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Nuovo inizio

di Gianluca D'Andrea
Nella capsula, l’aria viziata non era ancora stata incanalata nel tubo di espulsione. Guardavo in apprensione eppure con distacco l’acqua intoccabile dopo che l’ultimo strato si era dissolto. Fuori dalla piccola sfera non avrei sopportato l’aria se non per qualche ora.

Nella spirale

di Gianluca D'Andrea da Primavera   CLIMAX Climax, umore del corpo, periodo climatico. Che è sempre e porta in sé il rischio e il timore della fine. Come l’islandese di Leopardi, definitivamente dilaniato dai leoni o “monumentalizzato” nella stoltezza di base che guida il suo ragionamento (un rimpianto nostalgico che non si rassegna, nonostante ne abbia consapevolizzato l’assunto, all’assenza di un fondamento e, quindi, di un soggetto), ancora l’uomo dell’oggi insiste nel...

Cammino nella metà della luce

di Gianluca D'Andrea I. Risveglio   Dentro la storia dei bulbi noi andammo e volevamo alzarci e andare liberi tra gli stracci arborei e le tundre, tra le entità astratte e le belve, nel fulgore delle selve, negli anditi tra i bagolari e le curve dei sassi. Perché il mondo è un astro astratto dondolante e attraversare le sue linee cunicolari fu scelto nottetempo da un convoglio sintetico riunito su ceppi ramati....

Conversazione con Gianluca D’Andrea su “Forme del tempo”

a cura di Gianluca Garrapa Gianluca Garrapa: È uno spazio-tempo desiderante questo lavoro di Gianluca D’Andrea: Forme del tempo - (Letture 2016-2018), edito da Arcipelago Itaca nel 2019 nella Collana Sorgiva, non sembra avere una forma maggioritaria, né una cronologia che imponga una lettura lineare. Si apre con l’emergenza di una frattura, di una ferita: questa è descrittura degli stati transitori. Stati che sono anche Stati politici, ostinati nella stasi...

Note su L’indifferenza naturale di Italo Testa

di Gianluca D'Andrea Lo sguardo è lenta costruzione la mente rumina le cose le afferma per sottrazione L’indifferenza naturale   L’ultimo libro di Italo Testa sembra attraversato da una carica metafisica che fa leva sulla sospensione. La parola si fa basilare, tocca il basso e l’umido di una terra di passaggio che solo in lontananza sembra fare risuonare paesaggi realmente attraversati dall’autore. Sicuramente balugina una necessità di rinascita ma essenziale, appunto, o “naturale” come l’in-differenza...

Transito all’ombra

di Gianluca D'Andrea La storia, i ricordi III. Il pettirosso e il piccione spartivano i quadrati di spazio nel cortile. Il cibo sono le tovaglie scosse, l’aria riposta e tutte quelle briciole che volano, mentre un tanfo da sud mi ricorda la strada dei rifiuti, il loro essere raccolti in sacchi, incubati, prodotti, mai smaltiti. Dal mare, poi, la brezza arriva dolce, sul viso la carezza si trasforma, da dietro, come un impaccio, colpiva il libeccio e il respiro, diventando lezzo, poteva adesso riportare il...

da “La storia, i ricordi”

di Gianluca D'Andrea Trasposizione (o l'identità del poeta)  Il fatto di essere non sussiste esiste l’essere come un fatto del sentire. Allora io sarà il nucleo per cui posso essere me stesso, non il triciclo abbandonato in strada accanto ai bidoni ustionati. Mia figlia pedala. Io è le mutande del ragazzo al semaforo che vende accendini. Dopo un giorno di lavoro brucio i fazzoletti abusivi e raccolgo parole da uno schermo, ustionato da tutti i contatti.     L'identità (o trasposizione del poeta)  Sentiva di spostarsi e...

Ecosistemi

di Gianluca D'Andrea Imbrattamento Sporcare per dare un ordine al caos è già paradosso, sgorgare per dare senso a una vita in comune non è un dilemma. Sul versante della dissacrazione l’azione non è riuscita, più sobria sarebbe la candida espressione del tutto si muove come l’autore vuole o toccare altri tasti, da questo («questo» all’infinito) l’errore. La finzione è già del bambino che gioca e attraversa il suo tempo. Il fatto poi che un’idea debba violentare la primigenia carenza è il modo di...
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