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Il punto vulnerabile

di Nikos Kachtitsis Non voglio l’eternità, ho solo chiesto tempo Demetrios Capetanakis La pianta del loto e il loto Tu sei la pianta mistica che mi ha condotto fin qui nel mezzo del crudele febbraio. La pianta che mi ha nutrito con il suo latte innocente l’anno scorso. Tu sei la pianta del loto e io sono il loto che matura lentamente ma una volta maturo muore di disgusto. Qui giace Mi guardo attorno come se fossi appena tornato da un funerale con il fazzoletto impregnato di profumi acri. Non seppelliscono i loro...

Postaccio come Rio Lobo

La poesia che segue, a lungo meditata, dopo la visione del film capolavoro, credo possa accreditarsi non solo come poesia ma anche come prosa. Basta non andare daccapo. La dedico a Franz e Gianz. effeffe Perché John Wayne non c'ha la pensione e manco il mutuo John Wayne si scola il whisky nel saloon pure tarocco Non c'ha mica il letto John Wayne dorme vicino al cactus John Wayne sferra cazzotti meglio di Clemente...

Le ragioni del ritorno

Eraldo Affinati risponde a Massimo Rizzante Massimo Rizzante Comincerei da una delle tue ultime fatiche, Compagni segreti. Storie di viaggi, bombe e scrittori (Fandango, Roma 2006). Questo libro – anche se ha una parte letteraria dedicata agli scrittori che formano il tuo «museo immaginario» – assomiglia alle tue opere precedenti (spesso alla frontiera tra finzione e documento). Anche qui sei presente come autore e allo stesso tempo come protagonista. Da una...

La prima è venuta così in sonno, poi l’ho sistemata da sveglio. La terza e la quinta erano fatte così. La quarta era così....

di Adelelmo Ruggieri Scala Ormai quasi cieco la mia visione si fece crepuscolare, inevitabilmente. Stacchi di scuro dividevano i momenti della mia vita, ma l’ascoltavo meglio così la vita. Ero un carpentiere. Avevo costruito una scala, e mentre la costruivo la salivo. Ora stavo in cima mezzo cieco, ma un po’ ancora ci vedevo. Fu allora che iniziai a capire le cose tutte quante su di uno sfondo azzurro, e l’azzurrità proteggeva l’innocenza del bianco, elideva...

Questa è la mia mano

di Giuseppe Zucco Questa è la mia Mano. Pollice, indice, medio, anulare, mignolo: la mia Mano. La porto sempre con me. Dovunque vada, lei mi segue. Impossibile confonderla – o peggio, perderla. Tra di noi, c’è un contratto molto semplice. E questo ci lega, ci rende complici. Se io mi muovo, lei si muove con me. Siamo le due parti distinte di un unico applauso. È il suono della nostra...
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