di Orsola Puecher
a mio padre
I
A Roma, presso la Casa delle Traduzioni
(via degli Avignonesi 32)
giovedì 18 settembre, ore 17:15 – 18:30
Le voci dell’Olocausto. L’opera estrema di Charles Reznikoff
Charles Reznikoff, Olocausto, traduzione di Andrea Raos, Benway Series, 2014
http://benwayseries.wordpress.com/2014/09/09/charles-reznikoff-olocausto-holocaust-benway-series-6/
Partendo dalla recentissima traduzione di Olocausto, l’ultimo straordinario testo pubblicato in vita dal poeta americano Charles Reznikoff (1975), l’incontro cercherà di mettere a fuoco le particolarità e le difficoltà dell’opera di trasposizione di fronte a un tema così complesso e delicato come la Shoah e davanti a una lingua che assume tutta la responsabilità e, al tempo stesso, tutta la distanza necessaria per poterne rinnovare la memoria.… Leggi il resto »
dI Piergiorgio Paterlini
Ma da quando tutte le opinioni sono rispettabili?
Dopo l’evidenza, dopo l’errore e l’orrore, ci sono idee che il consesso civile mette fuorigioco per sempre. Con o senza scuse nei confronti delle vittime, ma fuori, senza ritorno. E che ci sia sempre qualche spiritosone che ci prova, non per questo si ricomincia tutto daccapo, e non ci si ritiene per questo meno democratici, anzi.… Leggi il resto »
[La prima parte di questa intervista è apparsa qui]
a cura di Lorenzo Galbiati – traduzione di Daniela Filippin
Jeff Halper, ebreo israeliano di origine statunitense (è nato nel Minnesota nel 1946), è urbanista e antropologo, e insegna all’Università Ben Gurion del Negev.… Leggi il resto »
di Orsola Puecher
“Abbiamo lasciato il campo cantando”
Così scrive Etty Hillesum, “il cuore pulsante della baracca”, nella cartolina che lancia sui binari dal vagone piombato che da Westerbork la porta ad Auschwitz. Con quella sua speciale capacità, propria dei bambini e degli artisti, di trasformare dentro e fuori di sé il male in bene, la tenebra in luce.… Leggi il resto »