Ox e Mandarin ‖ un rorschach

di Milla van der Have, traduzione di Laura di Corcia

 

certe volte

Ox

e

Mandarin

 

danzano piano fino al mattino

la musica come un tenero bozzolo

 

rotolando al centro della loro gravità

 

non si sono incontrati

ma si tengono stretti

 

d’altronde

che cos’è poi la vita

se non un sogno complesso di pelle

 

 

                         certe volte

 

c’è un oceano chiamato notte

che culla

 

Ox

e

Mandarin

li stringe audaci e teneri

facendoli sprofondare

 

come sottomarini

 

ti sei mai fermato a pensare

                  che un rottame può serbare

                               così tanto potenziale?

 

                    trovare una testa di toro

                    sul sedile di un biker

una sirena in un frutto lontano?

 

certe volte

Ox

e

Mandarin

vengono fermati per strada

senza motivo, senza precedenti

costretti a sollevare i propri averi

per l’ispezione

 

e Ox

deve spiegare la somiglianza

che buca la grotta ruvida

e Mandarin

rimanda ai suoi cugini

per trovare gli alberi

e quando si ricompongono

nell’assenza che li ha formati

trovano sempre pezzi mancanti

 

hanno solo i fatti del caso

 

e sì certe volte

Ox

e

Mandarin

trovano divertente pattugliare un relitto

 

poi Mandarin inventa strategie per trasformarsi in un sole luminoso e visibile

 

e Ox sul retro

studia metodi di lavorazione a maglia

descrivendoli come macchine

 

come destinazioni sospette

 

e

 

certe volte

 

le corna di Ox si accendono

come mezze lune

e tutti sanno che sta arrivando una nuova marea

una marea di amicizia e di presagio ferito

una marea di cupa bellezza sussurrata

 

che non deve essere più trattenuto

per rimanere vero

 

 

certe volte Ox e Mandarin

si consumano a vicenda come domande

 

come cosa rende possibile il mattino

una tale, stellare grandezza

 

 

e certe volte

certe volte

 

                                      Ox e

Mandarin

 

si traducono in un impulso alla vicinanza

una trama luminosa di interazioni

 

che ci mostra

cosa dobbiamo a noi stessi

quando perdiamo la fede

 

certe volte

 

Ox

e

Mandarin

sono composti di semplice luce

che lega pensiero a pensiero

 

                           che noi chiamiamo

 

costellazioni

e li conoscono come

cani guida stranieri

e certe volte Ox e Mandarin

si considerano

fortunati

ad avere nomi per cose che altri

ancora cercano

 

 

perché certe volte

tutto ciò che Ox e Mandarin

vogliono è essere

 

piccoli dei che giocano

nei campi ancora intatti

 

 

 

 

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

articoli correlati

Pietro Polverini, La nostra villeggiatura celeste

È appena uscito, a cura di Francesco Ottonello, La nostra villeggiatura celeste. Dieci anni di poesia di Pietro Polverini (2012–2021), per Interlinea, nella collana LyraGiovani diretta da Franco Buffoni. Domani pomeriggio, 30 novembre, ci ritroveremo, con il curatore, Simone Ruggieri, Edoardo Manuel Salvioni, Virgilio Gobbi Garbuglia...

Una cantada

Di David Eloy Rodríguez, José María Gómez Valero, Alberto Masala e Lorenzo Mari.
Una cantada nasce come dialogo tra le forme della poesia e della musica popolare dell’Andalusia, della Sardegna e dell’Emilia-Romagna che – evitando una riproposizione puramente conservativa della tradizione o una velleitaria “andata al popolo” – ne evidenzi il portato critico e politico.

Spritz et circenses

di Paola Ivaldi
Dannati noi siamo abitanti di città
della notte abbiamo perduto le stelle
i cieli vuoti come fondali minimali
di miseri allestimenti teatrali.
Per sempre smarrite sorelle,
forse loro stanno a guardare
gran spettacolo, ora, essendo noi,
noi essendo, ora, quelli che cadono.

Un utile Decalogo per la Scuola del Pluralismo e della Libertà

Di Gian Nicola Belgire
Giunge dal Ministro, come rinfrescante toccasana, la nota 5836 del 7 novembre 2025 che invita gli istituti a garantire nei loro eventi la presenza di «ospiti ed esperti di specifica competenza e autorevolezza», per permettere il «libero confronto di posizioni diverse». Come possono i docenti italiani, fin qui dimostratisi inadeguati, far fronte? Viene in soccorso un agile vademecum, che qui mostriamo in anteprima:

Lackawanna (e altri fantasmi)

Di Isabella Livorni

beatatté che tieni un corpo giovane e forte
e fai tutto ciò che la testa ti dice di fare.
noi teniamo i pollici storpi e cioppi, le ossa fraciche
[...]
rintaniamo. ci strascichiamo.
dinanzi alla pietra impara.

Mettere alla prova l’esistenza: mistica, estetica e relatività radicale

Da Borges a Bateson, Daniele Barbieri esplora la trasformazione dell’idea di Dio: dal dualismo cartesiano e dall’ontologia di Nicea alla visione di Panikkar fino al Bateson di Tagliaferri, per cui il divino è complessa rete vivente, che unisce il sacro e il bello.
renata morresi
renata morresi
Renata Morresi scrive poesia e saggistica, e traduce. In poesia ha pubblicato le raccolte Terzo paesaggio (Aragno, 2019), Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (Camera verde 2013), Cuore comune (peQuod 2010); altri testi sono apparsi su antologie e riviste, anche in traduzione inglese, francese e spagnola. Nel 2014 ha vinto il premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012) e nel 2015 il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e post-moderni. Cura la collana di poesia “Lacustrine” per Arcipelago Itaca Edizioni. E' ricercatrice di letteratura anglo-americana all'università di Padova.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: