ARTHUR M. COOPER “Dreams of Toyland” [1908]


Camille Saint-Saëns [ 1835 – 1921 ]
Etude en forme de valse, Op. 52, N. 6

 

4 Commenti

  1. questo?

    no

    quest’altro?

    no

    quell’altro?

    no

    questo qui allora?

    no

    quello lì allora?

    sì, sì, sì, sì
    quello lì
    li voglio tutti per me

    va bene
    va bene

    va bene
    va bene

    ma ora a casa
    è ora della nanna
    fai un bel sogno adesso

  2. Orsolo, Orsola,
    una meraviglia freudienne.

    Il mondo dei sogni vero mistero
    della realtà in metamorfosi.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

La natura ama il vuoto

di Giuliano Tosi
Un lampo. Il riflesso acuminato del sole. I due emisferi di bronzo scintillano, rotondi e lucenti, nel pomeriggio primaverile. Sono uniti a comporre una sfera metallica di circa sessanta centimetri di diametro e si comprende al primo sguardo che sono stati costruiti per combaciare in modo perfetto.

Dietro il vaso

di Giuliano Tosi
Non si può guardare un quadro senza immaginarlo in frantumi. Nella densa nebbia milanese dei suoi novant’anni, a Francesco Hayez erano rimasti solo due ricordi chiari e distinti della sua infanzia veneziana.

Come fu che l’oro dei filosofi rubò a mastro Albini la vita eterna

di Greta Bienati
Mastro Giacomo Albini, medico di prìncipi ed estrattore di quintessenza, nacque in Moncalieri, cinquant’anni prima della Grande Peste, in cui scomparve senza lasciare traccia. Della sua vita, le pergamene raccontano le guarigioni e i viaggi...

Il dubbio del talmid

di Martina Mattia
Eliezer ben Mordechai, nonostante il freddo pungente tipico delle notti invernali di Amsterdam, continuava ad asciugarsi il sudore dalla fronte. Tale era il tormento che si portava nel cuore. Proprio lui, nipote del celebre Rav Eliyahu Meir Grodensky...

La maledizione e la Gioconda

di Francesco Bertani
La ragazza caricò le valigie sul tram giallo in partenza da Porta Palazzo e prima di sedersi accanto a un finestrino pensò ai baffi enormi di monsieur Théophile Homolle. Pensò a monsieur Homolle e lo immaginò nell’agosto del 1911.

La rusascia

di Greta Bienati
La Martina era brutta, fatua, con tanto di gozzo e con pochissimo cervello. O, almeno, così la dipingeva suo fratello Battista, contadino e muratore, che le voleva un bene dell’anima. La voce pubblica aggiungeva che casa sua era tutto un via vai...
orsola puecher
orsola puecherhttps://www.nazioneindiana.com/author/orsola-puecher/
,\\' Nasce [ in un giorno di rose e bandiere ] Scrive. [ con molta calma ] Nulla ha maggior fascino dei documenti antichi sepolti per centinaia d’anni negli archivi. Nella corrispondenza epistolare, negli scritti vergati tanto tempo addietro, forse, sono le sole voci che da evi lontani possono tornare a farsi vive, a parlare, più di ogni altra cosa, più di ogni racconto. Perché ciò ch’era in loro, la sostanza segreta e cristallina dell’umano è anche e ancora profondamente sepolta in noi nell’oggi. E nulla più della verità agogna alla finzione dell’immaginazione, all’intuizione, che ne estragga frammenti di visioni. Il pensiero cammina a ritroso lungo le parole scritte nel momento in cui i fatti avvenivano, accendendosi di supposizioni, di scene probabilmente accadute. Le immagini traboccano di suggestioni sempre diverse, di particolari inquieti che accendono percorsi non lineari, come se nel passato ci fossero scordati sprazzi di futuro anteriore ancora da decodificare, ansiosi di essere narrati. Cosa avrà provato… che cosa avrà detto… avrà sofferto… pensato. Si affollano fatti ancora in cerca di un palcoscenico, di dialoghi, luoghi e personaggi che tornano in rilievo dalla carta muta, miracolosamente, per piccoli indizi e molliche di Pollicino nel bosco.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: