue e lieve e che faceva dilatare le narici. Aveva cominciato a volare leggero come l'aria di primavera sulla città, all'ora di cena, quando s'intuiva la vita che si snodava come un gomitolo dietro le finestre accese. I nodi della...

les nouveaux réalistes: Anna Giuba

Untitled n.1 di Anna Giuba - Guarda che c’è ancora roba tua, nel mio armadio. – ha detto Franco. - Sto impazzendo. È doloroso. Smettila di dirmi cosa devo fare. Se anche ci metto un giorno in più, non ha nessuna importanza. Nessuno mi corre dietro. – ho risposto. Infilavo le cose negli scatoloni quasi a casaccio. Maglioni e documenti e carte e cappotti leggeri e pesanti. Negli armadi e nei cassetti c’era un...

les nouveaux réalistes: Anna Giuba

il corpo sommerso e la lingua salvata di Anna Giuba L'opaca impenetrabilità del corpo che noi avvertiamo e viviamo come la resistenza delle cose è, dunque, la precategorialità di cui parla Husserl, per il quale il corpo si dà come materia (impenetrabile, opaco, passivo) ma proprio nel suo essere tale è contemporaneamente una modalità del corpo-proprio di esperire la materia in me c’è dunque un'enigmatica qualità per cui la materia, costitutiva...

L’être dal carcere

di Anna Giuba T., 6 febbraio 2013 Ciao amore mio, che disperazione venire a trovarti e saperti lì dentro. L'avevi descritto bene, il carcere. Ho fatto due ore di treno, poi mezz'ora di pullman e sono scesa sulla statale deserta, accanto alla tangenziale dove passano i tir. Che squallore, vedere scritto il nome della fermata alla pensilina dell'autobus, carceri. È un nome duro da sopportare e da mandare giù. Quello che mi ha colpita di...

Trains de vie : Anna Giuba

La stazione di Anna Giuba - Questa mattina ho litigato con Carlo, a colazione. Mi dispiace. Avevo torto marcio, e non me ne rendevo conto. Chissà quanto c'è stato male, lui. Sono uscita di casa senza neanche dargli un bacio... Attraverso la strada. Tengo in braccio Angiolina. Ha un vestito verdino come il mio. Dio, che caldo. Logico, la nonna ci ha fatto due vestiti uguali, della stessa stoffa. Madreefiglia. Il cielo si...

Slotta Continua

L'estratto che propongo fa parte di un'opera davvero unica. Ecco perché questa mia nota vorrei che fosse percepita come un appello agli editori. Per contattare l'autrice basterà scrivermi a quest'indirizzo communistedandy@gmail.com Astenersi perditempo e giocatori d'azzardo. effeffe Italiaswing di Anna Giuba Com’è cominciata la cattiva strada. Mumblemumble, oggi che mi sento carica come un ovetto kinder salta fuori tutta la gran cambogia del mio presente. Il futuro, non oso neppure immaginarlo, e il passato,...
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