Per Alessandro Leogrande

Domenica 1 luglio 2012.
Siamo nell’ex convento dei Cappuccini di Mesagne. È il secondo e ultimo giorno della Terza festa di Nazione Indiana.
La cittadina che ci ospita porta ancora il lutto per Melissa Bassi, la studentessa uccisa il 19 maggio da una bomba fatta esplodere vicino all’ingresso della scuola a Brindisi, ferendo altre sei compagne scese dallo stesso autobus. A causa della presenza della SCO e al fatto che il bersaglio è un istituto dedicato a Francesca Morvillo Falcone, sulle prime si è pensato alla pista mafiosa. Invece quella strage è un atto di terrorismo individuale.
«Beninteso, “individuale” non è automaticamente sinonimo di “folle”. Potrebbe segnare invece l’irrompere di forme di terrorismo nichilistico-individuale nel nostro paese, un tipo di terrorismo nord-americano o nord-europeo. Si pensi ad esempio a Breivik, l’autore della strage di Utoya, o alla vicenda narrata nel bellissimo libro dello scrittore svedese Gellert Tamas, “L’uomo laser” (Iperborea): si racconta la biografia di un “uomo della porta accanto” che inizia a sparare con un fucile munito di mirino laser contro gli immigrati, colpendo una quindicina di vittime individuate a caso.» Alessandro Leogrande lo scrive a pochi giorni dall’attentato sul Corriere del Mezzogiorno.
Alessandro accetta dunque di passare un pomeriggio con noi “indiani” a Mesagne per ragionare insieme delle molte cose di cui si è occupato: le trasformazioni della Puglia, del Sud e dell’Italia, le mafie, l’inadeguatezza mediatica, la fame di un complesso realismo che impronta il lavoro di molti Narratori degli Anni Zero, inclusi nell’antologia curata da Andrea Cortellessa.
Nella sala c’è l’attenzione di un piccolo convegno, visto che non siamo in tanti. Colpa anche di una grave svista nel far cadere la “Festa di Nazione Indiana” proprio su quel fine settimana. C’è la finale degli Europei con l’Italia che, dopo aver sconfitto la favoritissima Germania, deve giocare contro la Spagna.
Alessandro Leogrande ama il calcio. Lo conosce benissimo, si muove con agio straordinario negli annali di campionati lontani nel tempo e nello spazio. Nel 2010 ha curato un’antologia per “Minimum Fax” intitolata Ogni maledetta domenica.
La domenica sera del 1° luglio 2012 la Nazionale perde 4 a O nello stadio olimpico di Kiev.
Noi a Mesagne siamo tutti nel cortile dell’ex-convento, con gli occhi fissi sul muro che ci serve da sfuocato, improvvisato maxi-schermo. Ci siamo organizzati con pizza e birra come un qualsiasi gruppo di amici o di parenti. È bello ricordarlo così, che s’infervora per un tiro sbagliato, ancora in mezzo a noi, Alessandro Leogrande.
 
Alessandro Leogrande su Nazione Indiana
 

articoli correlati

Una festa è una festa è una festa è una festa…

Bisogna pur incontrarsi, parlarsi, abbracciarsi e sorridere. Noi di Nazione Indiana, almeno una volta all'anno, cerchiamo di farlo con le nostre Feste

gli EBOOK di NI: i racconti di STAFFETTA PARTIGIANA

di Redazione
Abbiamo deciso di raccogliere in un EBOOK i 12 racconti selzionati del concorso STAFFETTA PARTIGIANA , per celebrare l'avvenimento e per rendere più fruibili tutti i materiali. Del concorso e dei suoi risultati parleremo il 14 giugno durate la Festa di Nazione Indiana 2025

Appello per il referendum

di Redazione
I referendum sono uno strumento di democrazia diretta, che non comporta nessuna delega a nessuna forza politica, ma sono allo stesso modo uno strumento efficace per riprendersi i propri diritti di partecipazione e far sentire la propria voce.

La Festa di Nazione Indiana 2025

Quest'anno la Festa di Nazione Indiana si svolge nello spazio di ⇨ Porta Pratello di Bologna, sabato 14 giugno. Saremo ospiti di ⇨ Grisù / Festival di scritture contemporanee - Lo Spazio Letterario.

Sotto la terra

[Il racconto vincitore del concorso]

di Claudia De Angelis
Da bambina Lucia viveva in città, è andata a scuola e ricorda. La maestra diceva che nelle grotte vivono: orsi, ragni, spurtiglioni, grilli e vermi pelosi, talvolta i lupi ci riposano le ossa

Nelle retrovie

di Linda Farata
Provai gioia il giorno in cui babbo venne a dirci che saremmo potute andare a prendere Elvio con lui. Non seppi cogliere la gravità, l’eccezionalità di quel permesso
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: