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olocausto

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Leggere Reznikoff: tra oggettivismo e letteralità

di Andrea Inglese
Apparso sul n° 80 del "Verri", nella rubrica "scrittura di ricerca", questo saggio è dedicato a uno dei massimi poeti statunitensi del Novecento, un modernista che è ancora in grado di nutrire la nostra ricerca poetica nel XXI secolo.

“Non volevo servire i nazifascisti.”

di Orsola Puecher
E ora che tutti i protagonisti di queste vicende se ne sono andati, non resta che raccogliere indizi, rispolverare ricordi di racconti, cercare i documenti. L’ultimo ritrovamento della mia ricerca riguarda un tassello apparentemente secondario, ma non meno importante, la fuga in Svizzera di mio padre Virginio, la cui stessa vita, dopo la deportazione in Germania del notaio Puecher, era in pericolo.

MEMORIE DELL’OLOCAUSTO “Brundibár” 26 e 27 gennaio 2018 Pesaro/Fano


Conferenza con supporti multimediali
a cura di Orsola Puecher

PESARO 26 gennaio 2018 ore 17 BIBLIOTECA SAN GIOVANNI

FANO 27 gennaio 2018 ore 17 MEDIATECA MONTANARI

GERMAINE TILLION “Le Verfügbar aux Enfers” Ravensbrück [inverno 1944-1945]

di Orsola Puecher
Havas Non bisogna abituarsi. Abituarsi è accettare. Noi non accettiamo, noi subiamo...
Atto II da "Le Verfügbar aux Enfers", operetta comica scritta dall'etnologa Germaine Tillion nel terrore di Ravensbrück, perché "Si può ridere fino all'ultimo minuto... è un elemento rivivificante."

Le voci dell’Olocausto. L’opera estrema di Charles Reznikoff

A Roma, presso la Casa delle Traduzioni (via degli Avignonesi 32) giovedì 18 settembre, ore 17:15 – 18:30 Le voci dell’Olocausto. L’opera estrema di Charles Reznikoff Charles Reznikoff, Olocausto, traduzione di Andrea Raos, Benway Series, 2014 http://benwayseries.wordpress.com/2014/09/09/charles-reznikoff-olocausto-holocaust-benway-series-6/ Partendo dalla recentissima traduzione di Olocausto, l’ultimo straordinario testo pubblicato in vita dal poeta americano Charles Reznikoff (1975), l’incontro cercherà di mettere a fuoco le particolarità e le difficoltà dell’opera di trasposizione di fronte...

Le bleu du malheur


di Augusto Petruzzi

Surriscaldato da forze centrifughe, il ‘900 si torce al centro intorno ad una catastrofe, l’unica vera tragedia del nostro tempo.

“E se il mondo non imparerà la lezione che queste immagini insegnano, la notte tornerà a cadere.”

di Orsola Puecher
Ogni anno il 27 Gennaio Giorno della Memoria, volenti o nolenti, si presenta una motivazione forte e contingente per scrivere, documentare e ricordare agli smemorati e ai negazionisti di turno la Memoria dei Campi, titolo del documentario incompiuto sulla liberazione dei campi di concentramento nazisti...

MEMORIE DELL’OLOCAUSTO “… è una bellissima aurora!“

di Orsola Puecher
La testimonianza di queste ragazze degli anni quaranta con il loro diario, con tutto il senso e il valore, ora perduto, di segretezza e insieme di confidenza che aveva tenere un diario, penna e carta, ha, anche dal punto di vista letterario, un valore unico, proprio come cosa scritta per non essere letta.

MORATORIA SULLE ENORMITA’

dI Piergiorgio Paterlini Ma da quando tutte le opinioni sono rispettabili? Dopo l’evidenza, dopo l’errore e l’orrore, ci sono idee che il consesso civile mette fuorigioco per sempre. Con o senza scuse nei confronti delle vittime, ma fuori, senza ritorno. E che ci sia sempre qualche spiritosone che ci prova, non per questo si ricomincia tutto daccapo, e non ci si ritiene per questo meno democratici, anzi. Quando qualcuno se ne esce...

Palestinesi, un popolo di troppo – Intervista a Jeff Halper (2)

a cura di Lorenzo Galbiati - traduzione di Daniela Filippin Jeff Halper, ebreo israeliano di origine statunitense (è nato nel Minnesota nel 1946), è urbanista e antropologo, e insegna all’Università Ben Gurion del Negev. In Israele ha fondato nel 1997 l’ICAHD, Israeli Committee Against House Demolitions ( www.icahd.org ), associazione di persone che per vie legali e con la disobbedienza civile si oppongono alla demolizione delle case palestinesi, e...

“Gli alberi crescono, nuvole corrono, gli anni in fretta passano.” da Brundibár di Hans Krása

di Orsola Puecher “Abbiamo lasciato il campo cantando” Così scrive Etty Hillesum, “il cuore pulsante della baracca”, nella cartolina che lancia sui binari dal vagone piombato che da Westerbork la porta ad Auschwitz. Con quella sua speciale capacità, propria dei bambini e degli artisti, di trasformare dentro e fuori di sé il male in bene, la tenebra in luce.   Immagine della locandina originale con il bozzetto della scenografia di Frantisek Zelenka.   Questa è la storia...
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