Articolo precedente
Articolo successivo

Otto poesie

AnnaLambBocc.jpgdi Anna Lamberti Bocconi

Devi chiamarmi sempre
con la mitraglia a salve del telefono,
coi numeri fra le dita. Bisogna
che tu mi cerchi sempre
quando lavori e quando torni a casa
senza l’errore di pensarci sopra.
Sono la terra invasa
e come tale devi camminare
in lungo e in largo sulle mie campagne.
Fammi l’appello mentre
la superstrada corre lungo i prati
non ti chiedere mai dove mi trovo
tu, solo di’ il mio nome
sono presente in modo necessario;
mi comandò una nascita lontana
devi commemorarla
interrogami pure, sento il sangue
versato in tanti anni di miseria
butta il cappello in aria
fa’ luce nella notte degli schiavi
coi fari della macchina e con gli occhi.

____________________

Mi chiedevo di te. Se la tua luce
brillasse oscura come pietra-lava,
vetro di cattedrale nella notte
(quando la notte stessa ti conduce
tanto lontana da chi ti baciava).

Hai intonacato la mia cattedrale
con la pazienza di un monaco scalzo,
mi hai scalpellato come un manovale
(ma dopo l’ora è giunta con un balzo,
con un agguato ti ha portato via).

Mi domandavo se rimani mia
anche quando sei sola nella torre,
l’ultimo temporale sopra il lago
se lava via l’impronta del mio segno
(e speravo di no, che non facesse).

____________________

Ti paragono all’ombra delle piante
che non so neanche i nomi; ti somiglio
all’equiseto dalla larga foglia,
infiorescenza a ombrello. Sei inventata,
in questo gioco, in questo giorno, come
una quercia imperiale, carolingia
un pruno che si imprime sugli stemmi.

Ti paragono al sole sulle piante
che fa del bosco un Duomo trapuntato
pioggia di luce verde dappertutto
sui nostri volti attoniti e silvani,
luce che con gli zuccheri di linfa
mette in appretto gli abiti dei nani
li fa carini per andare a nozze.

Ti paragono all’acqua alle radici,
l’acqua la quale colma ogni coppella
diamantina e segreta. Vorrei bere,
o soltanto guardare. Vorrei avere
padronanza del mito che ti ha fatto,
corrente e ruscellante, per muschiarmi
le vene con il solo tuo pensiero.

Ti paragono a certe grandi piante
spoglie nell’invernale gelo nero
ghiacciate con i rami ai quattro venti
scheletrica distesa, quando passa
come una primavera di terrore
che in un momento ti schianta la scorza
e gemma tutto perché ti somiglio.

____________________

Un giorno, amore, sarà concesso al salmastro
di sprigionarsi filtrando senza vergogna.
Un astro seguirà basso la traiettoria
ricalcandomi il capo come un’aureola di terra.

Le mani crude mi gronderanno di verde e viola
e tu, mia arte, mia morte, starai alla fine delle rotaie,
dove le mandrie fuggite scampaneranno il loro alleluja
sull’alba, sul tramonto madido d’echi.

Il mondo avrà una conversione vegetale,
intriso d’acqua ogni muschio, ogni insalata,
e noi piano piano saremo frescura affondata
che stringe il latteo cristallo delle radici.

E tu che dici, che dici, bella, finché la luce
resiste bianca come venisse dal cielo
mentre da sotto si innalza la muta marea dell’amore
fatto marasma silente, onde, diamante di membra?

Ancora poco, ancora poco… Cediamo
alla meta vicina, al magma impastato d’argilla,
già pronta è l’impronta per te nel mio giacimento,
tempesta di smeraldi sulla tua lingua creatrice.

____________________

L’amore è finito.
Andò a morire sulle cicche degli ospiti,
risaltò sulla luna piena,
mi disse: “Crepa”.
L’amore intasato
che mi dava ematoma ad ogni vena –
si fermò a spolverare i mobili
fu persino elegante lungo gli angoli,
i fianchi del mio corpo e il mio sentire.
Lungo a morire, ma finì col fumo,
ondeggiando agli sbiascichi di luna,
con l’acqua che saliva sotto il molo.
L’amore preso a nolo e poi scaduto
senza capirci niente, reso indietro:
quello sempre saputo e mai creduto,
come la rinneganza di san Pietro,
che contestava al gallo quel mattino
di non averti ancora conosciuto.

____________________

L’energia si alimenta per ritenzione,
ma il mondo procede con dispersione di liquidi –
Coca Cola, torrenti, sperma,
i rivoli carsici che si interrano
il mondo cede sudando, piovendo,
è sangue permanente, olio di seme,
d’oliva, di macchina,
il mondo scivola sul petrolio,
è mare verde che affonda, inonda –
la Madonna, la gatta,
ogni femmina viva allatta la terra,
(io sto atterrita nel liquor
che scorre tenebroso nei canali linfatici
si perde dentro le ossa) –
il mondo sputa e sbava e beve
i distillati violenti, la bile,
il nero dal fegato, la grappa,
e ha fatto l’alcool dalle bucce dei frutti,
dal cuore dell’agave, le patate,
il grano, l’uva, le prugne,
il mais, la genziana, le spine,
quasi ogni foglia si è resa etilica–
il mondo secerne umori
oscuramente amniotico, minerale,
animale, vegetale, mucoso
(chiara d’uovo, benzina, acqua) –
non capisco se andremo
a fuoco o se annegheremo.

____________________

Se nella notte affumicata e nera
sorge improvvisamente una puttana
gloria di fine agosto in tangenziale

un camion che rallenta non fa male
e nonostante riprenda la corsa
come una giostra al bordo della fiera

lasciando sull’asfalto la straniera
forse qualcosa verso il cielo sale,
strano a pensarsi, è più di tenerezza

che di vergogna quel gesto bestiale
con cui lui si richiude la cerniera
e lei mette il cinquanta nella borsa.

____________________

Io vivrò sempre uguale.
Sarà un mio vanto, azzimato, azzurrato,
come la sigaretta di un signore.
Vivrò d’amore e di lacrime.
Sarò la persona straordinariamente
giovane, che sorprende gli antichi compagni
di liceo un giorno sul treno,
nel variare dei casi: “Ma tu…
ma tu non sei…?”. Sì, lo sono.
“Non sei cambiata per niente!”.
E sono infatti colei che non sente,
del passaggio del tempo, se non il graffio
costante, e quindi da sempre, e quindi
non invecchiante. In fin di
vita o appena nati, noi siamo
sempre uguali, malati
per gli occhi belli, oppure di acetone.
Rimarrò sempre uguale, sul portone
slogato, così aperto, sulla porta
del campo di pallone, all’oratorio,
sulla buca di topo, ghiro, gatto,
presso la mangiatoia e sul sentiero.
Dirò di no all’asilo, al cimitero.
Sempre uguale sarò: grazie, buon anno.

______________________________________________

Per inserire commenti, vai a Archivi per mese – novembre 2004.

Print Friendly, PDF & Email

51 Commenti

  1. Emh comincio la poesia e la vista che è il più bello dei sensi ecc ecc… prende il sopravvento sull’impaginazione, ehm ehm, proprio carina questa poetessa. Da notare la gonna nera e azzurra che si fonde col copriletto simboleggiando la fusione dell’io col cosmo cioè l’unità tra idea interna ed esterno, insomma la felicità assoluta e divina, come è chiaro anche dal suo sorriso e dalla corporalità pneumatica preraffaellita.
    Ecco ho cercato di apprezzare mantenedomi sul registro colto. Se la foto era una trappola di Scarpa ci sono cascato in pieno.

  2. A questa poetessa così carina, e dal tanto apprezzato – splendido – certosino, io approfitto, oggi, dopo quattordici anni, per dire un “grazie” lungo quasi tre lustri. Perché al talento di una giovanissima Anna Lamberti Bocconi io devo (e come me tanti altri) la canzone più bella di quello che a me continua a sembrare il nostro massimo cantautore, ossia Ivano Fossati. La canzone è “Confessione di Alonso Chisciano”, nell’album “Discanto” del ’90 (dove peraltro Anna lasciò un’altra perla, la poesia “Alla Luna” che divenne parte di “Lunario di Settembre”). Per secoli è stato difficile riuscire a far meglio di Cervantes. Lei ci è andata vicina..

  3. Sì insomma è la prima foto sexy di NI, bisognerà pure festeggiarla in qualche modo (non come pensi tu Gianni).
    Ed è la terza convergenza tra Ferrazzi e me dopo il gioco a somma zero e il pezzo sulle elezioni americane.
    Ora capisco cosa mi ricordavano quei versi, le canzoni di Fossati, è vero.

  4. Eh Manuela, il disegnino della gonna si emana sul copriletto, e cosa credi che si arrestì alle sponde del letto, no no, quello è l’azzurro del cielo, è un vortice che prenderà su tutto, fermerà le battaglie, farà governare l’america a un gatto certosino, farà scrivere un altro capitolo sulla bellezza a Hans Urs Von Balthasar, quella foto è un racconto che finisce con l’amore.
    Ho esagerato eh?

  5. “Il mare si pulirà.
    Lasciatelo alla sua notte…”
    da qui comincia una poesia di Anna (a chiusura di un suo libro). E’un incipit che mi torna sempre in mente.
    Anna ha scritto molte altre cose belle; sono contento che sia letta anche qui.

  6. Non avrei mai immaginato di leggere qui sopra commenti così ‘affettuosi’ :-D
    (e io fesso che m’ero limitato al gatto…)

  7. Da così poco riunito alla vita apro il sito come uscendo dall’oblò delle prenascite e per mera ventura mi trovo davanti alla gatta. Doppia per la verità. Moltiplicata senza ausilio di calici d’assenzio tagliati con laudano. Vi giuro. Insomma va sondata oltre la perizia calligrafica, odorata direi subito dopo la minzione. Verificato lo stato d’integrità fotogrammatica, sondato oltre la foresta di simboli, allusioni della premorte oltreorgasmica. Ho steso all’uopo un tappeto persiano dove insufflando oli d’oppio in nari medito sulla modernità, ossessione del doppio, della coppia. Ma vi tornerò di sovente nei prossimi dì con mente più distesa. Saprò dirvi di più. Forse incarnandomi in un altro davvero andrò a trovarla, le telefonerò per appountamento, busserò a citofono, la fermerò per strada, la sguscerò oltre i sigilli della lontananza delle foto imeneiche e forse degustandola ne valuterò equilibrio acido basico, conducibilità elettrica, compattezza.

  8. Veder apparire nuovi versi di un poeta che già conosci è davvero una meraviglia. Uno stupore maggiore della scoperta.
    Ancora se ne fanno di versi, dunque! E io? Chissà se anch’io potrò ricominciare.

    Che belle Anna, le ultime tre che già conoscevo, e le prime che forse avevo solo fuggevolmente sentito al telefono. Perché anche questo succede: che ci si leggano le poesie al telefono.
    Che meraviglia musicale. Che meraviglie musicabili (scusate: deformazione professionale!).

    E poi tanto dolore messo così in equilibrio, che non ti frana addosso ma che ti guarda dritto… e ora come si fa a tornare a lavorare?
    A me è la poesia che mi fotte…

    Alessio

  9. In effetti sono piuttosto perplessa anch’io. Nella mia semplicità, avevo pensato: “Mando delle belle poesie, cerchiamo anche una bella foto”. Guarda te cosa s’è scatenato. Comunque. A chi sono piaciute le mie canzoni per Fossati, consiglio “Falene” di Giancarlo Onorato. Chi vuole conoscermi personalmente, può scrivermi all’indirizzo mail. Chi vuole comprare i miei libri, meglio ancora. Non ho niente da nascondere, la mia vita fra l’altro è piuttosto dura, seghe varie non mi interessano. Se si creano fantasie onanistiche su una mia foto, pazienza. A volte mi bacia la grazia di scrivere una bellissima poesia, molto più spesso sto nelle emergenze. Apprezzo la realtà e in genere scrivo a mano. Non me la tiro per niente e vi ringrazio dell’attenzione ricevuta, sia quella più seria sia quella più giocosa. Tanti baci da me e dalla mia certosina. Anna L.B.

  10. In effetti sono piuttosto perplessa anch’io. Nella mia semplicità, avevo pensato: “Mando delle belle poesie, cerchiamo anche una bella foto”. Guarda te cosa s’è scatenato. Comunque. A chi sono piaciute le mie canzoni per Fossati, consiglio “Falene” di Giancarlo Onorato. Chi vuole conoscermi personalmente, può scrivermi all’indirizzo mail. Chi vuole comprare i miei libri, meglio ancora. Non ho niente da nascondere, la mia vita fra l’altro è piuttosto dura, seghe varie non mi interessano. Se si creano fantasie onanistiche su una mia foto, pazienza. A volte mi bacia la grazia di scrivere una bellissima poesia, molto più spesso sto nelle emergenze. Apprezzo la realtà e in genere scrivo a mano. Non me la tiro per niente e vi ringrazio dell’attenzione ricevuta, sia quella più seria sia quella più giocosa. Tanti baci da me e dalla mia certosina. Anna L.B.

  11. In effetti sono piuttosto perplessa anch’io. Nella mia semplicità, avevo pensato: “Mando delle belle poesie, cerchiamo anche una bella foto”. Guarda te cosa s’è scatenato. Comunque. A chi sono piaciute le mie canzoni per Fossati, consiglio “Falene” di Giancarlo Onorato. Chi vuole conoscermi personalmente, può scrivermi all’indirizzo mail. Chi vuole comprare i miei libri, meglio ancora. Non ho niente da nascondere, la mia vita fra l’altro è piuttosto dura, seghe varie non mi interessano. Se si creano fantasie onanistiche su una mia foto, pazienza. A volte mi bacia la grazia di scrivere una bellissima poesia, molto più spesso sto nelle emergenze. Apprezzo la realtà e in genere scrivo a mano. Non me la tiro per niente e vi ringrazio dell’attenzione ricevuta, sia quella più seria sia quella più giocosa. Tanti baci da me e dalla mia certosina. Anna L.B.

  12. Cristo santo Angelini, possibile che lei litighi con tutte le donne in circolazione? Un po’ di tregua e di stile per favore! Questa della vittima sacrificale è una parte che comincia a stancare… si legga Il capro espiatorio e Il sacrificio di René Girard, magari trova spunti per uscire dall’impasse. Guardi glielo dico con profondo rispetto.

  13. Inesatto: non sono io a litigare con le donne, ma le donne a litigare con me, soprattutto se sprovviste di sense of humour (come nel suo caso). E oltretutto, che colpa ne ho io se le donne sono il DIAVOLO?:-/

  14. Caro Angelini, francamente non mi ricordo il tristo episodio che lei cita. Per di più da it.cultura.libri ci sarò passata massimo tre volte… Dice che mi è bastato così poco per inquadrarla?

    Anna L. B.

  15. Sto cercando di ricostruire su Google. Forse si tratta della discussione “Cerco scrittore” del marzo 2004.
    Intanto ho trovato quest’altra tua pacata riflessione:

    “… Nazione Indiana, che io chiamo
    Nazione Bagascia, è un accumulo di mediocrità con in mezzo qualcuno spiritualmente pulito, che non è Scarpa (e tantomeno Montanari CAZZZZOOOOOOOOOOOO). Tutta la cricca più o meno è come se fosse la costola birichina del Potere.”

    Non ci avevi messo molto a inquadrare il fenomeno nemmeno in quel caso:-)

  16. Ops, credevo di visitare un sito “culturale” e mi ritrovo per magia dentro un lubrico copione del Bagaglino… Certo, ci vuole un notevole spirito zen per riuscire ad astrarsi da un tale clima pecoreccio e a esprimere grande, totale, serio apprezzamento per la superba Poesia di Lamberti Bocconi. Quanto a un commento riportato sopra: ma la poesia ha o dovrebbe avere un odore?

  17. Eh, caro Angelini… A volte non so neanche quello che dico, quel che è peggio non mi ricordo mai niente, forse ero mezza ubriaca, forse volevo provocare, forse straparlavo. Ma lei, dica un po’, ce l’ha un bel gatto come il mio? E le è mai capitato di scrivere qualcosa di buono? E, infine, è molto divertente mettere in cattiva luce le persone su un luogo pubblico? Sa com’è, nihil umanum alienum mihi puto, citazione a orecchio, piena di errori, vuol dire che più o meno mi interessa tutto. La bile, mare amaro…
    A.

  18. La poesia purtroppo non ha odore. E ai miei tempi (mi riferisco alla fine dell’Ottocento per ovvio) gli odori erano essenziali.

  19. Dai Lucio anche a Tom Waits ubriaco sarà capitato di strillare che Bob Dylan è una merda o roba simile. Sicuramente l’ha detto di N. Young e F. Zappa.
    Ora concentriamoci per diventare il certosino :-)

  20. Guarda che la definizione “costola birichina del Potere”, anche se esagera l’importanza di “NazioneINdiana”, letta – come è noto – solo da te, Biondillo, i parenti di Voltolini e pochi altri, ha una sua plausibilità.
    Mica del tutto scema, la ragazza:-)

  21. Sì leggo questo bloggaccio perché i libri (anche i tuoi per bambini) sono troppo difficili per me, e poi stare vicino al potere mi dà un senso di boh, non so. Però so che quando leggo i tuoi post ho come un senso di “assorbimento”. Ma tornando a Nazione, e alla costola, finalmente la cricca occulta che si raduna nei sotterranei di Spidypizza a Milano ha capito che mancava qualcosa: il potere ha bisogno delle donne! quindi ne ha fatta nascere una dalla costola.

