Articolo precedente
Articolo successivo

Urbanità 8

di Gianni Biondillo

Adoro i purovisibilisti. Con loro tutto sembra più facile. La città è un testo, dicono, occorre conoscerne la grammatica, il lessico. Saperne elencare le parole, le frasi, la poetica. Le strade, l’incasato, le mura, i landmark (che siano le torri o i campanili o altro ancora), le piazze – quella del mercato, la religiosa, la politica, etc. – hanno da sempre una funzione, una forma, una ragion d’essere che esulano persino dalle contingenti logiche economiche e storiche e che fanno, da sempre, la peculiarità della città europea.

Mi pacificano i purovisibilisti. E io stesso, lo confesso, più di una volta ho sognato, di notte, il ritorno d’imperio di una commissione d’ornato che mettesse ordine alla confusione linguistica (per non dire “schifezza edificata”) che impera nelle nostre città. Solo che poi, la mattina dopo il caffè, solo a pensare ai membri che potrebbero farne parte (indifferentemente a Torino, come Milano, o Roma o Palermo) cambio idea altrettanto inorridito.

Perché, dicono, ad un certo punto il mondo è impazzito e ha dimenticato come si fanno le città. Basterebbe, insomma, tornare alle buone regole dei nostri padri. Un po’ come quelli che non capiscono i romanzi moderni, scritti con i piedi, così pieni di parolacce, ammiccamenti cinematografici, citazioni televisive, ritmi da videogiochi. Nulla a che vedere col buon romanzo borghese di una volta. Ovvio che, a ruota, viene pure un po’ di nostalgia per l’università dei bei tempi andati, quando ci si conosceva tutti (e si lasciavano le chiavi appese alla porta, che non c’entra niente, ma fa pendant).

Nel frattempo, là fuori, una economia canaglia sta manipolando in modo irreversibile il territorio, indifferente ai pianti aristocratici, per quanto sinceri, dei purovisibilisti. Là fuori però, fuori dagli adorati centri storici, ci abitiamo noi, triviali frequentatori di romanzacci moderni. Gli unici, per ora, che la sporca realtà ce la raccontano così com’è, dandoci gli strumenti per comprenderla e governarla davvero, confusa per quanto sia.

[pubblicato su Costruire, n.306 novembre 2008]
Urbanità 1
Urbanità 2
Urbanità 3
Urbanità 4
Urbanità 5
Urbanità 6
Urbanità 7

Print Friendly, PDF & Email

2 Commenti

  1. Te l’ho già detto che hai il dono della leggerezza, Gianni. Ma riuscire ad esercitarlo in questi giorni cupi è segno di una non comune moralità. Anzi: urbanità.

  2. […] dicembre 2008] Urbanità 1 Urbanità 2 Urbanità 3 Urbanità 4 Urbanità 5 Urbanità 6 Urbanità 7 Urbanità 8 Questo articolo è stato scritto da gianni biondillo, e pubblicato il 20 Marzo 2009 alle 11:49, […]

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Sotto il cielo del mondo

Gianni Biondillo intervista Flavio Stroppini
Uno dei temi fondamentali del tuo libro è la paternità. Quella all'apparenza negata ad Alvaro, il tuo protagonista, quella che dovrà vivere lui, essendo il tuo romanzo una lettera indirizzata alla figlia che verrà. Credi che oggi sia necessaria una ridefinizione del ruolo paterno?

Al centro del mondo

Gianni Biondillo intervista Alessio Torino
Al centro del mondo che racconti nel tuo "Al centro del mondo" c'è la provincia, sempre meno intercettata dalla letteratura contemporanea: è una scelta estetica o anche politica?

Vent’anni contro ogni ventennio

Immagini di una festa "fragile" raccolte da Gianni Biondillo
Prima di tornare alle nostre faccende quotidiane voglio condividere alcune immagini dalla festa appena conclusa di Nazione Indiana. Sono state dette molte cose, molto belle e molto interessanti. Peccato per chi non c'era :-).

La solitudine pensante della lettura

di Romano A. Fiocchi
Il libro è diviso in due parti: la prima, uno zibaldone dove affiorano «microstorie» per lo più bizzarre ma autentiche, personaggi strampalati, esponenti della «romanzeria nazionale», ballerine di flamenco, luoghi magici. La seconda parte ricostruisce invece il peregrinare che fece Permunian in compagnia della Leica di Mario Dondero tra i luoghi della Resistenza polesani.

Non ce lo meritiamo

di Gianni Biondillo
Qui si confonde l'arte fascista con quella che si è prodotta non ostante il Fascismo. Come se Piacentini e Terragni fossero la stessa cosa. Ma se c'era un architetto che Terragni odiava dal profondo del cuore era proprio Piacentini. Non a caso Terragni non costruì mai nulla nella capitale della retorica imperiale, Roma.

Festival della nuova città

di Gianni Biondillo
dal 21 al 23 settembre si terrà la seconda edizione del Festival della Nuova Città, fortemente voluto dalla Fondazione Giovanni Michelucci. Mi piace qui ricordare la figura di quel geniale architetto. Raccontando come, da studentello, lo incontrai. G.B.
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Nel 2011 il romanzo noir I materiali del killer ha vinto il Premio Scerbanenco. Nel 2018 il romanzo storico Come sugli alberi le foglie ha vinto il Premio Bergamo. Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: