di Helena Janeczek
Gli occhi azzurri della ragazza sono rivolti all’intervistatore, ma le pupille restano una voragine risucchiata dal pomeriggio a cui è sopravvissuta. Il trauma è lì, la perdita di uno sguardo capace di posarsi con implicita fiducia sull’esterno. “Passava da una tenda all’altra, calmo, entrava e ammazzava chi c’era dentro”. Anders B. ha fatto le cose con calma e criterio, in ogni fase. Prima il concime per l’autobomba, poi i social network per farsi conoscere: non dagli amici, ma dai media planetari che infatti abboccano tutti agli stessi ami, quelli più facili per trascinare il mostro in prima pagina