  22. signor Angelini, tutto sommato finora non mi ero sentito particolarmente disturbato dal suo caracollare da un commento all’altro a cercare visibilità. Quella che le è stata preclusa in malo modo (a suo dire) in Mondadori (era lì?). In fin dei conti sono solo un lettore: mi fermo a pensare a quello che leggo quando ritengo che ne vale la pena- è il solo diritto che mi interessa arrogarmi- e se ne ho il tempo, ovvio. Per cui…
    Un po’ per volta, però, ho cominciato a trovare questo suo chiassoso proporsi- alla ricerca di una qualche boutade leggibile- noioso e nulla più.
    Ha più volte attaccato Biondillo per un solo, manco tanto severo, riferimento alla necessità di pubblicare o meno “novità” qui. Biondillo ormai non le risponde punto: è persona serena e ha scritto un libro- non se ne abbia a male, Angelini- interessante e che vende anche bene.
    Adesso, Angelini, si catapulta su Anna Lamberti Bocconi con il piglio censorio di un preside di scuola media dalla memoria elefantesca ma greve. Tutto un grondare succhi gastrici evasi da uno stomaco strapazzato, passati attraverso una bocca incapace di chiudersi in maniera adeguata nel morso. Troppa fame fa perdere il gusto del cibo. Il boccone era grosso, non bisognava lasciarselo scappare, vero?.
    L’elaborazione del (di un) lutto è un momento fondamentale nella vita di ognuno: elabori quello di non essere pubblicato al momento; valuti bene quali possano essere i tempi e i modi di gesti (anche piccoli) che non siano percepiti come puro pattume moralistico.

  23. Mi pare che a grondare “succhi gastrici” sia il SUO stomaco. Di Biondillo dal Cazzo a Spillo e della Lambocconi non potrebbe fregarmene di meno. Manco sapevo che esistevano. Sono ben altri i maestri a cui guardo con “reverenza”. Se pensassi davvero, come lei sospetta, di poter acquisire “visibilità letteraria” firmando i miei cazzeggi su una rivistina on line con il mio nome vero, anziché nascondendomi dietro un comodo ‘Diego’, sarei il primo a preoccuparmi per la mia salute mentale.
    Sono sinceramente convinto che il mondo possa andare avanti “tale e quale” anche senza una mia nuova serie di “Scimmie”.
    Sono altrettanto convinto del fatto che la Letteratura Italiana per Ragazzi versi in stato comatoso per colpa di un gruppo di mediocri editor che non vedono al di là del proprio anglofilo naso. Ma questa è solo la MIA opinione, che chiunque può contraddire, compreso un pedante come lei:-/

  24. Lucio Angelini is God (l’ho letto sui muri di una fermata di metrò a Londra, dalle parti di Knightsbridge, mi sembra)

  25. non ci credo, e peraltro tu non rispondi alle mail. Sei cattivo, hai il pugno nella carezza, tu, altro che libri per bambini

  26. signor Angelini, io mi firmo Diego per la semplice ragione che mi chiamo Diego. Se vuole le do anche cognome, indirizzo, codice fiscale ecc. ma- le assicuro- io non pubblico (non sono un ISBN…,)nessuno mi conosce: immagino, quindi, che a breve perderebbe il gusto della singolar tenzone con me. Per cui… chiudiamola qui e ognuno cuocia nel suo brodo.

  27. Si sbaglia. Io non mi perito di frequentare anche il popolino. Non sa quanto io sia democratico! La invito ufficialmente ad una amichevole marronata (Dio, che marroni!) nel mio castello sul Canal Grande. Porti pure, se vuole, anche Biondillo e la Lambocconi. A presto.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

In uscita

Condivido in pieno il messaggio di Antonio. Anch’io ho deciso di uscire da Nazione Indiana. Non descriverò qui le...

Busi: 4 sì ai referendum

di Flavio Marcolini A sostegno della campagna referendaria per i sì alla consultazione del 12 e 13 giugno...

Tutto su sua nonna e molto altro

Giuseppe Caliceti intervista Silvia Ballestra Con Tutto su mia nonna, da pochi giorni nelle librerie per Einaudi Stile Libero,...

I leoni

di Beppe Sebaste All’incontro torinese sulla Restaurazione dello scorso 9 maggio, Beppe Sebaste aveva inviato questo brano tratto da un...

Il male dell’America

Intervista a Emmanuel Todd L’ultimo numero di Una Città si apre con questa intervista allo storico e antropologo francese Emmanuel...

“Guadagno più di te e quindi ne so più di te”

di Aldo Nove Leonardo ha più di 30 anni e dirige una piccola e agguerrita casa editrice. Per vivere, dopo...
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: